Mensa scolastica, di Feo: «Ingiusto inserirla nel piano di rientro»

«La mensa scolastica è sia un diritto di bambini e famiglie che un'opportunità di lavoro». A ribadirlo è il responsabile territoriale della UGL, unione generale del lavoro, Nicola di Feo, che ha affermato quanto sia «inaccettabile inserire un servizio socialmente utile come la mesa scolastica nel piano di rientro. Non sono questi i tagli che un'amministrazione deve operare». Il problema nasce con la rescissione del contratto fra l'azienda produttrice del servizio, GAM con sede a Lucera, e il Comune di Margherita di Savoia, perché ritenuto troppo costoso per un ente sull'orlo del dissesto finanziario come quello salinaro. Per cercare di garantire questo servizio, all'inizio dell'anno scolastico 2015/2016, il vicesindaco Angela Cristiano, assessore alla cultura, dopo aver abbandonato definitivamente l'idea di un servizio mensa, ha aperto le porte a un accordo, mai stipulato, con l'istituto Alberghiero. In questo modo il Comune avrebbe dovuto provvedere soltanto all'acquisto della materia prima, la trasformazione sarebbe stata a carico degli alunni, senza specificare le modalità di trasporto e quindi tutti i parametri previsti dalla legge.

Una proposta morta sul nascere, tanto da «lasciare la città sprovvista della mensa per i bambini dell'asilo - dice di Feo, durante un'incontro svoltosi questa mattina - Questo gesto ha comportato non solo il licenziamento di 14 persone ma serie difficoltà economiche per 14 famiglie. La UGL è intervenuta negli interessi degli operai e delle loro famiglie perché non è possibile vedere un'amministrazione comunale così disinteressata che esprime soltanto belle parole, allontanandosi dal problema». E mentre c'è chi attribuisce a questo incontro una manipolazione politica perché svolto nella sede del PD, «un gesto fatto solo per dare un luogo in cui i lavoratori e i genitori potessero incontrarsi a titolo totalmente gratuito - ha ricordato di Feo - visto che si tratta di operai che lottano quotidianamente per portare il pane a tavola», come ha affermato il segretario Giuseppe Napoletano, ci sono padri di famiglia che «chiedono di tornare a lavorare. La struttura dell'azienda era ben definita con cuochi, autisti, magazzinieri e altre figure con un totale di 14 dipendenti», come hanno affermato gli stessi lavoratori.