Stazione Ofantino, storia sepolta da erbacce, degrado e rifiuti

Un tempo il centro dei trasporti locali. Treni solo di passaggio

martedì 29 marzo 2016 14.15
A cura di Giuseppe Capacchione
Frequentata da turisti, commercianti e pendolari, un'opera voluta dallo Stato Fascista e poi dimessa, probabilmente, a causa di trame politiche. La stazione ferroviaria "Margherita di Savoia - Ofantino" oggi non è altro che una cattedrale nel deserto, o nelle campagne per meglio scrivere, spettro del centro nevralgico dei trasporti locali che era un tempo. Entrare è un gioco da ragazzi: basta varcare l'ingresso è trovare davanti agli occhi un monumento in onore allo sperpero del denaro pubblico. Proprio così, perché non si tratta di una stazioncina ma di una fermata a tre binari, di cui solo due sono ancora attivi verso Bari e Foggia mentre il centrale è stato dismesso, completa di archivio, spogliatoi, sala d'attesa, biglietteria e uno spaccio. Insomma, una stazione sicuramente più attrezzata, grande e organizzata di quella attuale di Trinitapoli.

Ofantino, terra fra i due ofanti, è un'enciclopedia storica in cui è possibile osservare l'evoluzione dai treni a vapore ai treni elettrici. Non a caso il governo Mussolini ha voluto costruirla proprio in quel punto: sotto la superficie passa una grande falda acquifera, che alimenta anche i pozzi delle campagne vicine, da cui veniva attinta l'acqua da versare nei treni a vapore attraverso una pompa alta circa 4 metri e che ancora adesso è posizionata, a perenne memoria, alle spalle delle due grandi cisterne. Inoltre, lì vicino c'è il boschetto dove veniva tagliata la legna da carbonizzare. La storia seppellita da erbacce, degrado e rifiuti, basta semplicemente pensare che l'erba alta copre i vecchi binari e le traversine, tossiche perché in quegli anni venivano fatte con l'isolamento termico absesto, sono accatastate sull'asfalto come i ferri vecchi. Il giardino dove c'era un altarino con la statua della Madonna ha assunto le sembianze di una foresta pluviale e le palme sono secche e malate. A dimostrazione che la stazione, oltre al turismo termale e alla scolaresca diretta verso Barletta o Trinitapoli, era un importante centro commerciale, c'è ancora sul binario la pesa per i vagoni merce e, nella casetta vicino, la bilancia manuale, che arriva a circa 4 quintali, con tanto di peso per bilanciare. A quei tempi, afferma chi li ha vissuti, Margherita di Savoia era sicuramente meglio collagata con le altre città, grazie alla littorina che univa la cittadina pugliese con la stazione.
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