Vita di città
La giornata della memoria a Margherita
Evento organizzato presso la sede dell'Unitalsi sabato prossimo
Margherita - venerdì 23 gennaio 2015
11.49
Diffondere la conoscenza di un avvenimento che non ha eguali per comprendere qual è il rischio di una sua ripetizione. Questo è l'obiettivo dell'incontro organizzato dall'Unitalsi per celebrare la Giornata della Memoria. L'iniziativa presieduta da Antonio Diella, appassionato di storia contemporanea, vuole, secondo le sue stesse parole, «diffondere la conoscenza di ciò che è avvenuto, perché si capiscano le ragioni e si impedisca che si ricreino le condizioni perché avvengano di nuovo simili aberrazioni omicide e razziste in nome di una ideologia, di una religione, di un sistema politico ed economico». Quest'anno ricorre il 70˚ anniversario della liberazione di Auschwitz, dov'era situato il Lager simbolo della "soluzione finale", eufemismo con cui i nazisti indicavano l'obiettivo di sterminare tutti gli ebrei in Europa, in cui trovarono una morte selvaggia migliori di esseri umani, bambini compresi. Un avvenimento «che non ha eguali, per la sua ampiezza, per la sua crudeltà e per le sue ragioni». L'evento si terrà nella sede dell'associazione e sarà basato su "libri pubblicazioni e strumenti musicali", oltre all'esperienza personale dagli organizzatori nel visitare quei luoghi. In questi anni di sofferenze atroci l'uomo non ha sofferto da solo, perché «Dio era dove è stato sempre, sulla Croce della sofferenza di milioni di uomini e donne, impiccato con loro, gassato con loro, bruciato con loro; non era assente, ma silenzioso sì. E continueremo a chiederci perchè, non potendo però accusarlo delle scelte fatte dagli uomini». Questa è un'iniziativa che va dritta al cuore, «potrà interessare soprattutto a chi in Margherita ha un interesse vero per la cultura e la ricerca storica. Ho limpressione però che a molti, a troppi, interessi poco non solo questa giornata ma più in generale la vita culturale, la memoria, la discussione per creare coscienze e cambiamenti. Tutti siamo responsabili del disimpegno e del disinteresse, soprattutto quando non testimoniamo in prima persona il desiderio della memoria, della bellezza, del confront culturale, della vita piena». Un messaggio molto importante si vuole lanciare ai giovani. richiamando la loro attenzione sul dato che vede «la violenza nei confronti dei più deboli, di chi è considerate diverso, di chi è considerato estraneo non esser passata affatto, anzi oggi si presenta in forme nuove ma altrettanto brutali. Nemmeno I campi di concentramento sono passati, nemmeno lidea che alcuni uomini siano più degni di altri di vivere è finita con la seconda Guerra mondiale e la liberazione di Auschwitz. Non è un passato che ritorna, è un passato che nelle sue idee portanti non è mai passato davvero del tutto e si ripresenta in forme sempre nuove. La memoria di quello che è accaduto ci aiuta ad affrontare le difficoltà e le illusioni del presente e a credere e lavorare per costruire una umanità diversa».