Cronaca
Allarme criminalità dilagante nella Bat, Nitti: «Una provincia depredata»
L'analisi del Procuratore della Repubblica in merito alla grave situazione della nostra provincia
Margherita - sabato 17 aprile 2021
15.50
La Provincia Bat è in assoluto la prima tra centosette province italiane per furti di auto, e cioè nella classifica che mette in correlazione le denunzie per furti di auto al numero di abitanti. Precede nella classifica le province di Catania, Foggia, Bari e Napoli.
È quanto emerge nella dettagliata relazione stilata, con dati e classifiche, dal procuratore della Repubblica Renato Nitti che ha amaramente denunciato, con una nota inviata alle testate giornalistiche, lo stato in cui versa una provincia che figura come tale nelle mappe della geografia politica ma, diversamente dalle altre, non ha una Questura nè comandi provinciali della Guardia di Finanza o dei carabinieri.
«Come Procuratore della Repubblica - scrive Nitti - ho ritenuto doveroso segnalare alle diverse Istituzioni nazionali e locali la straordinarietà della situazione criminale del territorio. Ritengo che sia opportuno condividere queste valutazioni con la comunità del territorio e l'opinione pubblica. È indispensabile, vorrei dire urgente, che una riflessione comune sia avviata in un momento storico così importante per questa Provincia e questo Circondano».
La Provincia Bat - come rilevato dalla nota del procuratore - rientra nel territorio di Questura e Comandi Provinciali di Bari i quali, pur destinando risorse al territorio, devono offrire supporto anche al contrasto del crimine nella Provincia di Foggia, con non poche difficoltà.
La BAT è, allora, una Provincia finora depredata anche delle sue proprie, esclusive istituzioni provinciali di contrasto alla criminalità. Unica voce esclusivamente della BAT a non dover occuparsi anche di altri territori ed altre situazioni criminali è stata la Prefettura di Barletta, particolarmente sensibile al contrasto di questo fenomeno. Questa debolezza delle istituzioni non passa inosservata, ma è percepita dalla criminalità, da quella organizzata a quella di vicinato.
La Provincia Bat è tra le prime dieci su centosette province per quanto riguarda le rapine in abitazione: si tratta forse del reato predatorio che più di ogni altro alimenta nel cittadino la percezione della insicurezza e della vulnerabilità. La Bat detiene questo triste primato nella Regione Puglia.
È tra le prime dieci su centosette per quanto riguarda le estorsioni.
Per gli omicidi volontari consumati è al terzo posto su centosette, mentre per i tentati omicidi sembra attestarsi al quarto posto.
La Bat si colloca comunque sempre nella prima parte della triste graduatoria anche per le altre forme di furti, il riciclaggio e il reimpiego di danaro, gli incendi e lo spaccio di stupefacenti, per non parlare di portavalori, tir, camion inghiottiti dalla azione militare e repentina di autentici commando criminali.
Dalle indagini della DIA di Bari emergono in Bat mafie autoctone e limitrofe che convivono con significative colonie di criminalità straniera, in particolare albanese, e tassi di criminalità predatoria pressoché sconosciuti in larga parte dello Stato.
Nitti fa anche riferimento a quanto sta accadendo nelle aree rurali dell'Alta Murgia e all'allarme che si è levato dalle associazioni di coltivatori attraverso la voce del Presidente del Parco Nazionale Alta Murgia. Da veri e propri raid aziendali con più mezzi e molte persone a bordo; furti e rapine di mezzi agricoli, anche con sequestro e lesioni a carico degli operai e degli agricoltori; furti di mezzi tecnici; richieste estorsive di denaro sono alcuni dei reati registrati in queste aree e che creano stato di paura e soggezione nelle popolazioni rurali che ancora rendono, alla Murgia, una presenza umana e sostengono l'attività della pastorizia classica.
Tutti i parametri esaltano univocamente la diffusione del crimine predatorio e convergono nel tratteggiare i contorni di una Provincia depredata.
«Le mafie che operano nella Bat sono mafie predatorie» - scrive Nitti, ossia mafie che non esercitano il dominio sul territorio, ma che lo spogliano, lo depredano, aprendolo persino alle scorrerie di clan storici ed egemoni in altre province e regioni.
Episodi criminali del passato testimoniano la presenza nel territorio di calabresi, campani, foggiani, baresi accanto ai criminali canosini, andriesi, tranesi, barlettani, uniti nel commettere reati a danno dello stesso territorio.
I numerosi episodi di "attentati" anche mediante ordigni esplosivi contro obiettivi delle Forze dell'Ordine, che hanno riguardato in tempi e luoghi diversi del circondario esponenti e strutture dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e, in generale, rappresentanti delle Istituzioni, la dicono lunga sulla considerazione che la criminalità nutre verso le istituzioni.
«Perché un individuo considera plausibile iniziative clamorose come appunto gli attentati che dovrebbe esporli a prevedibili reazioni dello Stato?» -si chiede Nitti che conclude - l'amara spiegazione sta nella scarsa considerazione della capacità di reazione delle istituzioni che alimenta un diffuso senso di impunita. Ciascuno di questi episodi a sua volta, poi, produce un impatto devastante sulla fiducia nelle Istituzioni e finisce per incentivare e moltiplicare comportamenti analoghi».
«Una Provincia Depredata, quindi, e fortemente esposta alla infiltrazione criminale. - sottolinea - Eppure, questo territorio nell'agenda nazionale delle emergenze criminali semplicemente non esiste» - le amare considerazioni del procuratore che illustra il rischio che questa diventi una "terra di nessuno" con campo libero per le mafie.
È quanto emerge nella dettagliata relazione stilata, con dati e classifiche, dal procuratore della Repubblica Renato Nitti che ha amaramente denunciato, con una nota inviata alle testate giornalistiche, lo stato in cui versa una provincia che figura come tale nelle mappe della geografia politica ma, diversamente dalle altre, non ha una Questura nè comandi provinciali della Guardia di Finanza o dei carabinieri.
«Come Procuratore della Repubblica - scrive Nitti - ho ritenuto doveroso segnalare alle diverse Istituzioni nazionali e locali la straordinarietà della situazione criminale del territorio. Ritengo che sia opportuno condividere queste valutazioni con la comunità del territorio e l'opinione pubblica. È indispensabile, vorrei dire urgente, che una riflessione comune sia avviata in un momento storico così importante per questa Provincia e questo Circondano».
La Provincia Bat - come rilevato dalla nota del procuratore - rientra nel territorio di Questura e Comandi Provinciali di Bari i quali, pur destinando risorse al territorio, devono offrire supporto anche al contrasto del crimine nella Provincia di Foggia, con non poche difficoltà.
La BAT è, allora, una Provincia finora depredata anche delle sue proprie, esclusive istituzioni provinciali di contrasto alla criminalità. Unica voce esclusivamente della BAT a non dover occuparsi anche di altri territori ed altre situazioni criminali è stata la Prefettura di Barletta, particolarmente sensibile al contrasto di questo fenomeno. Questa debolezza delle istituzioni non passa inosservata, ma è percepita dalla criminalità, da quella organizzata a quella di vicinato.
La Provincia Bat è tra le prime dieci su centosette province per quanto riguarda le rapine in abitazione: si tratta forse del reato predatorio che più di ogni altro alimenta nel cittadino la percezione della insicurezza e della vulnerabilità. La Bat detiene questo triste primato nella Regione Puglia.
È tra le prime dieci su centosette per quanto riguarda le estorsioni.
Per gli omicidi volontari consumati è al terzo posto su centosette, mentre per i tentati omicidi sembra attestarsi al quarto posto.
La Bat si colloca comunque sempre nella prima parte della triste graduatoria anche per le altre forme di furti, il riciclaggio e il reimpiego di danaro, gli incendi e lo spaccio di stupefacenti, per non parlare di portavalori, tir, camion inghiottiti dalla azione militare e repentina di autentici commando criminali.
Dalle indagini della DIA di Bari emergono in Bat mafie autoctone e limitrofe che convivono con significative colonie di criminalità straniera, in particolare albanese, e tassi di criminalità predatoria pressoché sconosciuti in larga parte dello Stato.
Nitti fa anche riferimento a quanto sta accadendo nelle aree rurali dell'Alta Murgia e all'allarme che si è levato dalle associazioni di coltivatori attraverso la voce del Presidente del Parco Nazionale Alta Murgia. Da veri e propri raid aziendali con più mezzi e molte persone a bordo; furti e rapine di mezzi agricoli, anche con sequestro e lesioni a carico degli operai e degli agricoltori; furti di mezzi tecnici; richieste estorsive di denaro sono alcuni dei reati registrati in queste aree e che creano stato di paura e soggezione nelle popolazioni rurali che ancora rendono, alla Murgia, una presenza umana e sostengono l'attività della pastorizia classica.
Tutti i parametri esaltano univocamente la diffusione del crimine predatorio e convergono nel tratteggiare i contorni di una Provincia depredata.
«Le mafie che operano nella Bat sono mafie predatorie» - scrive Nitti, ossia mafie che non esercitano il dominio sul territorio, ma che lo spogliano, lo depredano, aprendolo persino alle scorrerie di clan storici ed egemoni in altre province e regioni.
Episodi criminali del passato testimoniano la presenza nel territorio di calabresi, campani, foggiani, baresi accanto ai criminali canosini, andriesi, tranesi, barlettani, uniti nel commettere reati a danno dello stesso territorio.
I numerosi episodi di "attentati" anche mediante ordigni esplosivi contro obiettivi delle Forze dell'Ordine, che hanno riguardato in tempi e luoghi diversi del circondario esponenti e strutture dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e, in generale, rappresentanti delle Istituzioni, la dicono lunga sulla considerazione che la criminalità nutre verso le istituzioni.
«Perché un individuo considera plausibile iniziative clamorose come appunto gli attentati che dovrebbe esporli a prevedibili reazioni dello Stato?» -si chiede Nitti che conclude - l'amara spiegazione sta nella scarsa considerazione della capacità di reazione delle istituzioni che alimenta un diffuso senso di impunita. Ciascuno di questi episodi a sua volta, poi, produce un impatto devastante sulla fiducia nelle Istituzioni e finisce per incentivare e moltiplicare comportamenti analoghi».
«Una Provincia Depredata, quindi, e fortemente esposta alla infiltrazione criminale. - sottolinea - Eppure, questo territorio nell'agenda nazionale delle emergenze criminali semplicemente non esiste» - le amare considerazioni del procuratore che illustra il rischio che questa diventi una "terra di nessuno" con campo libero per le mafie.