Territorio
«Mai così tanti pugliesi costetti a chiedere aiuto per mangiare»
Indici di povertà da record secondo l'analisi di Coldretti
Margherita - lunedì 18 aprile 2022
Dati molto allarmanti, quelli diffusi e analizzati da Coldiretti nei giorni scorsi. «Mai così tanti pugliesi si sono trovati in difficoltà come in queto periodo. Oltre 120mila persone sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare in occasione delle festività pasquali per colpa della guerra e dell'aumento dell'inflazione che colpisce i prezzi del carrello della spesa»è quanto sostenuto dall'organizzazione di categoria degli agricoltori.
Coldiretti, su tutto il territorio nazionale, ha donato oltre 6 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, anche attraverso l'iniziativa "La spesa sospesa" nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. I generi di prima necessità raccolti sono stati consegnati agli enti caritatevoli ed ai servizi sociali dei Comuni.
«Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate o danneggiate dalle limitazioni rese necessarie in due anni di pandemia» hanno spiegato da Coldiretti. «Persone e famiglie che mai prima d'ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. La punta dell'iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata dal numero cresciuto esponenzialmente di persone a rischio povertà, con un'incidenza media pari al 30.4%. Tra le categorie più deboli in Puglia si contano oltre 30mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di essere assistiti e sono a forte rischio di povertà anche educativa e di dispersione scolastica ma anche gli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi poveri di cui circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento».
La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
Coldiretti, su tutto il territorio nazionale, ha donato oltre 6 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, anche attraverso l'iniziativa "La spesa sospesa" nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. I generi di prima necessità raccolti sono stati consegnati agli enti caritatevoli ed ai servizi sociali dei Comuni.
«Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate o danneggiate dalle limitazioni rese necessarie in due anni di pandemia» hanno spiegato da Coldiretti. «Persone e famiglie che mai prima d'ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. La punta dell'iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata dal numero cresciuto esponenzialmente di persone a rischio povertà, con un'incidenza media pari al 30.4%. Tra le categorie più deboli in Puglia si contano oltre 30mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di essere assistiti e sono a forte rischio di povertà anche educativa e di dispersione scolastica ma anche gli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi poveri di cui circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento».
La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.