
Religioni
Pentecoste, una riflessione di p. Savino Castiglione
La lettera del religioso della piccola missione per i sordomuti, nativo di Margherita di Savoia
Margherita - domenica 4 giugno 2017
Mai stata così attuale la Pentecoste, come in questi tempi di globalizzazione. È dietro l'angolo la Babele dell'incomunicabilità.
Per importanza, la Pentecoste è la seconda festa dell'anno liturgico dopo la Pasqua e prima del Natale.
L'umanità ha già fatto esperienza di globalizzazioni.
Una fallì miseramente e l'altra continua.
Quella che fallì è raffigurata nell'episodio della torre di Babele.
Quella che ha la sua pur faticosa realizzazione, ebbe il suo clamoroso inizio a Gerusalemme il giorno della Pentecoste.
- Costruendo la torre di Babele (simbolo della pretesa di impossessarsi del cielo, interpretato materialmente) l'umanità "volle farsi un nome" ossia sfidò Dio per orgoglio e autosufficienza. Nella città dell'orgoglio, però, avvenne la dispersione e la confusione delle lingue e l'umanità sperimentò la frattura lacerante della non comunicabilità. A Babele, "nessuno comprendeva più la lingua del vicino" (Genesi 11,7).
- Con la Pentecoste, è lo Spirito di Dio che, atteso e accolto, irrompe su un gruppo di uomini e l'umanità ritorna (o comincia a ritornare) all'unità delle origini e ricompone il progetto di Dio, che l'esperienza di Babele aveva frantumato. Realizza l'unità delle lingue, per cui gente di ogni idioma e nazione comprende gli Apostoli, "pieni di Spirito Santo", parlare nella loro lingua. A Gerusalemme, quel giorno della Pentecoste, "ciascuno comprendeva nella propria lingua".
L'evento della Pentecoste è raccontato da Luca negli Atti degli Apostoli).
Nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua ("pentecoste", in greco vuol dire "cinquantesimo"), quando gli ebrei celebravano la mietitura del grano e ricordavano la consegna della legge a Mosè sul monte Sinai, la "Festa dell'alleanza", gli Apostoli riuniti in preghiera con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme, ricevettero lo Spirito Santo come aveva promesso Gesù risorto, prima di scomparire definitivamente dalla loro vista.
Lo Spirito Santo scese su Maria e gli apostoli, in preghiera nel Cenacolo, preceduto da "un rombo, come di vento gagliardo" e sotto forma di "lingue di fuoco",avendo come effetto esteriore il loro "parlare in altre lingue".
Da quel momento, essi furono trasformati.
Questo racconto, nei suoi segni esteriori (tuono, vento, fuoco e fragori), ricalca la grande manifestazione divina del monte Sinai. Su quel monte, Dio dette la legge al suo popolo: nel Cenacolo di Gerusalemme, lo Spirito di Dio, che è insieme lo Spirito di Cristo risorto, porta a compimento la salvezza dell'uomo.
Questa salvezza si realizza nella figliolanza divina. Ecco la grande svolta.
L'Alleanza nuova non è più una legge simbolicamente scritta su tavole di pietra, ma sull'azione dello Spirito mandato da Cristo a realizzare un'umanità nuova. Tutti gli uomini diventano realmente figli di Dio.
"E voi – scrive Paolo con passione – non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figlia adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!".
Il cristianesimo, grazie allo Spirito Santo ci permette di chiamare Dio: "Papà".
Perché non sia retorica o mito, ecco la proposta di Cristo nel vangelo festivo di Giovanni: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore (il termine "Paraclito", con cui Gesù indica lo Spirito Santo, vuol dire anche "avvocato, difensore, intercessore") perché rimanga con voi sempre".
E San Paolo precisa a tutti noi che, se abbiamo ricevuto lo Spirito, non possiamo più "vivere secondo la carne", ossia obbedendo a logiche mondane che portano alla morte, alla schiavitù dei sensi, all'orgoglio, alla voglia di sopraffazione e all'egoismo. In una realtà nella quale si assiste ad un'orgia di tecnologia nel mondo di una comunicazione fine a se stessa e che sembra portare solamente ad accrescere… l'incomunicabilità.
Babele o Pentecoste?... A noi la scelta.
Buona domenica.
Auguri di pace e gioia nel Signore.
P. Savino
Per importanza, la Pentecoste è la seconda festa dell'anno liturgico dopo la Pasqua e prima del Natale.
L'umanità ha già fatto esperienza di globalizzazioni.
Una fallì miseramente e l'altra continua.
Quella che fallì è raffigurata nell'episodio della torre di Babele.
Quella che ha la sua pur faticosa realizzazione, ebbe il suo clamoroso inizio a Gerusalemme il giorno della Pentecoste.
- Costruendo la torre di Babele (simbolo della pretesa di impossessarsi del cielo, interpretato materialmente) l'umanità "volle farsi un nome" ossia sfidò Dio per orgoglio e autosufficienza. Nella città dell'orgoglio, però, avvenne la dispersione e la confusione delle lingue e l'umanità sperimentò la frattura lacerante della non comunicabilità. A Babele, "nessuno comprendeva più la lingua del vicino" (Genesi 11,7).
- Con la Pentecoste, è lo Spirito di Dio che, atteso e accolto, irrompe su un gruppo di uomini e l'umanità ritorna (o comincia a ritornare) all'unità delle origini e ricompone il progetto di Dio, che l'esperienza di Babele aveva frantumato. Realizza l'unità delle lingue, per cui gente di ogni idioma e nazione comprende gli Apostoli, "pieni di Spirito Santo", parlare nella loro lingua. A Gerusalemme, quel giorno della Pentecoste, "ciascuno comprendeva nella propria lingua".
L'evento della Pentecoste è raccontato da Luca negli Atti degli Apostoli).
Nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua ("pentecoste", in greco vuol dire "cinquantesimo"), quando gli ebrei celebravano la mietitura del grano e ricordavano la consegna della legge a Mosè sul monte Sinai, la "Festa dell'alleanza", gli Apostoli riuniti in preghiera con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme, ricevettero lo Spirito Santo come aveva promesso Gesù risorto, prima di scomparire definitivamente dalla loro vista.
Lo Spirito Santo scese su Maria e gli apostoli, in preghiera nel Cenacolo, preceduto da "un rombo, come di vento gagliardo" e sotto forma di "lingue di fuoco",avendo come effetto esteriore il loro "parlare in altre lingue".
Da quel momento, essi furono trasformati.
Questo racconto, nei suoi segni esteriori (tuono, vento, fuoco e fragori), ricalca la grande manifestazione divina del monte Sinai. Su quel monte, Dio dette la legge al suo popolo: nel Cenacolo di Gerusalemme, lo Spirito di Dio, che è insieme lo Spirito di Cristo risorto, porta a compimento la salvezza dell'uomo.
Questa salvezza si realizza nella figliolanza divina. Ecco la grande svolta.
L'Alleanza nuova non è più una legge simbolicamente scritta su tavole di pietra, ma sull'azione dello Spirito mandato da Cristo a realizzare un'umanità nuova. Tutti gli uomini diventano realmente figli di Dio.
"E voi – scrive Paolo con passione – non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figlia adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!".
Il cristianesimo, grazie allo Spirito Santo ci permette di chiamare Dio: "Papà".
Perché non sia retorica o mito, ecco la proposta di Cristo nel vangelo festivo di Giovanni: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore (il termine "Paraclito", con cui Gesù indica lo Spirito Santo, vuol dire anche "avvocato, difensore, intercessore") perché rimanga con voi sempre".
E San Paolo precisa a tutti noi che, se abbiamo ricevuto lo Spirito, non possiamo più "vivere secondo la carne", ossia obbedendo a logiche mondane che portano alla morte, alla schiavitù dei sensi, all'orgoglio, alla voglia di sopraffazione e all'egoismo. In una realtà nella quale si assiste ad un'orgia di tecnologia nel mondo di una comunicazione fine a se stessa e che sembra portare solamente ad accrescere… l'incomunicabilità.
Babele o Pentecoste?... A noi la scelta.
Buona domenica.
Auguri di pace e gioia nel Signore.
P. Savino