Vita di città
Coronavirus, il messaggio dei parroci di Margherita di Savoia
«Restate a casa come gesto d'amore e di collaborazione»
Margherita - venerdì 20 marzo 2020
14.18
«Ognuno di noi è custode dell'altro. Dobbiamo restare a casa per spezzare il contagio». È questo il messaggio inviato dai parroci delle quatto parrocchie di Margherita di Savoia ai propri fedeli in questo periodo di emergenza dovuto alla diffusione del Covid-19, comunemente chiamato Coronavirus, fra la popolazione italiana.
«Saluto i salinari che vivono nelle zone più colpite dal virus», ha affermato don Matteo Martire parroco della chiesa madre del Santissimo Salvatore che, come l'ha lui stesso definita, «è la casa spirituale di tutta la città. Stiamo attraversando un momento di prova - ha continuato don Matteo -. Ma noi non dobbiamo scoraggiarci perché crediamo nel mistero pasquale, anche se quest'anno vivremo in maniera diversa la settimana santa. Ricordo a tutti che l'obbedienza a una legge è una forma di amore verso Dio e verso i fratelli. Il Santissimo Salvatore lungo il corso della storia ha sempre protetto la sua città allontanando epidemia e aiutandola durante i periodi di guerra. Lui continuerà a custodirci».
«Fermare il desiderio di farci una passeggiata sul lungomare non è facile me è necessario». Il messaggio di don Luigi Ciprelli, parroco della parrocchia della Beata Maria Vergine Ausiliatrice è rivolto in particolare ai giovani: «Avete in mente i supereroi visti nei film che rischiano anche la loro vita per salvare la città? Bene, adesso siete chiamati a comportarvi un po' come loro. Dobbiamo rinunciare a qualcosa per restare in casa e collaborare con i sindaci e le autorità impegnate sul campo nella lotta al virus. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Ma questo non è un gioco, è la vita».
«Grazie a chi lavora con tanta armonia. Grazie al sindaco, ai vigili, ai carabinieri e ai volontari dell'Avm». Il parroco della parrocchia di San Pio, don Michele Schiavone, consegna ai fedeli un motto: «Stare a casa vuol dire custodire, amare, salute, armonia». Padre Nico e fratello Alessandro dalla parrocchia della Madonna Addolorata chiedono ai fedeli di restare nelle proprie abitazioni «per preservare la salute e in pieno spirito di collaborazione. Non è un messaggio pedante, ma vuol dire volerci bene».
«Saluto i salinari che vivono nelle zone più colpite dal virus», ha affermato don Matteo Martire parroco della chiesa madre del Santissimo Salvatore che, come l'ha lui stesso definita, «è la casa spirituale di tutta la città. Stiamo attraversando un momento di prova - ha continuato don Matteo -. Ma noi non dobbiamo scoraggiarci perché crediamo nel mistero pasquale, anche se quest'anno vivremo in maniera diversa la settimana santa. Ricordo a tutti che l'obbedienza a una legge è una forma di amore verso Dio e verso i fratelli. Il Santissimo Salvatore lungo il corso della storia ha sempre protetto la sua città allontanando epidemia e aiutandola durante i periodi di guerra. Lui continuerà a custodirci».
«Fermare il desiderio di farci una passeggiata sul lungomare non è facile me è necessario». Il messaggio di don Luigi Ciprelli, parroco della parrocchia della Beata Maria Vergine Ausiliatrice è rivolto in particolare ai giovani: «Avete in mente i supereroi visti nei film che rischiano anche la loro vita per salvare la città? Bene, adesso siete chiamati a comportarvi un po' come loro. Dobbiamo rinunciare a qualcosa per restare in casa e collaborare con i sindaci e le autorità impegnate sul campo nella lotta al virus. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Ma questo non è un gioco, è la vita».
«Grazie a chi lavora con tanta armonia. Grazie al sindaco, ai vigili, ai carabinieri e ai volontari dell'Avm». Il parroco della parrocchia di San Pio, don Michele Schiavone, consegna ai fedeli un motto: «Stare a casa vuol dire custodire, amare, salute, armonia». Padre Nico e fratello Alessandro dalla parrocchia della Madonna Addolorata chiedono ai fedeli di restare nelle proprie abitazioni «per preservare la salute e in pieno spirito di collaborazione. Non è un messaggio pedante, ma vuol dire volerci bene».