Trivelle in Adriatico e utilizzo air gun: le associazioni ambientaliste si mobilitano
Domani un incontro con il presidente della Regione
mercoledì 14 marzo 2018
20.16
A seguito del rigetto da parte del Consiglio di Stato dei ricorsi contro le autorizzazioni del governo nazionale alle attività di ricerca e prospezione di giacimenti petroliferi nel nostro mare, ricomincia la battaglia per difendere l'Adriatico.
Domani, giovedì 15 marzo, alle ore 16, presso la sede di Legambiente Puglia, in via della Resistenza, 48 B/2 a Bari, la rete #notriv incontrerà il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e i parlamentari pugliesi per discutere le modalità attraverso cui affrontare la tematica delle estrazioni petrolifere nel mare Adriatico e in Puglia.
«La rete di tutela del mare #notriv chiede che Regione e parlamentari si facciano promotori di una legge che vieti la tecnica dell'airgun, estremamente pericolosa e impattante per l'ecosistema marino, oltre che la redazione di un Piano delle Aree per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere in corso, visto che la nostra regione continua a far gola alle società petrolifere» si legge nella nota diffusa da Legambiente.
Domani, giovedì 15 marzo, alle ore 16, presso la sede di Legambiente Puglia, in via della Resistenza, 48 B/2 a Bari, la rete #notriv incontrerà il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e i parlamentari pugliesi per discutere le modalità attraverso cui affrontare la tematica delle estrazioni petrolifere nel mare Adriatico e in Puglia.
«La rete di tutela del mare #notriv chiede che Regione e parlamentari si facciano promotori di una legge che vieti la tecnica dell'airgun, estremamente pericolosa e impattante per l'ecosistema marino, oltre che la redazione di un Piano delle Aree per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere in corso, visto che la nostra regione continua a far gola alle società petrolifere» si legge nella nota diffusa da Legambiente.