
Eventi e cultura
Raffaele Riefoli, musicista di Margherita di Savoia: “La musica continua a divertirmi, oggi penso a progetti inediti"
L’artista, vissuto per anni a Milano, è tornato in Puglia nella sua città originaria
Margherita - mercoledì 5 marzo 2025
10.13
La passione per la musica è il leit motiv che contraddistingue la vita personale e artistica di Raffaele Riefoli, musicista originario di Margherita di Savoia. Dedicatosi alla musica sin dalla tenera età prediligendo prima la batteria e scegliendo dopo la chitarra, Raffaele ha poi frequentato l'associazione "Amici della Musica" per diversi anni.
Successivamente, con grande impegno, ha proseguito gli studi di Chitarra seguendo le lezioni private impartite dal Maestro Peppino Bufo. Dopo la morte prematura di Bufo, avvenuta nel 2007, ha continuato il percorso di studi seguendo le lezioni private del Maestro Roberto Di Virgilio, affermato tournista a livello nazionale.
Ottenuto il diploma di Odontotecnico, Raffaele si è iscritto al Conservatorio di Musica "Luisa D'Annunzio" di Pescara. In questo lasso di tempo ha studiato e approfondito il canto, proseguendo l'attività di musicista con progetti inediti e tribute band tra la Puglia e Milano.
Dopo aver vissuto alcuni anni nel capoluogo lombardo, Raffaele ha deciso di ritornare in Puglia, e ora si trova a Margherita di Savoia.
Ciao Raffaele, quanta strada hai già percorso in ambito musicale, e quanta ancora ne hai da fare? Quali obiettivi vorresti raggiungere?
Sono in un momento della vita in cui ho deciso di aprirmi a varie occasioni, senza riflettere più di tanto e cercando solo di godere di ciò che la musica può darmi. Ho già lavorato ad alcuni progetti inediti, come quello che ho avuto l'onore di presentare l'anno scorso in un evento organizzato presso le Saline, si intitola "Steel drop", e altri ne ho in cantiere. Vorrei continuare a divertirmi suonando, soprattutto ora che sono ritornato in Puglia dopo aver vissuto a Milano: la vita di città mi aveva spento. Non guadagno tanto da mantenermi con la musica, ma non me ne faccio un cruccio, anzi. Non perdo di vista la voglia di divertirmi ed esprimere me stesso attraverso la musica.
La tua omonimia con il cantante Raf, anche lui di origine margheritana e molto amato dal pubblico, ti inorgoglisce?
Io sono il nipote di Raf. Certo, mi inorgoglisce molto il fatto che sia mio zio, perché è un cantautore che ha scritto una pagina importante della musica italiana. Lui ha composto brani che rimarranno nella memoria di tante persone. Io stesso, quando suono dal vivo alcuni suoi brani, sono felice di vedere la gente che canta, mi rendo conto che è riuscito ad entrare nel cuore di tante persone attraverso la musica. In genere non mi faccio vanto di questa parentela, a meno che non mi si fa la domanda diretta. Una cosa è certa, e devo ammetterla: non avrei suonato come faccio adesso e non avrei avuto determinati gusti musicali se lui non fosse stato mio zio. Sin da ragazzino ho seguito la sua carriera, conosco ogni brano della sua discografia, e anche se non abbiamo un rapporto continuo, rappresenta una parte fondamentale della mia vita.
Hai mai pensato di partecipare ad un talent show come "Amici"? Cosa pensi di questo strumento per farsi conoscere?
Ho pensato di partecipare ad un talent, sì, ma non ho ancora trovato il coraggio di farlo (almeno sino ad ora). Tornato in Puglia ho attraversato un momento di difficoltà, ora sono un po' più tranquillo, vorrei realizzare qualche brano inedito, penso che i talent si rivolgano soprattutto ai più giovani. E' una vetrina sicuramente ottima, anche se non so quanto possa durare. Ogni artista deve poi decidere se accettare o meno i compromessi che ne derivano.
Cosa significa essere un musicista oggi?
Credo che sia molto complicato essere un musicista oggi. Le session in studio sono sempre meno, da casa si può registrare facilmente per chi sta dall'altra parte del mondo. E' diventato tutto più egoistico, si lavora da soli per poi andare in studio ad ultimare il brano, prima di farlo uscire. Rispetto al passato sono cambiate molte cose: con la tecnologia anche la musica ormai si crea in solitaria, spesso manca il confronto e il dialogo con i colleghi.
Cosa consiglieresti ad un giovane che oggi vorrebbe vivere della sua passione, cioè la musica?
Dunque, io consiglierei di studiare non per forza per ottenere il titolo (anche se questo è indispensabile per alcune professioni, come il maestro d'orchestra a d esempio). Per lavorare nel mondo della musica bisogna studiare prima di tutto per se stessi, scrivere brani e farli ascoltare, essere musicisti a 360° senza fossilizzarsi su un singolo strumento. Ad un giovane aspirante musicista consiglierei di sviluppare la capacità di creare un progetto al pc, che dimostri inventiva e che possa essere ben visto sui social. Inoltre, per essere musicisti preparati, è importante ascoltare tanta musica, di tutti i generi.
Si sono spenti da poco i riflettori sul Festival di Sanremo 2025: cosa pensi di questa kermesse musicale che attira ogni anno non solo un pubblico di ogni età, ma anche varie polemiche?
Il Festival di Sanremo non mi ha mai appassionato, né la gara né ciò che gira attorno ad essa, ma sono contento che ci siano ancora cantautori come Brunori Sas e Lucio Corsi, e spero che queste poche mosche bianche non siano spazzate via dalle dinamiche dello spettacolo e dell'industria musicale.
Successivamente, con grande impegno, ha proseguito gli studi di Chitarra seguendo le lezioni private impartite dal Maestro Peppino Bufo. Dopo la morte prematura di Bufo, avvenuta nel 2007, ha continuato il percorso di studi seguendo le lezioni private del Maestro Roberto Di Virgilio, affermato tournista a livello nazionale.
Ottenuto il diploma di Odontotecnico, Raffaele si è iscritto al Conservatorio di Musica "Luisa D'Annunzio" di Pescara. In questo lasso di tempo ha studiato e approfondito il canto, proseguendo l'attività di musicista con progetti inediti e tribute band tra la Puglia e Milano.
Dopo aver vissuto alcuni anni nel capoluogo lombardo, Raffaele ha deciso di ritornare in Puglia, e ora si trova a Margherita di Savoia.
Ciao Raffaele, quanta strada hai già percorso in ambito musicale, e quanta ancora ne hai da fare? Quali obiettivi vorresti raggiungere?
Sono in un momento della vita in cui ho deciso di aprirmi a varie occasioni, senza riflettere più di tanto e cercando solo di godere di ciò che la musica può darmi. Ho già lavorato ad alcuni progetti inediti, come quello che ho avuto l'onore di presentare l'anno scorso in un evento organizzato presso le Saline, si intitola "Steel drop", e altri ne ho in cantiere. Vorrei continuare a divertirmi suonando, soprattutto ora che sono ritornato in Puglia dopo aver vissuto a Milano: la vita di città mi aveva spento. Non guadagno tanto da mantenermi con la musica, ma non me ne faccio un cruccio, anzi. Non perdo di vista la voglia di divertirmi ed esprimere me stesso attraverso la musica.
La tua omonimia con il cantante Raf, anche lui di origine margheritana e molto amato dal pubblico, ti inorgoglisce?
Io sono il nipote di Raf. Certo, mi inorgoglisce molto il fatto che sia mio zio, perché è un cantautore che ha scritto una pagina importante della musica italiana. Lui ha composto brani che rimarranno nella memoria di tante persone. Io stesso, quando suono dal vivo alcuni suoi brani, sono felice di vedere la gente che canta, mi rendo conto che è riuscito ad entrare nel cuore di tante persone attraverso la musica. In genere non mi faccio vanto di questa parentela, a meno che non mi si fa la domanda diretta. Una cosa è certa, e devo ammetterla: non avrei suonato come faccio adesso e non avrei avuto determinati gusti musicali se lui non fosse stato mio zio. Sin da ragazzino ho seguito la sua carriera, conosco ogni brano della sua discografia, e anche se non abbiamo un rapporto continuo, rappresenta una parte fondamentale della mia vita.
Hai mai pensato di partecipare ad un talent show come "Amici"? Cosa pensi di questo strumento per farsi conoscere?
Ho pensato di partecipare ad un talent, sì, ma non ho ancora trovato il coraggio di farlo (almeno sino ad ora). Tornato in Puglia ho attraversato un momento di difficoltà, ora sono un po' più tranquillo, vorrei realizzare qualche brano inedito, penso che i talent si rivolgano soprattutto ai più giovani. E' una vetrina sicuramente ottima, anche se non so quanto possa durare. Ogni artista deve poi decidere se accettare o meno i compromessi che ne derivano.
Cosa significa essere un musicista oggi?
Credo che sia molto complicato essere un musicista oggi. Le session in studio sono sempre meno, da casa si può registrare facilmente per chi sta dall'altra parte del mondo. E' diventato tutto più egoistico, si lavora da soli per poi andare in studio ad ultimare il brano, prima di farlo uscire. Rispetto al passato sono cambiate molte cose: con la tecnologia anche la musica ormai si crea in solitaria, spesso manca il confronto e il dialogo con i colleghi.
Cosa consiglieresti ad un giovane che oggi vorrebbe vivere della sua passione, cioè la musica?
Dunque, io consiglierei di studiare non per forza per ottenere il titolo (anche se questo è indispensabile per alcune professioni, come il maestro d'orchestra a d esempio). Per lavorare nel mondo della musica bisogna studiare prima di tutto per se stessi, scrivere brani e farli ascoltare, essere musicisti a 360° senza fossilizzarsi su un singolo strumento. Ad un giovane aspirante musicista consiglierei di sviluppare la capacità di creare un progetto al pc, che dimostri inventiva e che possa essere ben visto sui social. Inoltre, per essere musicisti preparati, è importante ascoltare tanta musica, di tutti i generi.
Si sono spenti da poco i riflettori sul Festival di Sanremo 2025: cosa pensi di questa kermesse musicale che attira ogni anno non solo un pubblico di ogni età, ma anche varie polemiche?
Il Festival di Sanremo non mi ha mai appassionato, né la gara né ciò che gira attorno ad essa, ma sono contento che ci siano ancora cantautori come Brunori Sas e Lucio Corsi, e spero che queste poche mosche bianche non siano spazzate via dalle dinamiche dello spettacolo e dell'industria musicale.