Legambiente Premio Ecosistema Urbano
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Territorio

Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente: dalla BAT dati mancanti o incompleti

Andria, Barletta e Trani non considerate nella classifica. Brindisi migliore in Puglia

Un Paese fermo, dove è marcato il divario tra Nord e Sud. Città ingessate, statiche e pigre. Pochi i passi avanti fatti finora specie sul fronte della mobilità sostenibile. È quanto emerge dalla ventiduesima edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Sole 24 Ore sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. Quest'anno a guidare la classifica nazionale sono Verbania, Trento, Belluno, Bolzano Macerata e Oristano. Sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tra i capoluoghi di provincia resta ancora grave l'assenza della BAT perchè i dati dei tre capoluoghi non sono stati presi in considerazione perché incompleti ed in alcuni casi non pervenuti. Nella classifica generale di Ecosistema Urbano, invece, in Puglia salgono i capoluoghi di provincia Brindisi, Foggia e Bari, rispettivamente al 37°, 56° e 66° posto, seguiti da Taranto e Lecce, rispettivamente al 82° e 89° posto.

Tre indici sulla qualità dell'aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull'offerta, il secondo sull'uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modal share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull'incidentalità stradale, due sull'energia (consumi e diffusione rinnovabili). In questa edizione sono due su diciotto gli indicatori selezionati per la classifica finale (incidenti stradali e consumi energetici domestici) che utilizzano dati Istat.

In particolare, Foggia è tra le migliori per la minore emissione di biossido di azoto, per la bassa percentuale di dispersioni idriche, che la incorona prima nella classifica nazionale con solo il 5,4%, e per il basso modal share, ovvero la percentuale di spostamenti privati motorizzati (auto e moto), mentre è la peggiore per percentuale di raccolta differenziata; Lecce migliore per la bassa concentrazione di ozono, Taranto, fra le grandi città, è la peggiore per il numero di passeggeri che annualmente usufruiscono del trasporto pubblico. Scendendo nel dettaglio, dall'esame dei tre indicatori sulla qualità dell'aria (Biossido di Azoto, PM10 e Ozono) la situazione rimane stabile nei capoluoghi pugliesi. Il dato sulla dispersione dell'acqua dalla rete, ovvero la differenza tra l'acqua immessa e l'acqua consumata per usi civili, industriali e agricoli, conferma un panorama molto variegato: si passa dalla migliore performance di Foggia, prima nella classifica nazionale, con il 5,4%, alla peggiore di Bari, con il 51,3%. Nel mezzo, Brindisi, Taranto e Lecce rispettivamente con il 37,4%, 38,8% e il 45,7%. Per ciò che riguarda invece il consumo idrico domestico la situazione resta sostanzialmente invariata: rimane alto a Lecce con 153,3 litri pro-capite mentre è il più basso a Foggia con 119,5 litri. È stabile invece la situazione quanto alla capacità di depurazione degli scarichi civili.

Non migliora la produzione annuale pro capite di rifiuti urbani: anche quest'anno è Lecce che ne produce in quantità maggiore, raggiungendo 614 kg per abitante all'anno. È Foggia, invece, il capoluogo che ne produce di meno, con 456,5 kg per abitante. Sempre in stallo, invece, la raccolta differenziata in tutti i capoluoghi: sebbene vi sia un sensibilissimo aumento delle percentuali restano lontanissimi dagli obiettivi di legge, con Foggia ferma al 6,7%. Nel trasporto pubblico, sia sul fronte passeggeri trasportati annualmente per abitante che su quello inerente la percorrenza annua per abitante, le città pugliesi occupano posizioni discrete nella classifica generale. Quanto all'indice modal share, ovvero la percentuale di spostamenti privati motorizzati (auto e moto), si distingue anche quest'anno Foggia, al 4° posto della classifica nazionale, mentre negli altri capoluoghi pugliesi è la mobilità privata a farla ancora da padrona. Sul tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto circolanti ogni 100 abitanti, le migliori sono Foggia e Bari, mentre la peggiore è Lecce. Per il tasso di motorizzazione dei motocicli circolanti, Foggia si riconferma al primo posto della classifica generale con il valore più basso, ossia 5 motocicli ogni 100 abitanti, mentre ancora una volta Lecce è la peggiore con 12 motocicli. Rispetto all'indice che misura il tasso di mortalità per incidenti stradali ogni 10mila abitanti, nella classifica generale, la peggiore città pugliese è Foggia.

Per quanto riguarda le isole pedonali, Bari si piazza in vetta alle province pugliesi. In merito all'indice di ciclabilità, che misura i metri equivalenti di piste ciclabili ogni cento abitanti, è Lecce il migliore fra i capoluoghi pugliesi con 15,22 m_eq/100 abitanti. Invece, in una situazione sostanzialmente invariata, Foggia resta la città con i più bassi consumi elettrici domestici e si colloca fra le prime dieci città italiane. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, ovvero solare termico e fotovoltaico installato sugli edifici comunali, fra i capoluoghi pugliesi si distingue Bari con 4,36 kW ogni mille abitanti. «Anche nella XXII^ edizione di Ecosistema Urbano – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – emerge un quadro sostanzialmente statico delle performance ambientali delle città capoluogo pugliesi, che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile. Non si può procedere solo con interventi puntuali. La trasformazione delle città è una grande sfida che non può non passare dalla messa in sicurezza dalle catastrofi naturali, dal rilancio della vita sociale nei quartieri, dalla valorizzazione della cultura, dalla riqualificazione energetica, dall'arresto del consumo di suolo, dagli investimenti nel sistema del trasporto periurbano sino al sostegno alla mobilità nuova».
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