Monitoraggio Corte dei Conti, il dissesto non è scongiurato
Gravi inadempienze e debiti non pagati. Arriva ultimatum
martedì 19 aprile 2016
13.07
Potrebbe esserci il danno erariale. Di sicuro il comune di Margherita di Savoia, in gran parte, non ha rispettato le linee guida della Corte dei Conti. Altro che salvato la città, l'ombra del dissesto è sempre dietro l'angolo e a dirlo è la Sezione regionale di controllo per la Puglia con tanto di carte alla mano. «Il controllo sullo stato di attuazione del piano di rientro del Comune di Margherita di Savoia - afferma la Sezione - ha evidenziato una sostanziale mancanza di rispondenza rispetto alle risultanze programmatiche». Questo vuol direbbe che l'Ente non si è attenuto alle direttive ricevute per ridurre la debitoria e stilare un programma di riscossione delle entrate.
«La scelta del Comune di non effettuare pagamenti di debiti da esercizi ante 2015 - continua la Sezione -, nonostante la sussistenza di una cassa libera capiente e la potenziale disponibilità dell'intera anticipazione di tesoreria, induce il Consiglio a ritenere che l'ente potrebbe aver preferito garantirsi l'accesso alla liquidità, certificando la sussistenza di debiti pregressi, invece di rendersi solvente in tempi relativamente brevi». Quindi, il Comune nonostante avesse accesso alla liquidità prevista dal Decreto Enti Locali, ha preferito solo riconoscere l'esistenza di debiti risalenti all'attività amministrativa precedente al 2015 senza pagarli, contando che a disposizione aveva dei fondi in cassa e quindi anche la possibilità di richiedere un'anticipazione alla tesoreria. Chiaramente, questo comportamento lascia ben pensare alla Sezione, che ha scritto: «Tale condotta potrebbe aver favorito il proliferare di interessi moratori o aver prodotto maggiori oneri finanziari per l'ente, integrando, all'evidenza, un danno erariale». Non ha bisogno di commenti ciò che la Corte dei Conti scrive: «Fermo restando che la reiterazione della condotta gravemente insolvente, tra l'altro non adeguatamente giustificata, posta in essere dall'ente, potrà indurre il Collegio a confermare, già in occasione del prossimo monitoraggio, l'esistenza di gravi squilibri strutturali in grado di provocare il dissesto finanziario».
«La scelta del Comune di non effettuare pagamenti di debiti da esercizi ante 2015 - continua la Sezione -, nonostante la sussistenza di una cassa libera capiente e la potenziale disponibilità dell'intera anticipazione di tesoreria, induce il Consiglio a ritenere che l'ente potrebbe aver preferito garantirsi l'accesso alla liquidità, certificando la sussistenza di debiti pregressi, invece di rendersi solvente in tempi relativamente brevi». Quindi, il Comune nonostante avesse accesso alla liquidità prevista dal Decreto Enti Locali, ha preferito solo riconoscere l'esistenza di debiti risalenti all'attività amministrativa precedente al 2015 senza pagarli, contando che a disposizione aveva dei fondi in cassa e quindi anche la possibilità di richiedere un'anticipazione alla tesoreria. Chiaramente, questo comportamento lascia ben pensare alla Sezione, che ha scritto: «Tale condotta potrebbe aver favorito il proliferare di interessi moratori o aver prodotto maggiori oneri finanziari per l'ente, integrando, all'evidenza, un danno erariale». Non ha bisogno di commenti ciò che la Corte dei Conti scrive: «Fermo restando che la reiterazione della condotta gravemente insolvente, tra l'altro non adeguatamente giustificata, posta in essere dall'ente, potrà indurre il Collegio a confermare, già in occasione del prossimo monitoraggio, l'esistenza di gravi squilibri strutturali in grado di provocare il dissesto finanziario».