Attualità
Ristorazione in ginocchio, «Vendite dimezzate, migliaia di aziende chiuse e posti di lavoro persi»
Coldiretti: «Nuovo Dpcm penalizza ingiustamente il settore»
Margherita - giovedì 29 ottobre 2020
Comunicato Stampa
Le vendite di cibi e bevande nel settore della ristorazione sono praticamente dimezzate (-48%) nel corso dell'anno con un impatto drammatico a valanga sull'intera filiera, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole, alimentari e agrituristiche regionali. È quanto emerge da una elaborazione della Coldiretti Puglia sulla base dei dati Ismea in occasione della mobilitazione in piazza dei ristoratori con la Fipe sulle pesanti conseguenze dell'emergenza Covid per 12.530 ristoranti, bar e pizzerie in Puglia che danno lavoro a quasi 57mila dipendenti.
Qui l'approfondimento di BariViva sulla protesta.
«L'approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che durante il lungo lockdown è stata sostenuta anche dalle consegne a domicilio e dall'asporto, un sistema che pagherà a caro prezzo gli effetti dei nuovi provvedimenti per contenere la pandemia», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il provvedimento di chiusura che grava anche sugli 850 agriturismi regionali, alcuni dei quali hanno già deciso la chiusura, non risparmia la Puglia che ha già risentito della crisi causata dal Covid con 800mila turisti in meno, 3mila aziende chiuse e circa 7 mila posti di lavoro persi.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
L'emergenza rischia di penalizzare ingiustamente anche l'agriturismo che può contare secondo Campagna Amica su 850 agriturismi pugliesi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto. Si tratta forse – conclude Coldiretti – dei luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e alleggerire gli assembramenti nelle città.
«Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – conclude il presidente Muraglia - per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all'emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l'acquisto di prodotti alimentari Made in Italy».
Qui l'approfondimento di BariViva sulla protesta.
«L'approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che durante il lungo lockdown è stata sostenuta anche dalle consegne a domicilio e dall'asporto, un sistema che pagherà a caro prezzo gli effetti dei nuovi provvedimenti per contenere la pandemia», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il provvedimento di chiusura che grava anche sugli 850 agriturismi regionali, alcuni dei quali hanno già deciso la chiusura, non risparmia la Puglia che ha già risentito della crisi causata dal Covid con 800mila turisti in meno, 3mila aziende chiuse e circa 7 mila posti di lavoro persi.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
L'emergenza rischia di penalizzare ingiustamente anche l'agriturismo che può contare secondo Campagna Amica su 850 agriturismi pugliesi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto. Si tratta forse – conclude Coldiretti – dei luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e alleggerire gli assembramenti nelle città.
«Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – conclude il presidente Muraglia - per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all'emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l'acquisto di prodotti alimentari Made in Italy».