Parco eolico off-shore, «uno schiaffo a turismo e ambiente»
La nota del consigliere comunale di Azione Vittorio Quarta
martedì 24 ottobre 2023
10.00
Continua a essere al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica locale la costruzione di un parco eolico in mare, nelle acque a nord della Puglia. Una situazione che tocca direttamente il comune di Margherita di Savoia, come ribadisce la nota di Vittorio Quarta, consigliere comunale di Azione, che riportiamo di seguito.
«Le comunità costiere della Provincia Bat e del Parco del Gargano hanno una stretta interdipendenza con il mare ed il suo ecosistema, tanto per ragioni culturali che economiche. Le nostre marinerie, come quelle delle altre comunità interessate, sono tra le più importanti e produttive d'Italia ed il settore già soffre gli effetti della riduzione delle quantità di pescato, che verrebbero ulteriormente contratte a causa dei lavori di installazione delle torri eoliche.
Tutte le città interessate dal progetto hanno una già consolidata vocazione turistica o hanno promosso investimenti, pubblici e privati, in questo settore strategico; parte dello specchio di mare coinvolto nella progettazione degli impianti è compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano e della costa della Provincia di Barletta-Andria-Trani. L'istallazione di parchi eolici offshore (leggi Istanze), comporterebbe per le popolazioni residenti benefici economici ed occupazionali di gran lunga inferiori rispetto ai costi ambientali ed ai rischi economici che un simile intervento determinerebbe.
I progetti prevedono la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominati "OWF 1" e "OWF 2" aventi una potenza nominale di 15 MW, da realizzarsi oltre le 12 miglia nautiche dalla costa nel mare Adriatico a largo della costa settentrionale della Puglia, costituito complessivamente da 152 aerogeneratori per una potenza complessiva pari a 2280 MW. Gli aerogeneratori collegati tra di loro a gruppi alla stazione elettrica mediante cavidotti sottomarini a 66 kV. Lo specchio d'acqua entro ed oltre il limite delle acque territoriali coinvolto è pari a 10.069.385 di metri quadrati mentre la zona demaniale marittima coinvolta è pari a 3.364 metri quadrati. I cavidotti convergono in un punto di raccordo dal quale l'elettrodotto sarà quindi costituito da 2 cavi disposti affiancati con interasse di 2 metri, che si sviluppa fino a circa 1500 m dalla linea di costa, estendendosi fino ad oltre 300 m dalla linea di costa, raggiunge la fossa giunti dove il cavidotto marino si raccorda con quello terrestre. Il cavidotto onshore si sviluppa fino al nodo di consegna di Andria gestito da TERNA ipotizzato come punto di connessione alla rete. Il punto di giunzione tra il cavidotto marino e quello terrestre è ubicato nel territorio comunale di Barletta. In particolare, sarà realizzato un manufatto interrato (fossa giunti), ad una distanza di oltre 300 m dalla linea di costa.
La situazione rappresentata evidenzia uno scenario preoccupante, le richieste autorizzative sono presentate a ritmi insostenibili anche solo per le valutazioni. I comuni interessati dalle richieste sono: Vieste, Manfredonia, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie e Molfetta e vede aggiungersi il comune di Andria per la cabina di trasformazione ubicata ad Andria di proprietà della società Terna.
Va anche evidenziato che per uno dei dieci progetti presentati si è già potuto effettuare ad ispezioni preliminari con mezzi navali della società Iron Solar partecipata dal gruppo Hope.
- I nostri porti non saranno utilizzati, come logistica, per la realizzazione dell'opera.
- Dal momento in cui entrerà in funzione sarà presente un numero irrisorio di personale del luogo.
- Per quanto riguarda la marineria del luogo, sorgeranno innumerevoli difficoltà che potrebbero portare alla perdita di posti di lavoro nel settore ittico, già pesantemente provato dalla crisi.
Si stima che il funzionamento di questi impianti sarà di circa 30/40 anni e, anche se le aziende hanno assicurato un piano di smantellamento, a fine termine non è assicurato nessuna polizza può fideiussoria garantire l'adempimento degli accordi pattuiti.
Inoltre è fondamentale aggiungere che la Regione Puglia è la prima in Italia per la produzione di energia da fonti alternative e una consistente parte dell'energia prodotta non raggiunge la fase di distribuzione.
Per quanto sopra esposto: chiediamo un coordinamento con tutte le istituzioni locali coinvolte e tutte le forze politiche e sociali del territorio, utile a stabilire linee di azione per convincere chi dovrà esprimersi sulle autorizzazioni che l'area in questione non può, per l'ennesima volta, ricevere uno schiaffo alle proprie potenzialità turistiche ed ambientali».
«Le comunità costiere della Provincia Bat e del Parco del Gargano hanno una stretta interdipendenza con il mare ed il suo ecosistema, tanto per ragioni culturali che economiche. Le nostre marinerie, come quelle delle altre comunità interessate, sono tra le più importanti e produttive d'Italia ed il settore già soffre gli effetti della riduzione delle quantità di pescato, che verrebbero ulteriormente contratte a causa dei lavori di installazione delle torri eoliche.
Tutte le città interessate dal progetto hanno una già consolidata vocazione turistica o hanno promosso investimenti, pubblici e privati, in questo settore strategico; parte dello specchio di mare coinvolto nella progettazione degli impianti è compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano e della costa della Provincia di Barletta-Andria-Trani. L'istallazione di parchi eolici offshore (leggi Istanze), comporterebbe per le popolazioni residenti benefici economici ed occupazionali di gran lunga inferiori rispetto ai costi ambientali ed ai rischi economici che un simile intervento determinerebbe.
Il progetto
Le istanze presentate dalla società Maxima Energia prevedono il rilascio di due concessioni demaniali marittime nel Mare Adriatico Meridionale, nel tratto di mare di competenza della Capitaneria di porto di Barletta al largo dei Comuni ricompresi tra Vieste e Bari per la realizzazione ed esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica off-shore.I progetti prevedono la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominati "OWF 1" e "OWF 2" aventi una potenza nominale di 15 MW, da realizzarsi oltre le 12 miglia nautiche dalla costa nel mare Adriatico a largo della costa settentrionale della Puglia, costituito complessivamente da 152 aerogeneratori per una potenza complessiva pari a 2280 MW. Gli aerogeneratori collegati tra di loro a gruppi alla stazione elettrica mediante cavidotti sottomarini a 66 kV. Lo specchio d'acqua entro ed oltre il limite delle acque territoriali coinvolto è pari a 10.069.385 di metri quadrati mentre la zona demaniale marittima coinvolta è pari a 3.364 metri quadrati. I cavidotti convergono in un punto di raccordo dal quale l'elettrodotto sarà quindi costituito da 2 cavi disposti affiancati con interasse di 2 metri, che si sviluppa fino a circa 1500 m dalla linea di costa, estendendosi fino ad oltre 300 m dalla linea di costa, raggiunge la fossa giunti dove il cavidotto marino si raccorda con quello terrestre. Il cavidotto onshore si sviluppa fino al nodo di consegna di Andria gestito da TERNA ipotizzato come punto di connessione alla rete. Il punto di giunzione tra il cavidotto marino e quello terrestre è ubicato nel territorio comunale di Barletta. In particolare, sarà realizzato un manufatto interrato (fossa giunti), ad una distanza di oltre 300 m dalla linea di costa.
Situazione attuale
Al momento risultano presentate una decina di richieste autorizzative per impianti eolici offshore del tipo flottante entro le 12 miglia marine antistanti le coste della Provincia Bat e del Parco del Gargano.La situazione rappresentata evidenzia uno scenario preoccupante, le richieste autorizzative sono presentate a ritmi insostenibili anche solo per le valutazioni. I comuni interessati dalle richieste sono: Vieste, Manfredonia, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie e Molfetta e vede aggiungersi il comune di Andria per la cabina di trasformazione ubicata ad Andria di proprietà della società Terna.
Va anche evidenziato che per uno dei dieci progetti presentati si è già potuto effettuare ad ispezioni preliminari con mezzi navali della società Iron Solar partecipata dal gruppo Hope.
Ricadute sul territorio
L'occupazione
- L'installazione degli impianti sarà effettuata da operai specializzati che nel nostro paese non sono presenti.- I nostri porti non saranno utilizzati, come logistica, per la realizzazione dell'opera.
- Dal momento in cui entrerà in funzione sarà presente un numero irrisorio di personale del luogo.
- Per quanto riguarda la marineria del luogo, sorgeranno innumerevoli difficoltà che potrebbero portare alla perdita di posti di lavoro nel settore ittico, già pesantemente provato dalla crisi.
L'impatto ambientale
L'intervento si pone tra il Golfo di Manfredonia e della le coste Provincia di Barletta-Andria-Trani, in una posizione equidistante dalle coste più pregiate e delicate del Parco Nazionale del Gargano (nonché del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto), caratterizzate dalla presenza di spettacolari falesie di candida roccia calcarea e dai profondi arenili che da Manfredonia si distendono sino alle bianche Saline di Margherita di Savoia. Inoltre, tale area risulta di enorme importanza avifaunistica per la presenza di circa 300 specie di uccelli, per lo svernamento delle specie acquatiche e per un rilevante flusso migratorio attraverso il mare. L'installazione di queste pale eoliche è, dunque, definibile come offesa che si vuole arrecare ad un angolo d'Italia che meriterebbe una rigorosa tutela per i valori ambientali, storici, paesaggistici e naturalistici che lo nobilitano e lo rendono unico nel panorama del nostro paese.Il turismo
Dato l'avvio sistemico di attività che mirano ad un incremento del settore turistico in loco e, vista le recenti volontà di realizzazione e potenziamento di porti turistici, gli impianti graverebbero fortemente su tali progetti.L'aspetto economico
Il territorio non beneficerebbe di abbattimenti di costi sulle bollette, se non probabilmente di compensazioni irrisorie per i comuni.Si stima che il funzionamento di questi impianti sarà di circa 30/40 anni e, anche se le aziende hanno assicurato un piano di smantellamento, a fine termine non è assicurato nessuna polizza può fideiussoria garantire l'adempimento degli accordi pattuiti.
Inoltre è fondamentale aggiungere che la Regione Puglia è la prima in Italia per la produzione di energia da fonti alternative e una consistente parte dell'energia prodotta non raggiunge la fase di distribuzione.
Per quanto sopra esposto: chiediamo un coordinamento con tutte le istituzioni locali coinvolte e tutte le forze politiche e sociali del territorio, utile a stabilire linee di azione per convincere chi dovrà esprimersi sulle autorizzazioni che l'area in questione non può, per l'ennesima volta, ricevere uno schiaffo alle proprie potenzialità turistiche ed ambientali».