Riordino Ospedaliero, Emiliano: «Grave carenza di personale»

Redatto un documento preliminare che attende l'ok dal Ministero della Salute

giovedì 31 dicembre 2015 8.35
Continuano ad intrecciarsi le riunioni per il piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia. Ieri è stato redatto un documento preliminare, dopo l'incontro durato oltre 7 ore tra il Governatore Emiliano oltre al capo dipartimento Salute Giovanni Gorgoni, al capo di gabinetto Claudio Stefanazzi ed al segretario generale della presidenza Roberto Venneri. Problema basilare, aldilà della chiusura o riconversione dei diversi nosocomi è quella atavica della mancanza di personale che si aggrava ancor di più se si pensa alla necessità di dover applicare il decreto ministeriale 70 del 2015 oltre alla direttiva comunitaria sugli orari di lavoro di medici ed infermieri.

«Abbiamo definito le linee di sistema del Piano di riordino - ha detto al termine Emiliano - e le stesse sono state riversate in un documento preliminare, che è anche il frutto di una consultazione del dipartimento con la struttura dell'Ares, i direttori generali delle aziende sanitarie e degli istituti degli enti sanitari ecclesiastici. Il piano è corredato anche dalla dettagliata analisi epidemiologica e del fabbisogno sanitario. Alla luce di quanto sopra sono emerse alcune situazioni concrete nelle quali la applicazione pedissequa del D.M. 70 e della direttiva comunitaria sugli orari di lavoro rischia di provocare soprattutto nel breve periodo disservizi e incongruenze anche alla luce della attuale dotazione organica, largamente incompleta, e della particolare conformazione geografica di alcuni territori. Sono state dunque presentate tali incongruenze alla direzione generale del ministero della Salute, con la quale si è concordato un esame congiunto del suddetto documento prima che esso venga sottoposto alla definitiva approvazione della Giunta, previo ascolto delle conferenze dei sindaci delle Asl, delle parti sociali, delle associazioni rappresentative di categoria delle professioni sanitarie e dell'ospedalità privata».