Parrucchieri ed estetisti sul piede di guerra: «Noi fermi e c'è chi lavora a nero in casa?»
La denuncia di un gruppo di operatori del settore a Margherita di Savoia
martedì 21 aprile 2020
19.51
«A Margherita di Savoia ci sono troppi furbetti che svolgono lavoro a nero». La denuncia arriva direttamente da un gruppo di parrucchieri ed estetisti della città che si sono definiti «stanchi e penalizzati da chi contro ogni norma si reca in casa dei salinari per il "trucco e parrucco" sia di donne che di uomini». Nelle settimane passate l'allarme era stato lanciato dai colleghi di Barletta, poi la condanna al lavoro nei è arrivata dai sindaci di San Ferdinando di Puglia e di Trinitapoli. Oggi anche il primo cittadino di Margherita di Savoia, Bernardo Lodispoto, ha affermato di aver «predisposto accertamenti» proprio in questo senso. Per la prossima settimana i commercianti del settore hanno richiesto un incontro con il sindaco. «È inammissibile - hanno continuato - che noi proprietari o dipendenti di saloni non stiamo lavorando da mesi, mentre chi non paga le tasse entra nelle abitazioni dei cittadini portando con sé pericolo di contagio da Covid-19». Uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica causata dalla diffusione del virus è proprio quello dell'estetica. «Queste persone non possono che essere definite come sciacalli. Possibile che nessuno che se ne accorga? Non ci vuole molto a vedere che per strada gira gente con i capelli tagliati e in ordine. Significa che qualcuno si sta adoperando nell'ombra», hanno sottolineato.
La conta dei danni è quanto di più tragico possa esserci. «Stiamo subendo perire senza fine. Matrimoni annullati, comunioni rimandate, festività di Pasqua andate. È proprio in periodi come questo che le nostre attività fanno cassa. La dispersione è tanta. Fra di noi c'è chi ormai non sa più come sostenere la propria famiglia». Poi hanno concluso: «La vera beffa sta proprio in questo: stiamo già preparando un piano per la riapertura con una serie di accorgimenti che va dalla sanificazione degli ambienti all'acquisto di strumenti idonei per lavorare e poi siamo costretti a vedere chi si diletta in questo lavoro a nero e con ferri del mestiere di indubbia provenienza».
La conta dei danni è quanto di più tragico possa esserci. «Stiamo subendo perire senza fine. Matrimoni annullati, comunioni rimandate, festività di Pasqua andate. È proprio in periodi come questo che le nostre attività fanno cassa. La dispersione è tanta. Fra di noi c'è chi ormai non sa più come sostenere la propria famiglia». Poi hanno concluso: «La vera beffa sta proprio in questo: stiamo già preparando un piano per la riapertura con una serie di accorgimenti che va dalla sanificazione degli ambienti all'acquisto di strumenti idonei per lavorare e poi siamo costretti a vedere chi si diletta in questo lavoro a nero e con ferri del mestiere di indubbia provenienza».