Successo per la Sagra della Seppia
Tra promozione del territorio e solidarietà a Margherita di Savoia
domenica 3 maggio 2015
19.16
La seppia, come la patata e la cipolla, è inserita nel paniere dei prodotti tipici di Margherita di Savoia. «Bella, buona e saporita» così viene definita dai salinari una delle specialità del territorio che riceve il suo gusto unico dall'alta salinità del mare, data dalla presenza della presenza delle saline, e dal fondale basso in cui vive. Il mollusco oltre ad essere uno dei simboli della tradizione culinaria, racchiude un pezzo di storia fondamentale che «affonda le radici nel Medioevo». Come afferma Tonino Capacchione componente dell'ASBA, associazioni stabilimenti balneari, ed esperto di storia locale, «la pesca delle seppie ha da sempre caratterizzato il Golfo di Manfredonia, infatti il nome Siponto, l'attuale Manfredonia, deriva dal sostantivo seppia. Una pesca praticata da tempo immemore che trova già nel Medioevo una prima forma di regolarizzazione, di cui si trovano tracce nel '700, suddividendo il mare in lotti e ciascun pescatore poteva operare soltanto nel proprio lotto. Il regio decreto del 1928 ha regolarizzato una pratica medievale». Il «Regolamento speciale per la pesca delle seppie nel golfo di Manfredonia», redatto in 4 accapi, è stato emanato il 4 ottobre 1928, durante il governo fascista, da Re Vittorio Emanuele III su proposta del Ministro per l'economia nazionale Martelli. Sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia di lunedì 12 novembre 1928 è riportata la ripartizione in 4 lotti del golfo, a cui tutti i pescatori dovevano attenersi: «1˚ comune di Monte Sant'Angelo: dal confine della borgata di Mattina, verso Viesti, fino a Punta Giordano, verso Manfredonia; 2˚ comune di Manfredonia: da Punta Giordano fino a Torre Pietra, verso Margherita di Savoia; 3˚ comune di Margherita di Savoia: da Torre Pietra alla Foce del Fiume Ofanto; 4˚ comune di Barletta: dalla Foce dell'Ofanto ai confini del comune, verso Trani». Tutto è regolarizzato senza tralasciare alcun particolare, dal battello e le sue dimensioni all'equipaggio e la sua strumentazione, in base anche ai diversi tipi di pesca adoperati: col «sistema delle vorle o vaste, con fascine di lentisco o altri vegetali, e con le reti di posta». A Margherita di Savoia si celebra questo simbolo della territorio con una sagra organizzata dall'ASBA e dalla Caritas cittadina. Fra i tanti modi di cottura che la tradizione insegna, si è scelto di servire la seppia fritta. Il procedimento è quello tipico dei salinari, come testimonia una signora: «per avere delle ottime seppie fritte bisogna innanzitutto pulirle bene, togliendo l'osso, tagliarle a strisce, farle asciugare e impanarle in un composto di farina di semola, pane grattugiato, sale e, per chi desidera, pepe». Un'iniziativa che promuove il paese e i suoi abitanti, soprattutto i più bisognosi. Infatti, il ricavato delle serate «va a dare beneficio alle famiglie meno abbienti della città». «Cerca una maglia rotta nella rete che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!». Col verso di "Ossi di Seppia" di Eugenio Montale, combacia il messaggio lanciato da molti pescatori della zona: «lasciate le uova delle seppie altrimenti il mare di spopola in pochi anni».