Presepe simbolo dell'incontro fra naturale e sovrannaturale
I bambini della parrocchia del SS. Salvatore mettono in scena il Vangelo di Luca
mercoledì 30 dicembre 2015
11.54
Un presepe che parla attraverso la voce dei più piccoli. Non una semplice rappresentazione della natività, ma un racconto che ripercorre alcuni segni compiuti quando, secondo la storia della chiesa, Dio si è fatto uomo. Le parabole del Vangelo di Luca, questo è il tema scelto a Margherita di Savoia dalla parrocchia del Santissimo Salvatore per far rivivere quei momenti che le fonti storiche indicano come compiuti da uomini realmente esistiti. «Il presepe - afferma il parroco don Matteo Martire - è stato ideato e preparato dai catechisti e dai bambini con le loro famiglie. La rappresentazione riguarda alcune parabole sul tema della misericordia tratte dal Vangelo di Luca». Un presepe che diventa un gesto concreto che non deve semplicemente commuovere ma deve far comprendere il sovrannaturale che entra nel naturale.
Insomma, la misericordia è un dono ed essendo tale, secondo la morale cristiana, è cosa sovrannaturale perché il dono appartiene solo a Dio, infatti l'uomo che dona gratuitamente ha desiderio di infinito. Una cosa buona e non solo una cosa bella da vedere. In questi casi il contenuto va ben oltre l'emozione che può dare l'estetica. L'incarnazione è stato un tema affrontato non solo con i personaggi che nella grotta reggevano un bambino con accanto il bue e l'asinello, ma è stato rappresentato attraverso le fragilità dell'agire umano dell'adultera che viene salvata dalla lapidazione, delle lacrime che lo stesso Dio fatto uomo versa davanti alla morte del suo amico Lazzaro e il dolore di una famiglia che piange la morte del proprio figlio. Scene di vita quotidiana che indicano, come afferma il parroco: «La misericordia che è venuta fra gli uomini, come ci ricorda l'anno giubilare che stiamo vivendo. Tutti gli uomini devono essere misericordiosi com'è misericordioso il Padre».
Insomma, la misericordia è un dono ed essendo tale, secondo la morale cristiana, è cosa sovrannaturale perché il dono appartiene solo a Dio, infatti l'uomo che dona gratuitamente ha desiderio di infinito. Una cosa buona e non solo una cosa bella da vedere. In questi casi il contenuto va ben oltre l'emozione che può dare l'estetica. L'incarnazione è stato un tema affrontato non solo con i personaggi che nella grotta reggevano un bambino con accanto il bue e l'asinello, ma è stato rappresentato attraverso le fragilità dell'agire umano dell'adultera che viene salvata dalla lapidazione, delle lacrime che lo stesso Dio fatto uomo versa davanti alla morte del suo amico Lazzaro e il dolore di una famiglia che piange la morte del proprio figlio. Scene di vita quotidiana che indicano, come afferma il parroco: «La misericordia che è venuta fra gli uomini, come ci ricorda l'anno giubilare che stiamo vivendo. Tutti gli uomini devono essere misericordiosi com'è misericordioso il Padre».