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Territorio

Capodanno senza botti a Margherita

La crisi si è portata via anche le luci e i colori dei fuochi bengala

Crisi anche per i botti a Margherita di Savoia. Quest'anno nella cittadina salinara, il 2015 non è stato accolto, come di consueto, da bengala, scintilline o fuochi d'artificio sparati in cielo, ma da una semplice bottiglia di spumante stappata fra amici e parenti. Certo, un'ordinanza del Sindaco ha vietato la vendita e lo sparo di fuochi d'artificio pericolosi di fascia 2 e 3, ma questa non è la causa principale, anche perché non tutti l'hanno rispettata. Fra i commercianti è comune la disperazione, quasi come se alla domanda «com'è andata la vendita dei fuochi quest'anno», la risposta fossa già scontata. Secondo la testimonianza di un rivenditore, «la vendita è stata scarsa, la merce è quasi tutta invenduta e pronta ad essere immagazzinata». Addirittura in un negozietto della zona «la vendita è stata pari a 0. Una grande perdita economica». Qualche esercente, probabilmente in preda allo sconforto, ha affermato che fosse «colpa della neve e delle pessime condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato la vigilia di capodanno», invece altri hanno detto che di pessimo c'è solo «la condizione economica dei cittadini». Difatti,come riferiscono unanimi i residenti, «i prezzi dei fuochi d'artificio sono arrivati alle stelle, quindi chi ha potuto permettersi di spendere qualche soldo in più, l'ha speso per il cibo». Anche i fuocherelli propri dei bambini, come le fontanine o la cipolline hanno subito un forte calo. Comunque, a questo scenario non certo da cartolina, c'è un risvolto positivo. Oltre alle strade prive di cartucce e i marciapiedi sgomberi dal nero della polvere da paro, quest'anno, analogamente, il pronto soccorso, e quindi il vicino ospedale di Barletta, hanno ospitato pochissimi feriti causati dall'improvvisa voglia di inscenare spettacoli pirotecnici senza alcuna competenza. Anche se questo numero è stato ben compensato da chi si è ferito a causa della neve. Questo risuona come musica nelle orecchie di tutte quelle persone che, per varie cause, temono il botto provocato dallo sparo di qualche petardo o batteria. Un sorriso spunta anche sulla bocca degli animalisti che vedono finalmente realizzato "l'obiettivo, oggetto di tante battaglie, di non spaventare gli animali, particolarmente sensibili a suoni e rumori".
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