Presunto inquinamento Atisale, Legambiente: "Serve monitoraggio costante"
Ronzulli:"il comune accusa se stesso"
domenica 7 gennaio 2018
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Legambiente Margherita di Savoia interviene in merito alla richiesta presentata dal sindaco Paolo Marrano al responsabile del Sisp dell'Asl Distretto I di Margherita di Savoia e al Dipartimento Arpa Puglia, di verificare un presunto inquinamento ambientale dell'impianto di essicazione sali in concessione ad Atisale in zona Erba dei Cavallari.
«Come associazione che guarda al bene e tutela dell'ambiente e della persona, non possiamo che supportare la richiesta fatta dal Comune di Margherita di Savoia all'Asl e all'Arpa- dichiara Ruggero Ronzulli, presidente del circolo locale - , al fine di chiarire e verificare le segnalazioni giunte dai cittadini. A tal fine, infatti, abbiamo inviato nei giorni scorsi una nota di sollecito di risposta e di chiarimenti all'Arpa Puglia, così da dipanare ogni dubbio su tale questione. Allo stesso tempo, però, leggiamo con piacere la risposta da parte del consiglio di amministrazione di Atisale, in cui i dati per le emissioni delle polveri di sale, dello scorso giugno, sono nella norma. Anche se forse sarebbe meglio avere un controllo delle emissioni più costante e non in modo semestrale».
Legambiente però precisa che l'area in cui sorge l'impianto per l'essiccamento del sale, sito in zona Erba dei Cavallari, esiste dapprima degli anni 80'. E che il PUG ( Piano Urbanistico Generale), datato anni '70, destinava tutta quell'aria agli insediamenti produttivi e non abitativi. «Ma sappiamo vista la legge dobbiamo trovare sempre lo stratagemma per fare l'opposto ed una zona produttiva diventa magicamente abitativa – sottolinea Ronzulli - . Quindi chi ha costruito le abitazioni in quella zona sapeva benissimo di trovarsi vicino ad un impianto produttivo, visto che già c'era, forse anche più produttivo di oggi. Visto lo stato odierno, però, è necessario garantire la massima sicurezza per i cittadini che abitano in quelle area».
Per quanto concerne, invece, le accuse di corrosione o di trovarsi del sale sui balconi, ecc. in un paese attanagliato dal mare e dalla salina è fisiologicamente e per natura "normale" trovarsi in una situazione del genere, essendoci una presenza notevolmente maggiore di salsedine, perlopiù se poi ci si trova vicino ad un impianto in cui il sale viene essiccato per poi essere impachettato. Sarebbe come costruire una casa sul mare e poi dire che il mare "danneggia" l'abitazione. Ovviamente è opportuno adottare i maggiori accorgimenti per diminuire al minimo il danno.
«In tutto questo, se il Comune ha fatto bene ad interpellare gli organi competenti per verificare eventuali danni ambientali a cittadini e/o cose – continua Ronzulli - , è necessario ricordare al Comune di Margherita di Savoia che praticamente accusa se stesso, in quanto è socio di Atisale, anche se in una minima parte, ma ha il diritto e dovere di controllare e verificare dall'interno le condizioni in cui opera l'azienda di cui è socio, tanto più se rischia di danneggiare i propri cittadini e lavoratori. Infatti, spesso, da decenni ormai, il comune agisce in modo separato ed indifferente dalla società di cui è socio, come se fossero separati in casa. Ed invece, quindi, di parlare sulla stampa dovrebbe in modo costante portare tale questioni sui tavoli di discussione societari e aziendali».