Turismo, Capacchione (Sib): «Stanno trasformando gli stabilimenti balneari in un reparto ospedaliero»
«Servono norme chiare e soprattutto applicabili»
martedì 12 maggio 2020
16.49
La salvezza di Margherita di Savoia potrebbe essere l'ampiezza delle sue spiagge. «Altre località pugliesi, dal Gargano al Salento, sarebbero impossibilitate ad aprire i propri stabilimenti viste le disposizioni che l'Inail sta elaborando». Ad affermarlo è l'avvocato Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sib, il sindacato dei balneari. Il motivo è molto semplice. Ogni ombrellone dovrà occupare uno spazio di 20 metri quadrati così suddivisi: 4,5 sono i metri di distanza da mantenere fra un ombrellone e l'altro, 5 i metri di distacco dalla fila successiva. In altre parole «quest'anno nel mio stabilimento da 280 ombrelloni ne potrò aprire al massimo 190», le parole di uno dei tanti imprenditori del settore a Margherita fanno ben comprendere la proporzione. Se nella città definita come la capitale pugliese della balneazione attrezzata, in virtù della costa chilometrica, si prevede una perdita così importante, in altre località della Regione con spiagge meno ampie la situazione sarà ancora più drastica. «Queste disposizioni, oltre a essere incomprensibili - ha continuato Capacchione -, suscitano allarme e ansia alla popolazione, invece il nostro compito è quello di donare un momento di serenità al turista». Di questo passo si rischia di «trasformare gli stabilimenti balneari in un reparto ospedaliero - ha sottolineato -. Occorre che a livello sia regionale che nazionale si concordino linee guida semplici che possano aiutare sia i gestori che gli utenti. Abbiamo bisogno di norme chiare, semplici e soprattutto praticabili».