Territorio
Ancora in flessione la produzione di miele: sconvolte le api in Puglia per il clima pazzo
E nel frattempo i registrano importazioni selvagge dall'estero
Margherita - martedì 23 luglio 2019
14.11
Sconvolte le api in Puglia per il clima pazzo che non ha dato tregua ad aprile e maggio con freddo, grandinate killer e nubifragi e il repentino innalzamento delle temperature tra giugno e luglio, con l'effetto del crollo della produzione di miele. E' l'allarme di Coldiretti Puglia sul drastico taglio della produzione di miele in Puglia, causato dal maltempo e dall'innalzamento repentino della colonnina di mercurio nel 2019 che si classifica fino ad ora come il secondo anno più caldo di sempre, associati alle importazioni selvagge dall'estero, così come emerge anche dai dati del rapporto Ismea sull'andamento del settore apistico, con la fioritura partita in ritardo di circa 20 giorni rispetto alla media stagionale e risultata scarsa e poco omogenea.
Secondo Ismea, in Puglia le produzioni sono state fortemente penalizzate dalle avverse condizioni climatiche, a partire dalla produzione del miele di ciliegio che ha fatto registrare una resa che non supera i 5 kg/alveare Il dato si riferisce ad alveari localizzati nella zona a sud di Bari (Turi, Putignano, Conversano, Monopoli, Gioia del Colle), mentre per quanto riguarda il miele di agrumi, rileva Coldiretti Puglia, si stima una produzione di 10 kg/alveare relativamente alla provincia di Taranto (Massafra, Castellaneta, Ginosa, Palagiano). Nei comuni di Castellaneta e Palagiano, a peggiorare la situazione, una forte grandinata ha distrutto completamente l'ultima parte della fioritura, mentre in altre zone i raccolti sono stati pressoché nulli.
"In Puglia il settore ha mostrato un grande dinamismo negli ultimi 10 anni, nonostante il difficile andamento climatico che ha determinato il crollo della produzione di miele 'made in Italy' del 70%, mentre il mercato è letteralmente invaso da prodotto straniero, falsamente etichettato come miele che subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, aggiunto a miscelazione di pollini, "taglio" con zuccheri quali quello derivato dal riso. Per essere certi di portare in tavola miele 'made in Italy' occorre verificare con attenzione l'origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica ", dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Discreta la produzione di miele millefiori primaverile tardivo (raccolto a maggio), stimata a melario in circa 15 kg/alveare – riferisce ancora Ismea - in alcuni areali della parte sud della regione (provincie di Taranto, Brindisi e Lecce, parte sud della Provincia di Bari), mentre il raccolto è scarso o nullo nella parte nord della regione (provincia di Foggia e nord della provincia di Bari), per effetto di alluvioni trombe d'aria e grandinate killer, aggiunge Coldiretti Puglia.
In quasi 10 anni, dal 2009 al 2018, sono aumentate del 61,5% le aziende che in Puglia producono miele, un trend positivo che, eccezion fatta per Brindisi che non ha segnato alcun aumento, interessa tutte le province pugliese, con punte del 63,3% a Foggia e del 90% a Lecce, secondo quanto rileva Coldiretti Puglia sulla base dei dati della Camera di Commercio di Milano.
Massicce sono le importazioni dall'estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all'anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 11,3 milioni di chili e la Cina con 2,5 di chili ai vertici per l'insicurezza alimentare, conclude Coldiretti.
Secondo Ismea, in Puglia le produzioni sono state fortemente penalizzate dalle avverse condizioni climatiche, a partire dalla produzione del miele di ciliegio che ha fatto registrare una resa che non supera i 5 kg/alveare Il dato si riferisce ad alveari localizzati nella zona a sud di Bari (Turi, Putignano, Conversano, Monopoli, Gioia del Colle), mentre per quanto riguarda il miele di agrumi, rileva Coldiretti Puglia, si stima una produzione di 10 kg/alveare relativamente alla provincia di Taranto (Massafra, Castellaneta, Ginosa, Palagiano). Nei comuni di Castellaneta e Palagiano, a peggiorare la situazione, una forte grandinata ha distrutto completamente l'ultima parte della fioritura, mentre in altre zone i raccolti sono stati pressoché nulli.
"In Puglia il settore ha mostrato un grande dinamismo negli ultimi 10 anni, nonostante il difficile andamento climatico che ha determinato il crollo della produzione di miele 'made in Italy' del 70%, mentre il mercato è letteralmente invaso da prodotto straniero, falsamente etichettato come miele che subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, aggiunto a miscelazione di pollini, "taglio" con zuccheri quali quello derivato dal riso. Per essere certi di portare in tavola miele 'made in Italy' occorre verificare con attenzione l'origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica ", dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Discreta la produzione di miele millefiori primaverile tardivo (raccolto a maggio), stimata a melario in circa 15 kg/alveare – riferisce ancora Ismea - in alcuni areali della parte sud della regione (provincie di Taranto, Brindisi e Lecce, parte sud della Provincia di Bari), mentre il raccolto è scarso o nullo nella parte nord della regione (provincia di Foggia e nord della provincia di Bari), per effetto di alluvioni trombe d'aria e grandinate killer, aggiunge Coldiretti Puglia.
In quasi 10 anni, dal 2009 al 2018, sono aumentate del 61,5% le aziende che in Puglia producono miele, un trend positivo che, eccezion fatta per Brindisi che non ha segnato alcun aumento, interessa tutte le province pugliese, con punte del 63,3% a Foggia e del 90% a Lecce, secondo quanto rileva Coldiretti Puglia sulla base dei dati della Camera di Commercio di Milano.
Massicce sono le importazioni dall'estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all'anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 11,3 milioni di chili e la Cina con 2,5 di chili ai vertici per l'insicurezza alimentare, conclude Coldiretti.