Vita di città
La macchina della solidarietà delle associazioni di volontariato
Ecco spiegato come vengono gestite le donazioni
Margherita - lunedì 6 aprile 2020
18.35
La macchina della solidarietà della associazioni di volontariato vista dal suo interno. A Margherita di Savoia, come tutte la parti d'Italia, l'emergenza da Covid-19 è diventata una vera crisi economica che ha colpito diverse famiglie. Molte sono le attività commerciali che hanno subito uno stop forzato da parte del Governo come misura anti contagio. Le quattro Caritas parrocchiali, l'Unitalsi e il Vincenziano hanno creato una rete di volontari che sta collaborando anche con gli assistenti sociali del Comune nella distribuzione dei buoni spesa.
Nel dettaglio il sistema è così organizzato: la sede dell'Unitalsi è diventata il punto di raccolta dei viveri donati dai cittadini o dalle aziende. Quotidianamente gli alimenti vengono divisi fra le Caritas e il Vincenziano. Loro sono le sentinelle del territorio, il punto di contatto con i bisogni della popolazione quindi a loro è affidato il compito di distribuire il cibo a chi ne ha più bisogno. Per quanto riguarda, invece, gli aiuti economici, le offerte vengono versate sul conto corrente della parrocchia del Santissimo Salvatore e poi distribuite con lo stesso criterio dei viveri. Tutto viene tracciato. Chi utilizza il denaro (fra Unitalsi, Caritas e Vincenziano), deve presentare la documentazione al parroco don Matteo Martire.
«Noi siamo volontari perché vogliamo bene alla città e ai poveri», ha affermato il coordinatore della macchina della solidarietà e presidente nazionale Unitalsi il giudice Antonio Diella. «Noi aiutiamo ma vorremmo anche noi un aiuto, con consiglio e, per chi crede, una preghiera - ha continuato -. Non sedetevi sulla riva del fiume ad aspettare che i volontari sbaglino. Abbiamo scelto di servire, ma non siamo servi. Non abbiamo interessi di partito o di natura economica. Non vogliamo applausi. Vogliamo solo essere compresi. Anche per noi è difficile. Non è facile stare tutto il giorno con guanti e mascherine oppure disinfettarsi appena entrati in casa prima di abbracciare le persone a cui più vogliamo bene».
Nel dettaglio il sistema è così organizzato: la sede dell'Unitalsi è diventata il punto di raccolta dei viveri donati dai cittadini o dalle aziende. Quotidianamente gli alimenti vengono divisi fra le Caritas e il Vincenziano. Loro sono le sentinelle del territorio, il punto di contatto con i bisogni della popolazione quindi a loro è affidato il compito di distribuire il cibo a chi ne ha più bisogno. Per quanto riguarda, invece, gli aiuti economici, le offerte vengono versate sul conto corrente della parrocchia del Santissimo Salvatore e poi distribuite con lo stesso criterio dei viveri. Tutto viene tracciato. Chi utilizza il denaro (fra Unitalsi, Caritas e Vincenziano), deve presentare la documentazione al parroco don Matteo Martire.
«Noi siamo volontari perché vogliamo bene alla città e ai poveri», ha affermato il coordinatore della macchina della solidarietà e presidente nazionale Unitalsi il giudice Antonio Diella. «Noi aiutiamo ma vorremmo anche noi un aiuto, con consiglio e, per chi crede, una preghiera - ha continuato -. Non sedetevi sulla riva del fiume ad aspettare che i volontari sbaglino. Abbiamo scelto di servire, ma non siamo servi. Non abbiamo interessi di partito o di natura economica. Non vogliamo applausi. Vogliamo solo essere compresi. Anche per noi è difficile. Non è facile stare tutto il giorno con guanti e mascherine oppure disinfettarsi appena entrati in casa prima di abbracciare le persone a cui più vogliamo bene».