Nuove prospettive per i florovivaisti pugliesi
Introdotta con successo anche la coltivazione dell'aloe vera
martedì 16 giugno 2015
20.44
Nuove tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale per le piante ornamentali mediterranee. È quanto emerso da una specifica ricerca svolta nell'ambito del progetto PIF (misura 124) «Recupero di redditività e competitività della filiera florovivaistica pugliese» dall'Università di Bari - Dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali - in collaborazione con la Fondazione «Bonomo» di Castel del Monte. Importanti i risultati raggiunti soprattutto per quanto riguarda l'aloe vera, pianta all'attenzione dei consumatori per le sue note proprietà terapeutiche: essa, infatti, depura l'organismo dalle tossine, cura le escoriazioni e gli eritemi della pelle, ed è un potente anti-infiammatorio naturale. Presso le serre di «Südkultur» a San Ferdinando di Puglia è stato valutato l'uso di un ammendante compostato verde in sostituzione parziale della torba (risorsa non rinnovabile) nella coltivazione della Dipladenia. Lo stesso prodotto è stato utilizzato presso le serre di «Florpagano» a Ruvo di Puglia nella coltivazione di aloe vera e dracena. Il nuovo substrato sperimentato ha permesso di ottenere piante di qualità estetica pari a quelle in sola torba, permettendo innegabili vantaggi ambientali ed economici. Questo ha consentito di raggiungere l'obiettivo di fornire a tutta la filiera – colpita come altri settori da una difficile congiuntura economica - concreti strumenti di ripresa. E questo, attraverso la creazione di canali innovativi per la promozione e commercializzazione delle piante e dei fiori recisi; lo sviluppo di prodotti ornamentali nuovi e di tecniche agronomiche sostenibili; il miglioramento della gestione dei sottoprodotti e dei rifiuti. Al fine di ridurre l'uso di fertilizzanti chimici è stato poi utilizzato un prodotto commerciale ad attività biostimolante nella coltivazione di piante mediterranee in vaso come la mandevilla ed i risultati hanno evidenziato che per i primi mesi di coltivazione è possibile ottenere piante di buona qualità somministrando solo tale biostimolante. Per quanto riguarda l'innovazione di prodotto sono state condotte prove di programmazione della fioritura di nuovi ibridi mini, midi e maxi di orchidea ed i risultati complessivi hanno dimostrato un'ottima qualità, sia per il numero di fiori per grappolo che per la durata della fioritura. Inoltre, programmando gli ingressi delle piantine da coltivare in serra nei mesi da luglio ad ottobre si è esteso il periodo di fioritura da novembre a febbraio. Dal canto suo la Fondazione «Bonomo» ha messo a punto tecniche di confezionamento con moderni packaging dei fiori recisi destinati ai mercati del nord Italia e dell'Europa, alternative al tradizionale trasporto in acqua, poco pratico e inficiato dallo sviluppo di muffe grigie che determinano una notevole perdita di prodotto durante lo stoccaggio. Il confezionamento a secco con un film plastico microforato ha permesso di estendere la vita commerciale delle gerbere fino a 18 giorni dopo la raccolta e di semplificare notevolmente il confezionamento degli Anthurium, fiori di per sé longevi ma con la foglia pigmentata molto sensibile ai danni meccanici. Con il solo ausilio di una busta di film semipermeabile microforato intorno alla scatola si è riusciti a conservare gli Anthurium in eccellenti condizioni per 28 giorni, ottenendo anche un miglioramento nella conservazione della brillantezza e del livello di idratazione del fiore.