Territorio
Greenpeace: tutti al mare sui pullman della «Renzi PetrolTour»
Iniziativa a Margherita per dire no alla decisione del Governo di trivellare il mare
Margherita - sabato 4 luglio 2015
18.01
Margherita è una delle 23 città di tutta Italia scelte da Greenpeace per criticare la scelta del Governo di trivellare il mare alla ricerca di idrocarburi. Oggi il Gruppo Locale San Ferdinando di Puglia è stato, infatti, a Margherita di Savoia per il «Renzi PetrolTour». Destinazione dell'iniziativa promossa dall'organizzazione internazionale, i mari del Belpaese. «Il premier, uomo solo al volante – denuncia Greenpeace - invita gli italiani a salire a bordo per andare ad ammirare le nostre coste punteggiate di trivelle, ascoltare le esplosioni degli airgun, fotografare le piattaforme di estrazione al tramonto, farsi ammaliare dal luccichio delle chiazze di greggio a pelo d'acqua.
L'ironica protesta dell'associazione ambientalista è andata in scena in Piazza Libertà. Ai passanti incuriositi, i volontari di Greenpeace hanno distribuito un volantino del tutto simile a un depliant turistico, con cui Renzi in persona invita gli italiani a scoprire le "nuove meraviglie" del Mediterraneo disseminato di trivelle e trasformato in una sorta di Texas marino.
La mobilitazione di Greenpeace riprende la campagna online TrivAdvisor, in cui parodiando un famoso portale di viaggi, si immagina il triste destino che potrebbe attendere i mari italiani nei prossimi anni: un'invasione di piattaforme e trivelle, con rischi elevatissimi per l'ambiente, il turismo, la pesca sostenibile.
Un turismo al contrario, quello immaginato da Greenpeace, in cui si va al mare per ammirare sversamenti di petrolio, cetacei spiaggiati e trivelle in azione, per godersi paesaggi deturpati o per ascoltare le deflagrazioni degli airgun.
«Il mare che conosciamo e amiamo, uno dei beni più preziosi per l'Italia, rischia di essere sfigurato per poche gocce di oro nero che giacciono sotto i suoi fondali: quantità marginali per i consumi del Paese ma occasione di profitto per una manciata di aziende» - dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, che aggiunge: «Un mare pieno di trivelle e piattaforme, condito magari da qualche sversamento di petrolio: è questo il futuro che Renzi e il suo esecutivo immaginano per il turismo italiano?».
Greenpeace ricorda che soltanto fra il 3 e il 12 giugno il Ministero dell'Ambiente ha autorizzato ben undici progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell'airgun. Nove di questi riguardano i mari pugliesi, ma l'area concessa ai petrolieri copre tutto l'Adriatico e parte significativa dello Ionio. Nelle settimane precedenti era stata la volta delle acque abruzzesi: grazie ai decreti già emanati, nei prossimi mesi, a pochissimi chilometri al largo della "Costa dei Trabocchi", potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a dieci nuovi pozzi di estrazione. L'attacco al mare prosegue poi nel Canale di Sicilia, dove stanno per sorgere due nuove piattaforme e dove sono state autorizzate altre prospezioni con gli airgun.
L'ironica protesta dell'associazione ambientalista è andata in scena in Piazza Libertà. Ai passanti incuriositi, i volontari di Greenpeace hanno distribuito un volantino del tutto simile a un depliant turistico, con cui Renzi in persona invita gli italiani a scoprire le "nuove meraviglie" del Mediterraneo disseminato di trivelle e trasformato in una sorta di Texas marino.
La mobilitazione di Greenpeace riprende la campagna online TrivAdvisor, in cui parodiando un famoso portale di viaggi, si immagina il triste destino che potrebbe attendere i mari italiani nei prossimi anni: un'invasione di piattaforme e trivelle, con rischi elevatissimi per l'ambiente, il turismo, la pesca sostenibile.
Un turismo al contrario, quello immaginato da Greenpeace, in cui si va al mare per ammirare sversamenti di petrolio, cetacei spiaggiati e trivelle in azione, per godersi paesaggi deturpati o per ascoltare le deflagrazioni degli airgun.
«Il mare che conosciamo e amiamo, uno dei beni più preziosi per l'Italia, rischia di essere sfigurato per poche gocce di oro nero che giacciono sotto i suoi fondali: quantità marginali per i consumi del Paese ma occasione di profitto per una manciata di aziende» - dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, che aggiunge: «Un mare pieno di trivelle e piattaforme, condito magari da qualche sversamento di petrolio: è questo il futuro che Renzi e il suo esecutivo immaginano per il turismo italiano?».
Greenpeace ricorda che soltanto fra il 3 e il 12 giugno il Ministero dell'Ambiente ha autorizzato ben undici progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell'airgun. Nove di questi riguardano i mari pugliesi, ma l'area concessa ai petrolieri copre tutto l'Adriatico e parte significativa dello Ionio. Nelle settimane precedenti era stata la volta delle acque abruzzesi: grazie ai decreti già emanati, nei prossimi mesi, a pochissimi chilometri al largo della "Costa dei Trabocchi", potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a dieci nuovi pozzi di estrazione. L'attacco al mare prosegue poi nel Canale di Sicilia, dove stanno per sorgere due nuove piattaforme e dove sono state autorizzate altre prospezioni con gli airgun.