Riordino ospedaliero, D’Alberto: “Nella Bat non si nascerà più a Bisceglie”
Il segretario generale della Cgil Bat interviene dopo la lettura dello schema dei posti letto redatto su indicazioni del Ministero
venerdì 5 luglio 2019
7.22
Zero posti per ostetricia e ginecologia e zero posti per neonatologia all'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie. Dunque nella Bat si nasce solo al "L. Bonomo" di Andria e al "Mons. Dimiccoli" di Barletta. In questi due presidi si trovano i 64 posti letto dell'ostetricia e ginecologia e i 12 di neonatologia previsti nel piano di riordino ospedaliero presentato ieri in Puglia e redatto seguendo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute. Numeri comunque inferiori rispetto a tutte le altre province della Regione. Misure che devono essere attuate entro il 2020.
"Il boccone amaro è sicuramente quello di perdere un altro punto nascita in questo territorio, dopo Trani ora per effetto delle direttive del Ministero, dobbiamo dire addio anche a quello di Bisceglie", commenta Biagio D'Alberto, segretario generale della Cgil Bat. "Non solo, dei quasi 1600 posti letto in più rispetto al precedente piano dedicati ad acuzie, riabilitazione e lungodegenza nessuno sarà istituito nella Bat che resta a bocca asciutta, nonostante sia noto il fatto che il rapporto tra abitanti e posti letto in questa provincia sia il più basso".
"L'unica nota positiva è che se non crescono almeno non diminuiscono e quindi i posti letto in meno a Bisceglie vengono dirottati in altre strutture e reparti, come la chirurgia, medicina, ortopedia e endocrinologia, quest'ultima tra l'altro è una new entry per questo territorio. Il tema è però quello che in una provincia già fortemente penalizzata su molti fronti, che non decolla da tanti punti di vista, non si possono perdere altri servizi per effetto di calcoli ragionieristici fatti dai tecnici del Ministero. Ciò si percepisce davvero come un pugno nel stomaco".
"Il boccone amaro è sicuramente quello di perdere un altro punto nascita in questo territorio, dopo Trani ora per effetto delle direttive del Ministero, dobbiamo dire addio anche a quello di Bisceglie", commenta Biagio D'Alberto, segretario generale della Cgil Bat. "Non solo, dei quasi 1600 posti letto in più rispetto al precedente piano dedicati ad acuzie, riabilitazione e lungodegenza nessuno sarà istituito nella Bat che resta a bocca asciutta, nonostante sia noto il fatto che il rapporto tra abitanti e posti letto in questa provincia sia il più basso".
"L'unica nota positiva è che se non crescono almeno non diminuiscono e quindi i posti letto in meno a Bisceglie vengono dirottati in altre strutture e reparti, come la chirurgia, medicina, ortopedia e endocrinologia, quest'ultima tra l'altro è una new entry per questo territorio. Il tema è però quello che in una provincia già fortemente penalizzata su molti fronti, che non decolla da tanti punti di vista, non si possono perdere altri servizi per effetto di calcoli ragionieristici fatti dai tecnici del Ministero. Ciò si percepisce davvero come un pugno nel stomaco".