Tutelare ambiente e biodiversità
Legambiente e Teorema assieme per una campagna per rimuovere l'amianto
sabato 25 aprile 2015
12.24
L'amianto rappresenta una grande minaccia per la salute dell'uomo. Una problematica reale approfondita nell'incontro formativo sui rischi legati alla presenza del materiale nel territorio, tenuto da Legambiente e Teorema, azienda specializzata nel trattamento dell'amianto, o asbesto, affidataria dei lavori di bonifica dell'ex Saibi. «Ci stiamo battendo per tutelare l'ambiente e della biodiversità», lo dice Francesco Tarantini presidente regionale di Legambiente che ha fornito dati poco rassicuranti per la regione Puglia. «L'amianto è un insieme di materiali fibrosi capaci di frantumarsi in fibre mille volte più piccole di un capello. Grazie alle sue proprietà di resistenza al calore ed isolamento acustico è stato utilizzato non solo nell'edilizia, anche nel settore dei trasporti». Nonostante siano ormai 23 anni che l'asbesto è stato messo al bando dalla legge 257 del 1992, in Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di materiale da smaltire. Da quanto detto dal presidente, lo smaltimento procede lentamente perché «vengono smaltite 380 mila tonnellate l'anno. Per bonificare tutto il Paese ci vorranno 85 anni». La sensibilizzazione è I'unico mezzo indicato per accelerare i tempi. È questo l'obiettivo della campagna di formazione "Puglia eternit free" promossa da Legambiente Puglia col patrocinio di Teorema e della regione Puglia. Dai dati statistici emerge che «la BAT è la terza provincia per presenza di amianto. Dopo la legge del 1992, la Regione entro 80 giorni avrebbe dovuto creare un piano di censimento, smaltimento e bonifica del materiale. Questo è accaduto soltanto nel 2012 con degli incentivi che avrebbe dovuto spingere i cittadini a smaltire legalmente l'asbesto. Il pieno non è ancora stato approvato». Tutto ciò sta incidendo sulla salute degli abitanti «che accusano i primi sintomi anche dopo 30-40 anni dal contatto. Ci sono 3 ere che caratterizzano il modo di contrarre la malattia: la prima riguarda chi estraeva l'amianto; la seconda chi lo lavorava; la terza riguarda ancora oggi tutti coloro che pur non essendo esposti professionalmente, lo respirano. Basti pensare alle mogli degli operai di un'azienda di Bari che hanno respirato la polvere di amianto sbattendo le tute da lavoro dei propri mariti». Un elogio va al Comune di Margherita di Savoia da parte di Legambiente, anche dal presidente della sede cittadina Ruggero Ronzulli, perché in soli 2 anni ha raggiunto un livello di raccolta differenziata pari al 50%. Il sindaco Paolo Marrano ha affermato che «l'amministrazione è molto attenta alle problematiche legate all'ambiente. Il lavoro svolto riguarda la gestione dei rifiuti, la bonifica dell'ex SAIBI, stiamo anche riavviando il Villaggio dei Salinieri a Torre di pietra, si sta procedendo alla sistemazione dei due stabili e con fondi del Gal, gruppo di azione locale, di Manfredonia si sta provvedendo all'illuminazione del villaggio e della torre. Il luogo sarà collegato con un ponte di legno al sentiero dell'airone che immette nella zona umida». L'assessore all'ambiente Leonardo Lamonaca, ricordando il premio bandiera blu dello scorso anno, ha richiamato la cittadinanza, chiedendo «un maggiore impegno nel fare la raccolta differenziata». Significative sono le testimonianze del giornalista Tommaso Forte: «In un liceo scientifico i pali che reggevano la rete da pallavolo erano in amianto. In un altro caso la Guardia di Finanza ha sequestrato dei themos e delle stufe contenenti amianto, perché provenienti da paesi asiatici dove la lavorazione del materiale è legale. Esemplare è il caso di un uomo che ha tagliato le tavole di amianto le ga messe in un cartone e le ha buttate in una campagna».