Cronaca
Scempio e degrado al confine di zona Cannafresca
Campi incolti invasi da rifiuti ed erbacce che minacciano i raccolti vicini
Margherita - mercoledì 28 ottobre 2015
0.20
Un posto irriconoscibile. È il caso di dirlo, se per posto si intende campi coltivati e privi di rifiuti. Basta fare giro lungo ciò che rimane dei terreni al confine con zona Cannafresca a Margherita di Savoia per trovarne conferma. Appena giunti, già è un'impresa entrare nello sterrato che porta ai vari terreni per via di un tappeto di calcinacci fatto da chi li ha scaricati abusivamente. Iniziando il percorso, sembra che la civiltà in quella zona sia un valore mai esistito. Il risultato è sotto gli occhi chi vuol vedere. Lungo i campi ci sono rifiuti di ogni tipo: scarti edili, materiale incenerito, sacchi neri, ferro, polistirolo, pneumatici, vetro. Questo è solo, si fa per dire, ciò che appare a occhio nudo. Infatti, se si cerca fra le erbacce dei campi abbandonati è possibile trovare anche pezzi di vecchie automobili e cumuli di roba irriconoscibile perché smaltita illegalmente con un falò, come quelli che vengono fatti da tradizione all'Immacolata. Purtroppo alle parole non può essere aggiunto il tanfo che ricopre l'intera area a causa di questi rifiuti. Tutto questo è nulla se si pensa che in un campo, proprio sul ciglio del sentiero, c'è un cumulo di lastre di eternit abbandonate da qualcuno che ha pensato di toglierle magari nella propria casa di campagna, la cui rottura, com'è evidentemente già accaduto, sprigionerebbe un quantitativo di sostanze tossiche per l'uomo. Basti pensare che ci sono ditte specializzate per lo smaltimento dell'eternit.
Si consideri che a pochi metri c'è una coltivazione di finocchi. E non solo. Lungo il sentiero c'è un piccolo incrocio interno dov'è possibile osservare l'intero arredamento di un'abitazione, con frigorifero, televisione e resti di elettrodomestici vari, porte in legno, divano, materasso, addirittura tavolo e sedie accatastate in una rientranza del terreno con vere e proprie montagnette di calcinacci. Tutto questo come afferma un esperto del settore agricolo: «Danneggia l'agricoltura. Il motivo è semplicissimo: il campo abbandonato è facile preda di incivili che con i loro rifiuti danneggiano anche le colture vicine. Inoltre, un campo abbandonato è sinonimo di erbacce di una certa altezza che per autocombustione o per motivi dolosi posso andare in preda alle fiamme e bruciare anche il raccolto del contadino che ha la campagna confinante». Ma il viaggio lungo i sentieri dell'inciviltà non finisce qui.
Se si prosegue, poco più avanti ci sono i terreni di fronte all'incrocio di via Canosium, lungo viale Ofanto, dove lo scenario non cambia molto. Anche qui ci sono distese di terreni abbandonati e quindi pericolosi, invasi ogni tipo di scarto immaginabile: pezzi di un vecchio televisore, immondizia, calcinacci, guanti. La particolarità di questa zona è la presenza di intere reti e di cozze nere abbandonate nei campi. Oltre alle bottiglie di detersivo, ci sono scarti agricoli come sacchi di concime e polistirolo, per cui è previsto, come afferma l'esperto: «Uno smaltimento da parte di aziende specializzate. Se questo non dovesse accadere, i privati incorrerebbero in una sanzione di 600 euro, mentre le aziende andrebbero incontro a una procedura penale per disastro ambientale. Per le amministrazioni locali questo problema non è difficile da risolvere. La legge prevede che i proprietari debbano tenere puliti i propri terreni. Se questo non dovesse accadere, si potrebbe incorrere in sanzioni che spingerebbero il padrone a vendere o comunque affittare il campo, mettendo così in moto il mercato agricolo, creando nuovi posti di lavoro».
Si consideri che a pochi metri c'è una coltivazione di finocchi. E non solo. Lungo il sentiero c'è un piccolo incrocio interno dov'è possibile osservare l'intero arredamento di un'abitazione, con frigorifero, televisione e resti di elettrodomestici vari, porte in legno, divano, materasso, addirittura tavolo e sedie accatastate in una rientranza del terreno con vere e proprie montagnette di calcinacci. Tutto questo come afferma un esperto del settore agricolo: «Danneggia l'agricoltura. Il motivo è semplicissimo: il campo abbandonato è facile preda di incivili che con i loro rifiuti danneggiano anche le colture vicine. Inoltre, un campo abbandonato è sinonimo di erbacce di una certa altezza che per autocombustione o per motivi dolosi posso andare in preda alle fiamme e bruciare anche il raccolto del contadino che ha la campagna confinante». Ma il viaggio lungo i sentieri dell'inciviltà non finisce qui.
Se si prosegue, poco più avanti ci sono i terreni di fronte all'incrocio di via Canosium, lungo viale Ofanto, dove lo scenario non cambia molto. Anche qui ci sono distese di terreni abbandonati e quindi pericolosi, invasi ogni tipo di scarto immaginabile: pezzi di un vecchio televisore, immondizia, calcinacci, guanti. La particolarità di questa zona è la presenza di intere reti e di cozze nere abbandonate nei campi. Oltre alle bottiglie di detersivo, ci sono scarti agricoli come sacchi di concime e polistirolo, per cui è previsto, come afferma l'esperto: «Uno smaltimento da parte di aziende specializzate. Se questo non dovesse accadere, i privati incorrerebbero in una sanzione di 600 euro, mentre le aziende andrebbero incontro a una procedura penale per disastro ambientale. Per le amministrazioni locali questo problema non è difficile da risolvere. La legge prevede che i proprietari debbano tenere puliti i propri terreni. Se questo non dovesse accadere, si potrebbe incorrere in sanzioni che spingerebbero il padrone a vendere o comunque affittare il campo, mettendo così in moto il mercato agricolo, creando nuovi posti di lavoro».