Stazione Ofantino, storia sepolta da erbacce, degrado e rifiuti
Un tempo il centro dei trasporti locali. Treni solo di passaggio
martedì 29 marzo 2016
14.15
Frequentata da turisti, commercianti e pendolari, un'opera voluta dallo Stato Fascista e poi dimessa, probabilmente, a causa di trame politiche. La stazione ferroviaria "Margherita di Savoia - Ofantino" oggi non è altro che una cattedrale nel deserto, o nelle campagne per meglio scrivere, spettro del centro nevralgico dei trasporti locali che era un tempo. Entrare è un gioco da ragazzi: basta varcare l'ingresso è trovare davanti agli occhi un monumento in onore allo sperpero del denaro pubblico. Proprio così, perché non si tratta di una stazioncina ma di una fermata a tre binari, di cui solo due sono ancora attivi verso Bari e Foggia mentre il centrale è stato dismesso, completa di archivio, spogliatoi, sala d'attesa, biglietteria e uno spaccio. Insomma, una stazione sicuramente più attrezzata, grande e organizzata di quella attuale di Trinitapoli.
Ofantino, terra fra i due ofanti, è un'enciclopedia storica in cui è possibile osservare l'evoluzione dai treni a vapore ai treni elettrici. Non a caso il governo Mussolini ha voluto costruirla proprio in quel punto: sotto la superficie passa una grande falda acquifera, che alimenta anche i pozzi delle campagne vicine, da cui veniva attinta l'acqua da versare nei treni a vapore attraverso una pompa alta circa 4 metri e che ancora adesso è posizionata, a perenne memoria, alle spalle delle due grandi cisterne. Inoltre, lì vicino c'è il boschetto dove veniva tagliata la legna da carbonizzare. La storia seppellita da erbacce, degrado e rifiuti, basta semplicemente pensare che l'erba alta copre i vecchi binari e le traversine, tossiche perché in quegli anni venivano fatte con l'isolamento termico absesto, sono accatastate sull'asfalto come i ferri vecchi. Il giardino dove c'era un altarino con la statua della Madonna ha assunto le sembianze di una foresta pluviale e le palme sono secche e malate. A dimostrazione che la stazione, oltre al turismo termale e alla scolaresca diretta verso Barletta o Trinitapoli, era un importante centro commerciale, c'è ancora sul binario la pesa per i vagoni merce e, nella casetta vicino, la bilancia manuale, che arriva a circa 4 quintali, con tanto di peso per bilanciare. A quei tempi, afferma chi li ha vissuti, Margherita di Savoia era sicuramente meglio collagata con le altre città, grazie alla littorina che univa la cittadina pugliese con la stazione.
Ofantino, terra fra i due ofanti, è un'enciclopedia storica in cui è possibile osservare l'evoluzione dai treni a vapore ai treni elettrici. Non a caso il governo Mussolini ha voluto costruirla proprio in quel punto: sotto la superficie passa una grande falda acquifera, che alimenta anche i pozzi delle campagne vicine, da cui veniva attinta l'acqua da versare nei treni a vapore attraverso una pompa alta circa 4 metri e che ancora adesso è posizionata, a perenne memoria, alle spalle delle due grandi cisterne. Inoltre, lì vicino c'è il boschetto dove veniva tagliata la legna da carbonizzare. La storia seppellita da erbacce, degrado e rifiuti, basta semplicemente pensare che l'erba alta copre i vecchi binari e le traversine, tossiche perché in quegli anni venivano fatte con l'isolamento termico absesto, sono accatastate sull'asfalto come i ferri vecchi. Il giardino dove c'era un altarino con la statua della Madonna ha assunto le sembianze di una foresta pluviale e le palme sono secche e malate. A dimostrazione che la stazione, oltre al turismo termale e alla scolaresca diretta verso Barletta o Trinitapoli, era un importante centro commerciale, c'è ancora sul binario la pesa per i vagoni merce e, nella casetta vicino, la bilancia manuale, che arriva a circa 4 quintali, con tanto di peso per bilanciare. A quei tempi, afferma chi li ha vissuti, Margherita di Savoia era sicuramente meglio collagata con le altre città, grazie alla littorina che univa la cittadina pugliese con la stazione.