Politica
Sen. Messina (PD): «Una commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani»
La senatrice barlettana interviene a Palazzo Madama
Margherita - mercoledì 11 luglio 2018
14.00
Nella giornata di ieri, la senatrice del Partito Democratico Assuntela Messina, è intervenuta a Palazzo Madama nel corso della seduta per chiedere l'istituzione di una commissione per la tutela e la promozione dei Diritti Umani.
Si tratta del primo intervento della senatrice barlettana, di cui di seguito forniamo testo integrale.
Signora Presidente del Senato, Onorevoli Colleghi
-Istituire una Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani risponde alla necessità per una Nazione di dotarsi nuovamente di un punto di riferimento istituzionale di alto profilo che valorizzi - ed in un certo senso riscopra - i nostri principi ed in particolare quelli della nostra Storia migliore, rilanciando ciò che nel tempo l'Italia ha saputo offrire anche a livello internazionale non solo alla cultura giuridica, ma alla democrazia consapevole.
Quella democrazia consapevole che non si fonda su pulsioni del momento, sulle paure scientificamente indotte, e che, invece, riflette su se stessa, dandosi una prospettiva, anche normativa, di lungo periodo.
Dobbiamo restituire voce – soprattutto – al senso alto della Politica, ben sapendo che essa non è, nel senso specifico della parola, una "istituzione", ma è ciò che "attraversa", condiziona e modifica le istituzioni stesse.
O vivificandole o inibendone le potenzialità.
-Il Senato della Repubblica Italiana ha una propria ed autorevolissima tradizione nella difesa dei diritti umani, se già nella precedente legislatura la Commissione istituita e presieduta dal Senatore Luigi Manconi ha svolto un proficuo lavoro, consentendo oggi di poter riallacciare le fila di un ragionamento di continuità e nello stesso tempo di novità, dettato dalle nuove emergenze e dal repentino mutamento degli scenari internazionali.
Oggi è più che mai necessario e urgente rifondare le condizioni per cogliere il dato culturale profondo rappresentato, al di là delle petizioni di principio e delle declamazioni, dalla divaricazione esistente tra Costituzione e realtà.
Tra ciò che costituisce il fondamento dello Stato da un lato, e i diritti non riconosciuti o, addirittura, negati, dall'altro.
-Come afferma Papa Francesco "va sempre protetta la libertà di aiutare gli altri per spirito umanitario".
Ma non è solo dal Vangelo che tale principio deriva, ma da una norma di legge costituzionale, che esprime il principio fondamentale di Fraternità, non espressamente menzionato dalla nostra Costituzione, a differenza di quella francese, ma che comunque impone alla nostra Repubblica di garantire i diritti inviolabili dell'uomo, richiedendo a tutti l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà.
La sintonia tra i doveri morali e quelli legali dovrebbe essere evidente, la forza della legge si aggiunge a quella etica, la solidarietà alla forza del diritto.
-La istituenda Commissione - noi tutti - dovremmo riflettere sulle negazioni sostanziali.
Sui temi del "diritto illegittimo" (che può, solo apparentemente, sembrare una contraddizione in termini) e del potere illegittimo.
Perché nulla, tanto in politica quanto nel diritto, è mai definitivamente acquisito alla coscienza della comunità se non è accompagnato – sempre – dal giudizio critico sulla situazione data, vale a dire sulle leggi vigenti, sul metodo legislativo, sull'effettività del controllo reciproco tra poteri dello Stato.
Va ribadita e rafforzata la garanzia che i diritti vengano sempre rispettati, e questa garanzia non passa unicamente attraverso una normativa, pur se rinnovata, ma va coniugata ad una fase operativa che è figlia di ispirazione teorico-normativa e di pratiche costruttive, nonché di esempi.
-Questo impegno sicuramente rappresenterà la cifra dell'istituenda Commissione, che in questo modo ribadirebbe il valore anche educativo delle proprie funzioni.
Rivitalizzando cosi il peso dei diritti umani, dando forza non agli enunciati ma alle modalità di attuazione.
-La Storia (anche la nostra Storia) insegna che i poteri di ordine pubblico possono interferire, anche in maniera arbitraria, con la libertà personale; i poteri economici spesso contrastano con la libertà nel mondo del lavoro e con la tutela dell'ambiente; i poteri della giurisdizione possono confliggere o non essere coerenti con la massima Legge dello Stato o con gli ordinamenti internazionali.
-Il valore della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani si realizzerà in una operatività non appannata da alcuna pregiudiziale ideologica, spingendosi piuttosto nel campo magmatico della riflessione onesta e propositiva.
Sarà un percorso faticoso, sicuramente un compito difficile.
E' nella natura dei sistemi costituzionali, più o meno rigidi, che la sussunzione della legge e di tutti i poteri a quei principi di carattere umanitario non risulta mai perfettamente realizzabile.
-Esisterà sempre una certa dose di distanza tra norme e "fatto concreto" e possibili divergenze.
Ma devono essere evitate – ed è questo il compito della istituenda Commissione – le divaricazioni patologiche in cui i principi sono contraddetti; in cui non vengono tutelate le situazioni oggettive già previste dall'ordinamento oppure non si dà dignità e rilievo giuridico ai "bisogni" della persona, a ciò che è ancora un "diritto inespresso".
(A ben vedere, si ripropone la distinzione tra essere e dover essere, tema e questione avvertita dal sensibilità culturali e politiche più attente, quelle che hanno saputo e voluto antivedere, che hanno messo il progresso collettivo prima di ogni bene e consenso di parte).
Si pone, insomma, anche per noi, oggi, la necessità di una "scelta di campo", la cui radice più profonda sta nella scelta a favore della Costituzione, del principio di uguaglianza, dei Diritti fondamentali.
Ma non diritti astratti, freddi, puramente declamati, ma diritti considerati nella concretezza della loro violazione.
-L'Europa e dunque l'Italia tradirebbero la loro natura e la loro cultura se non mettessero a fuoco il ripetersi di violazioni su cui si deve far luce, si appiattirebbero, rinunciando ad essere il luogo ideale e complesso dove i diritti della democrazia siano effettivamente tutelati e promossi.
In un tempo così difficile nel quale siamo assediati da problemi ed emergenze di ordine mondiale, anche di natura economica, dove il consumo non può essere l'unico riferimento di progresso, occorre recuperare il senso ed il sentimento nazionale ed internazionale, superando un welfare ristretto, ma piuttosto garantendo un vissuto di umanità per mezzo dei diritti medesimi.
-Perché, non nascondiamocelo, la scelta a favore dei diritti fondamentali implica anche la NECESSITA' di mettersi nella prospettiva dei più deboli, di chi, cioè, vive l'insoddisfazione di quei diritti.
Riprendere a considerare la storia dal punto di vista degli oppressi, degli ultimi, guadagnando così una nuova immensa prospettiva del mondo umano.
Non è più tempo, allora, per chiudersi nella propria dimensione autoreferenziale, esornativa.
Ma quello del ritrovamento delle ragioni di un impegno serio e responsabile.
Sen. Assuntela Messina
Si tratta del primo intervento della senatrice barlettana, di cui di seguito forniamo testo integrale.
Signora Presidente del Senato, Onorevoli Colleghi
-Istituire una Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani risponde alla necessità per una Nazione di dotarsi nuovamente di un punto di riferimento istituzionale di alto profilo che valorizzi - ed in un certo senso riscopra - i nostri principi ed in particolare quelli della nostra Storia migliore, rilanciando ciò che nel tempo l'Italia ha saputo offrire anche a livello internazionale non solo alla cultura giuridica, ma alla democrazia consapevole.
Quella democrazia consapevole che non si fonda su pulsioni del momento, sulle paure scientificamente indotte, e che, invece, riflette su se stessa, dandosi una prospettiva, anche normativa, di lungo periodo.
Dobbiamo restituire voce – soprattutto – al senso alto della Politica, ben sapendo che essa non è, nel senso specifico della parola, una "istituzione", ma è ciò che "attraversa", condiziona e modifica le istituzioni stesse.
O vivificandole o inibendone le potenzialità.
-Il Senato della Repubblica Italiana ha una propria ed autorevolissima tradizione nella difesa dei diritti umani, se già nella precedente legislatura la Commissione istituita e presieduta dal Senatore Luigi Manconi ha svolto un proficuo lavoro, consentendo oggi di poter riallacciare le fila di un ragionamento di continuità e nello stesso tempo di novità, dettato dalle nuove emergenze e dal repentino mutamento degli scenari internazionali.
Oggi è più che mai necessario e urgente rifondare le condizioni per cogliere il dato culturale profondo rappresentato, al di là delle petizioni di principio e delle declamazioni, dalla divaricazione esistente tra Costituzione e realtà.
Tra ciò che costituisce il fondamento dello Stato da un lato, e i diritti non riconosciuti o, addirittura, negati, dall'altro.
-Come afferma Papa Francesco "va sempre protetta la libertà di aiutare gli altri per spirito umanitario".
Ma non è solo dal Vangelo che tale principio deriva, ma da una norma di legge costituzionale, che esprime il principio fondamentale di Fraternità, non espressamente menzionato dalla nostra Costituzione, a differenza di quella francese, ma che comunque impone alla nostra Repubblica di garantire i diritti inviolabili dell'uomo, richiedendo a tutti l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà.
La sintonia tra i doveri morali e quelli legali dovrebbe essere evidente, la forza della legge si aggiunge a quella etica, la solidarietà alla forza del diritto.
-La istituenda Commissione - noi tutti - dovremmo riflettere sulle negazioni sostanziali.
Sui temi del "diritto illegittimo" (che può, solo apparentemente, sembrare una contraddizione in termini) e del potere illegittimo.
Perché nulla, tanto in politica quanto nel diritto, è mai definitivamente acquisito alla coscienza della comunità se non è accompagnato – sempre – dal giudizio critico sulla situazione data, vale a dire sulle leggi vigenti, sul metodo legislativo, sull'effettività del controllo reciproco tra poteri dello Stato.
Va ribadita e rafforzata la garanzia che i diritti vengano sempre rispettati, e questa garanzia non passa unicamente attraverso una normativa, pur se rinnovata, ma va coniugata ad una fase operativa che è figlia di ispirazione teorico-normativa e di pratiche costruttive, nonché di esempi.
-Questo impegno sicuramente rappresenterà la cifra dell'istituenda Commissione, che in questo modo ribadirebbe il valore anche educativo delle proprie funzioni.
Rivitalizzando cosi il peso dei diritti umani, dando forza non agli enunciati ma alle modalità di attuazione.
-La Storia (anche la nostra Storia) insegna che i poteri di ordine pubblico possono interferire, anche in maniera arbitraria, con la libertà personale; i poteri economici spesso contrastano con la libertà nel mondo del lavoro e con la tutela dell'ambiente; i poteri della giurisdizione possono confliggere o non essere coerenti con la massima Legge dello Stato o con gli ordinamenti internazionali.
-Il valore della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani si realizzerà in una operatività non appannata da alcuna pregiudiziale ideologica, spingendosi piuttosto nel campo magmatico della riflessione onesta e propositiva.
Sarà un percorso faticoso, sicuramente un compito difficile.
E' nella natura dei sistemi costituzionali, più o meno rigidi, che la sussunzione della legge e di tutti i poteri a quei principi di carattere umanitario non risulta mai perfettamente realizzabile.
-Esisterà sempre una certa dose di distanza tra norme e "fatto concreto" e possibili divergenze.
Ma devono essere evitate – ed è questo il compito della istituenda Commissione – le divaricazioni patologiche in cui i principi sono contraddetti; in cui non vengono tutelate le situazioni oggettive già previste dall'ordinamento oppure non si dà dignità e rilievo giuridico ai "bisogni" della persona, a ciò che è ancora un "diritto inespresso".
(A ben vedere, si ripropone la distinzione tra essere e dover essere, tema e questione avvertita dal sensibilità culturali e politiche più attente, quelle che hanno saputo e voluto antivedere, che hanno messo il progresso collettivo prima di ogni bene e consenso di parte).
Si pone, insomma, anche per noi, oggi, la necessità di una "scelta di campo", la cui radice più profonda sta nella scelta a favore della Costituzione, del principio di uguaglianza, dei Diritti fondamentali.
Ma non diritti astratti, freddi, puramente declamati, ma diritti considerati nella concretezza della loro violazione.
-L'Europa e dunque l'Italia tradirebbero la loro natura e la loro cultura se non mettessero a fuoco il ripetersi di violazioni su cui si deve far luce, si appiattirebbero, rinunciando ad essere il luogo ideale e complesso dove i diritti della democrazia siano effettivamente tutelati e promossi.
In un tempo così difficile nel quale siamo assediati da problemi ed emergenze di ordine mondiale, anche di natura economica, dove il consumo non può essere l'unico riferimento di progresso, occorre recuperare il senso ed il sentimento nazionale ed internazionale, superando un welfare ristretto, ma piuttosto garantendo un vissuto di umanità per mezzo dei diritti medesimi.
-Perché, non nascondiamocelo, la scelta a favore dei diritti fondamentali implica anche la NECESSITA' di mettersi nella prospettiva dei più deboli, di chi, cioè, vive l'insoddisfazione di quei diritti.
Riprendere a considerare la storia dal punto di vista degli oppressi, degli ultimi, guadagnando così una nuova immensa prospettiva del mondo umano.
Non è più tempo, allora, per chiudersi nella propria dimensione autoreferenziale, esornativa.
Ma quello del ritrovamento delle ragioni di un impegno serio e responsabile.
Sen. Assuntela Messina