Testimone di vita. Ferdinando si racconta a Punta Pagliaio
Dal nuovo alla gioia. L'importanza di sua moglie e della fede
mercoledì 13 aprile 2016
10.09
Gli episodi possono cambiare la vita. La forza, poi, è necessario trovarla dentro di sé. Se così non avesse fatto il giovane militare di San Ferdinando, probabilmente, oggi non andrebbe per le scuole a portate la propria testimonianza. «La fede in Dio e l'amore di moglie», questi sono i due elementi che hanno permesso a Ferdinando Giannini di vivere. Non in missione in Afghanistan o in Libia ha perso la sua gamba destra, ma mentre stava salvando tre giovani intrappolati nella loro auto capovolta. «Mentre stavo camminando con la mia vettura - afferma Ferdinando - ho visto questi giovani in difficoltà. Mi sono fermato per soccorrerli, ma un camion mi ha investito, riducendomi in fin di vita». Secondo la logica cristiana, Dio non causa distruzione per impartire lezioni, ma semplicemente resta al fianco di chi soffre. Crederci non è obbligatorio, ma è questa la testimonianza che il militare ha voluto fare alla gente di Punta Pagliaio durante l'incontro svolto nella parrocchia dell'Ausiliatrice.
Indossare la divisa: una grande vocazione quella di Ferdinando che lo ha portato a restare ad honoris causa nell'Esercito Italiano, dopo aver ricevuto la medaglia al valore civile nel 2004 dalle mani del Presidente della Repubblica del tempo, Caro Azeglio Ciampi. «Dopo l'incidente - continua il militare - la mia è cambiante radicalmente, perdendo amici, amore e sicurezza nelle mie capacità. Ho capito che avrei dovuto cambiate strada, anche perché è già un miracolo che sia sopravvissuto. Ho iniziato a vivere serenamente, frequentando diverse realtà, come l'Unitalsi, e lì ho conosciuto la persone che più mi ha amato e aiutato: mia moglie».
Indossare la divisa: una grande vocazione quella di Ferdinando che lo ha portato a restare ad honoris causa nell'Esercito Italiano, dopo aver ricevuto la medaglia al valore civile nel 2004 dalle mani del Presidente della Repubblica del tempo, Caro Azeglio Ciampi. «Dopo l'incidente - continua il militare - la mia è cambiante radicalmente, perdendo amici, amore e sicurezza nelle mie capacità. Ho capito che avrei dovuto cambiate strada, anche perché è già un miracolo che sia sopravvissuto. Ho iniziato a vivere serenamente, frequentando diverse realtà, come l'Unitalsi, e lì ho conosciuto la persone che più mi ha amato e aiutato: mia moglie».