Territorio
Visite in Salina, successo per Legambiente a Margherita di Savoia
Oltre 100 visitatori. Salinari scoprono il loro patrimonio storico-naturale
Margherita - martedì 9 febbraio 2016
10.13
Un risultato senza precedenti. Le due giornate di visite gratuite all'interno della Zona Umida sono state un successo per Legambiente, sezione di Margherita di Savoia. Oltre 100 i visitatori, provenienti anche oltre i confini regionali, che hanno ammirato coi loro binocoli le specie animali delle riserva, fondamento della convenzione di Ramsar firmata nel 1971 in Iran. Suonerà strano, ma i primi a restare stupiti dalle bellezze naturali della Salina sono stati proprio i padroni di casa, i salinari, che abituati a passare semplicemente davanti alla riserva con le proprie auto, per anni hanno dato per scontato ciò che c'era al suo interno.
Insomma, un punto in cui si incontrano storia e natura, industria ed elementi che l'uomo, evidentemente, ha già trovato e ha custodito fino a farli diventare punto di riferimento sulla cartina dell'Italia. Gli scorsi 6 e 7 febbraio sicuramente hanno segnato un punto d'inizio voluto dalla sezione salinara di Legambiente per aprire questo patrimonio a tutti coloro i quali hanno intenzione di visitarlo, senza molti passaggi burocratici o altre fatiche, ma semplicemente contattando il presidente Ruggiero Ronzulli o recandosi al centro visite all'ingresso dell'area ex Cral al centro della città, dove c'è la sede di AtiSale, azienda che gestisce le saline più grandi d'Europa.
Visitarle ne vale la pena, basti pensare soltanto che due grandi governi importanti per la storia d'Italia, cioè i Borbone nel '700 quindi prima dell'Unità e Mussolini nel 1928, hanno dedicato soldi e risorse per acquistarla e rimodernarla con le opere di Luigi Vanvitelli, i primi, e ampliandola da 128 a 4.500 ettari, i secondi. Se poi se si aggiunge che è stata oggetto di una convenzione internazionale sugli ecosistemi come quella di Ramsar, resta soltanto prendere i binocoli e prenotare una visita.
Insomma, un punto in cui si incontrano storia e natura, industria ed elementi che l'uomo, evidentemente, ha già trovato e ha custodito fino a farli diventare punto di riferimento sulla cartina dell'Italia. Gli scorsi 6 e 7 febbraio sicuramente hanno segnato un punto d'inizio voluto dalla sezione salinara di Legambiente per aprire questo patrimonio a tutti coloro i quali hanno intenzione di visitarlo, senza molti passaggi burocratici o altre fatiche, ma semplicemente contattando il presidente Ruggiero Ronzulli o recandosi al centro visite all'ingresso dell'area ex Cral al centro della città, dove c'è la sede di AtiSale, azienda che gestisce le saline più grandi d'Europa.
Visitarle ne vale la pena, basti pensare soltanto che due grandi governi importanti per la storia d'Italia, cioè i Borbone nel '700 quindi prima dell'Unità e Mussolini nel 1928, hanno dedicato soldi e risorse per acquistarla e rimodernarla con le opere di Luigi Vanvitelli, i primi, e ampliandola da 128 a 4.500 ettari, i secondi. Se poi se si aggiunge che è stata oggetto di una convenzione internazionale sugli ecosistemi come quella di Ramsar, resta soltanto prendere i binocoli e prenotare una visita.