Cronaca
Controlli sul porto, ritrovati reperti
Dissequestrate due aree
Margherita - giovedì 4 luglio 2019
21.28
Continuano i controlli sull'area di pertinenza del porto a Margherita di Savoia da parte dei carabinieri del nucleo marittimo di Manfredonia. I militari sul ciglio della banchina di ponente hanno ritrovato alcuni resti riconducibili a reperti archeologici probabilmente portati a galla dalle reti dei predatori e poi abbandonati. I reperti sono stati sequestrati e affidati alla Sovrintendenza Archeologica, Bella Arti e Paesaggio di Foggia.
Sempre sul porto i militari hanno predisposto il dissequestro di due piccole aree, una di proprietà del demanio marittimo trasformata in una discarica abusiva di oli di motori esausti e sequestrata lo scorso 8 febbraio, l'altra su cui sorge un'attività che ha apportato le modifiche richieste dai carabinieri.
Il porto, lo ricordiamo, è finito sotto la lente d'ingrandimento dei militari del nucleo marittimo dallo scorso 9 novembre quando furono scoperti manufatti abusivi e affittati a immigrati o venduti con semplice scrittura privata, oltre ai sequestri con facoltà d'uso di un cantiere navale, un'officina meccanica e un'area di 2mila metri quadrati che insisteva su una superficie che sarebbe dovuta essere utilizzata per i bacini del sale e un'altra discarica a cielo aperto di diversi rifiuti formatasi fra la vasche del sale e la strada provinciale.
Sempre sul porto i militari hanno predisposto il dissequestro di due piccole aree, una di proprietà del demanio marittimo trasformata in una discarica abusiva di oli di motori esausti e sequestrata lo scorso 8 febbraio, l'altra su cui sorge un'attività che ha apportato le modifiche richieste dai carabinieri.
Il porto, lo ricordiamo, è finito sotto la lente d'ingrandimento dei militari del nucleo marittimo dallo scorso 9 novembre quando furono scoperti manufatti abusivi e affittati a immigrati o venduti con semplice scrittura privata, oltre ai sequestri con facoltà d'uso di un cantiere navale, un'officina meccanica e un'area di 2mila metri quadrati che insisteva su una superficie che sarebbe dovuta essere utilizzata per i bacini del sale e un'altra discarica a cielo aperto di diversi rifiuti formatasi fra la vasche del sale e la strada provinciale.