Politica
Ciliento: «Cosa significa essere un cattolico impegnato in politica?»
Una nota della candidata al consiglio regionale sul tema cattolici in politica
Margherita - martedì 15 settembre 2020
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«Troppo spesso si sente parlare del rapporto tra i cattolici e la politica, e ancor più dei cattolici in politica - scrive in una nota la candidata Debora Ciliento - Una domanda che più volte mi viene rivolta è: cosa significa essere un cattolico impegnato in politica?
Oggi mi riferiscono di catene su WhatsApp che mettono in cattiva luce i cattolici che fanno parte del PD e, a loro volta, i cattolici che votano PD. Concetti atavici che di certo non sono al passo coi tempi. Come Repubblica Italiana abbiamo vissuto una stagione in cui il partito della DC riteneva di poter dar voce a coloro che si ispiravano ai valori del cristianesimo. Chiusa questa stagione è nata quella del bipolarismo (centro destra e centro sinistra); nessuna forza politica può arrogarsi il diritto di parlare a nome dei valori del cristianesimo, ma visto che qualcuno si affretta ad etichettare il centro sinistra (ed in particolare il PD), certamente non si può definire un atteggiamento degno di un cattolico. Non è degno per un cattolico usare un linguaggio violento e intollerante nei confronti dei più deboli, non è degno sventolare sui palchi i simboli che caratterizzano la nostra fede; è invece dovere di un cattolico tendere una mano a chi ha bisogno di aiuto, rendere le nostre terre accoglienti, capaci di dare Speranza. La politica che ritrovo nel centro sinistra e nel PD è quella della tutela dei diritti delle persone, dell'accoglienza e della condivisione.
Essere cattolici impegnati in politica è saper testimoniare il Vangelo nella vita quotidiana, anche in un contesto che troppo spesso può sembrarci lontano. Non dimentichiamo l'invito che Papa Francesco ha fatto ai cattolici: non abbiate paura, entrate in Politica, quella con la P maiuscola, fatta di servizio e passione. Questo per me significa essere un cattolico impegnato in politica: come diceva Paolo VI "la politica è la forma più alta della Carità".
Oggi mi riferiscono di catene su WhatsApp che mettono in cattiva luce i cattolici che fanno parte del PD e, a loro volta, i cattolici che votano PD. Concetti atavici che di certo non sono al passo coi tempi. Come Repubblica Italiana abbiamo vissuto una stagione in cui il partito della DC riteneva di poter dar voce a coloro che si ispiravano ai valori del cristianesimo. Chiusa questa stagione è nata quella del bipolarismo (centro destra e centro sinistra); nessuna forza politica può arrogarsi il diritto di parlare a nome dei valori del cristianesimo, ma visto che qualcuno si affretta ad etichettare il centro sinistra (ed in particolare il PD), certamente non si può definire un atteggiamento degno di un cattolico. Non è degno per un cattolico usare un linguaggio violento e intollerante nei confronti dei più deboli, non è degno sventolare sui palchi i simboli che caratterizzano la nostra fede; è invece dovere di un cattolico tendere una mano a chi ha bisogno di aiuto, rendere le nostre terre accoglienti, capaci di dare Speranza. La politica che ritrovo nel centro sinistra e nel PD è quella della tutela dei diritti delle persone, dell'accoglienza e della condivisione.
Essere cattolici impegnati in politica è saper testimoniare il Vangelo nella vita quotidiana, anche in un contesto che troppo spesso può sembrarci lontano. Non dimentichiamo l'invito che Papa Francesco ha fatto ai cattolici: non abbiate paura, entrate in Politica, quella con la P maiuscola, fatta di servizio e passione. Questo per me significa essere un cattolico impegnato in politica: come diceva Paolo VI "la politica è la forma più alta della Carità".