Operazione delle Fiamme Gialle, ai domiciliari ex sorvegliato speciale attivo nella Valle dell'Ofanto
Coinvolti anche due imprenditori sanferdinandesi, fratello e sorella. Sequestrati circa 2.5 milioni di euro per reati societari, fiscali e autoriciclaggio
mercoledì 8 giugno 2022
11.47
I finanzieri del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione, nella mattinata di mercoledì 8 giugno, ad un provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo dauno che ha disposto, su richiesta della Procura della Repubblica, l'applicazione di una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un esponente di spicco della criminalità attiva nella valle dell'Ofanto, tre misure interdittive nei confronti di un commercialista di Cerignola e due imprenditori di San Ferdinando di Puglia nonché il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, partecipazioni e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di circa 2.5 milioni di euro.
Il provvedimento del Tribunale giunge all'esito delle indagini preliminari svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia che hanno acquisito elementi indiziari (da vagliare nelle successive fasi processuali) relativi a numerose operazioni di riorganizzazione societaria verosimilmente prive di ogni fondamento giuridico e ragionevolezza commerciale, in quanto finalizzate esclusivamente a ripartire - violando la normativa civilistica e fiscale - asset immobiliari di imprese che nel periodo di attività non hanno sostanzialmente effettuato altre operazioni commerciali, perché costituite al solo scopo di realizzare le operazioni aziendali finite sotto la lente degli investigatori. Tra queste, plurimi artificiosi conferimenti di rami d'azienda, che sarebbero stati adottati al solo scopo di dissimulare la vendita di beni aziendali e sottrarre illecitamente all'Erario Iva e imposte dirette, dovute in caso di atti di compravendita.
Gli amministratori delle società finite sotto osservazione avrebbero così esposto consapevolmente nei bilanci, nelle relazioni e nelle comunicazioni periodiche sociali fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero circa la situazione economica e patrimoniale, in modo idoneo ad indurre altri in errore. Tra i principali indagati figura un ex sorvegliato speciale di 66 anni con obbligo di soggiorno attivo nell'area di San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Cerignola, con precedenti di polizia per associazione di stampo mafioso, sequestro di persona, rapina, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione, destinatario del provvedimento cautelare personale.
I proventi illeciti derivanti dai supposti, plurimi, illeciti fiscali e dalle presunte false comunicazioni sociali sarebbero stati dirottati sui conti correnti personali dell'arrestato e di altri componenti il proprio nucleo familiare. Per questo motivo, i finanzieri – diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia - hanno sviluppato specifiche indagini patrimoniali sull'intero nucleo familiare che avrebbero fatto emergere la disponibilità diretta e indiretta da parte del principale indagato di beni mobili e immobili il cui valore complessivo non avrebbe trovato corrispondenza nei modesti redditi prodotti e periodicamente dichiarati, tanto da ritenere che fossero il profitto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego. Alla luce di ciò, gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia hanno avanzato alla Procura della Repubblica di Foggia una proposta di "sequestro per sproporzione" dei beni di cui l'individuo è risultato titolare o averne la disponibilità per interposta persona, di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato dall'intero nucleo familiare. Sono così finiti nella maglia degli accertamenti una villa con piscina, conti correnti, rapporti finanziari e alcune autovetture.
Complessivamente, nei confronti del 66enne di San Ferdinando di Puglia, la Procura della Repubblica di Foggia ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale il sequestro - in corso di esecuzione - di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 2.1 milioni di euro. Ma nell'articolato sistema dei descritti artifici contabili e illeciti fiscali sarebbero convolti anche due imprenditori edili (fratello e sorella) di San Ferdinando di Puglia ed un noto professionista di Cerignola, nei cui confronti il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il divieto per sei mesi di esercitare, rispettivamente, l'attività d'impresa e la professione di commercialista nonché di rivestire cariche presso gli uffici direttivi di persone giuridiche o imprese.
Nei confronti degli stessi indagati il Tribunale ha disposto il sequestro – in corso di esecuzione - di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore equivalente al profitto del reato sino a circa 450 mila euro. Va precisato che la posizione della persona posta ai domiciliari e di tutti gli indagati è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino ad eventuale pronunzia di sentenza definitiva di condanna.
Il risultato conseguito conferma il costante impegno del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, in perfetta sinergia con l'Autorità Giudiziaria, nella lotta alla criminalità organizzata, rimarcando che la sistematica aggressione degli interessi patrimoniali dei sodalizi, attraverso strumenti di indagine volti al sequestro ed alla confisca dei proventi e dei beni derivanti da attività delittuose, costituisce obiettivo strategico di primaria importanza per disarticolare le compagini delinquenziali organizzate e reprimere ogni tentativo di infiltrazione e mimetizzazione nell'economia legale.
Il provvedimento del Tribunale giunge all'esito delle indagini preliminari svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia che hanno acquisito elementi indiziari (da vagliare nelle successive fasi processuali) relativi a numerose operazioni di riorganizzazione societaria verosimilmente prive di ogni fondamento giuridico e ragionevolezza commerciale, in quanto finalizzate esclusivamente a ripartire - violando la normativa civilistica e fiscale - asset immobiliari di imprese che nel periodo di attività non hanno sostanzialmente effettuato altre operazioni commerciali, perché costituite al solo scopo di realizzare le operazioni aziendali finite sotto la lente degli investigatori. Tra queste, plurimi artificiosi conferimenti di rami d'azienda, che sarebbero stati adottati al solo scopo di dissimulare la vendita di beni aziendali e sottrarre illecitamente all'Erario Iva e imposte dirette, dovute in caso di atti di compravendita.
Gli amministratori delle società finite sotto osservazione avrebbero così esposto consapevolmente nei bilanci, nelle relazioni e nelle comunicazioni periodiche sociali fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero circa la situazione economica e patrimoniale, in modo idoneo ad indurre altri in errore. Tra i principali indagati figura un ex sorvegliato speciale di 66 anni con obbligo di soggiorno attivo nell'area di San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Cerignola, con precedenti di polizia per associazione di stampo mafioso, sequestro di persona, rapina, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione, destinatario del provvedimento cautelare personale.
I proventi illeciti derivanti dai supposti, plurimi, illeciti fiscali e dalle presunte false comunicazioni sociali sarebbero stati dirottati sui conti correnti personali dell'arrestato e di altri componenti il proprio nucleo familiare. Per questo motivo, i finanzieri – diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia - hanno sviluppato specifiche indagini patrimoniali sull'intero nucleo familiare che avrebbero fatto emergere la disponibilità diretta e indiretta da parte del principale indagato di beni mobili e immobili il cui valore complessivo non avrebbe trovato corrispondenza nei modesti redditi prodotti e periodicamente dichiarati, tanto da ritenere che fossero il profitto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego. Alla luce di ciò, gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia hanno avanzato alla Procura della Repubblica di Foggia una proposta di "sequestro per sproporzione" dei beni di cui l'individuo è risultato titolare o averne la disponibilità per interposta persona, di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato dall'intero nucleo familiare. Sono così finiti nella maglia degli accertamenti una villa con piscina, conti correnti, rapporti finanziari e alcune autovetture.
Complessivamente, nei confronti del 66enne di San Ferdinando di Puglia, la Procura della Repubblica di Foggia ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale il sequestro - in corso di esecuzione - di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 2.1 milioni di euro. Ma nell'articolato sistema dei descritti artifici contabili e illeciti fiscali sarebbero convolti anche due imprenditori edili (fratello e sorella) di San Ferdinando di Puglia ed un noto professionista di Cerignola, nei cui confronti il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il divieto per sei mesi di esercitare, rispettivamente, l'attività d'impresa e la professione di commercialista nonché di rivestire cariche presso gli uffici direttivi di persone giuridiche o imprese.
Nei confronti degli stessi indagati il Tribunale ha disposto il sequestro – in corso di esecuzione - di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore equivalente al profitto del reato sino a circa 450 mila euro. Va precisato che la posizione della persona posta ai domiciliari e di tutti gli indagati è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino ad eventuale pronunzia di sentenza definitiva di condanna.
Il risultato conseguito conferma il costante impegno del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, in perfetta sinergia con l'Autorità Giudiziaria, nella lotta alla criminalità organizzata, rimarcando che la sistematica aggressione degli interessi patrimoniali dei sodalizi, attraverso strumenti di indagine volti al sequestro ed alla confisca dei proventi e dei beni derivanti da attività delittuose, costituisce obiettivo strategico di primaria importanza per disarticolare le compagini delinquenziali organizzate e reprimere ogni tentativo di infiltrazione e mimetizzazione nell'economia legale.