Papagghjòune è morto, via i bivacchi e arriva la Quaresima

Antica tradizione salinara. Corteo funebre e vedove disperate

lunedì 8 febbraio 2016 10.12
A cura di Giuseppe Capacchione
"Papagghjòune è murte" dicono a Margherita per indicare con un fantoccio di paglia che i bivacchi lasciano il posto al digiuno quaresimale. Una tradizione che affonda le radici nel passato, quando corso Garibaldi non esisteva ed era tutta spiaggia e le signore si dedicavano alla costruzione di questo pupazzo dalle sembianze umane, che assomigliava agli spaventapasseri utilizzati negli arenili, per poi fare un vero e proprio corteo funebre, col carro e le vedove disperate, che lo accompagnavano al patibolo per poi essere bruciato. I più anziani raccontano che nel periodo di Carnevale Papagghjòune era un vero rituale che vedeva la partecipazione di tanti salinari perché dopo questa festa per 40 giorni si rispettava la sacralità della Quaresima con digiuno e penitenza.

Questo è il Carnevale di Margherita di Savoia: carri e maschere si trovano d'ovunque, ma Papagghjòune muore solo nella cittadina pugliese. La sfilata in maschera dello scorso 6 febbraio lungo le vie dell città è stata organizzata dalle 4 comunità parrocchiali, cioè Santissimo, Ausiliatrice, Addolorata, e San Pio, unite per far rivivere la traduzione ai più piccoli e far comprendere loro come i propri nonni, pescatori, contadini e salinieri, con poco abbiano creato la cultura salinara.