Margherita di Savoia costruita in funzione della Salina

A spina di pesce per i bacini. Ogni vico una famiglia ricca

lunedì 1 febbraio 2016 12.09
A cura di Giuseppe Capacchione
Stretta e lunga per far circolare il vento verso i bacini del sale e il nome di ogni sua strada racchiude un pezzo del passato. La storia non può essere cancellata, soprattutto in posti come Margherita di Savoia in cui i segni dei tempi che furono, ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti. Chi nella metà del 1800 ha gettato le basi per il primo disegno urbanistico della città era un fine conoscitore della materia, perché la forma a spina di pesce che oggi presenta è l'esito di un ragionamento fisico e architettonico unico in Italia. Prima di questa epoca non è registrata la presenza di case in tufo, perché fino 1875 i salinari abitavano nei pagliai, abitazioni in legno e paglia molte delle quali distrutte in un incendio del 1958, che hanno dato il nome allo storico quartiere Punta Pagliaio. Ed è proprio in questa zona che l'urbanistica salinara ha avuto inizio.

Il Comune di Margherita di Savoia è l'unico in Italia ad aver denominato i vicoli più antichi con i nomi delle famiglie salinare più ricche. Il motivo è dettato dalla storia: i sindaci del tempo erano anche direttori della Salina, quindi avevano la necessità di far costruire le case ai propri cittadini, rispettando lo spazio utile per far circolare i venti vero i bacini. Il piano regolatore del tempo si presentava in questo modo: il proprietario aveva una casa e intorno un giardino, come si presentano ancora oggi le torri cioè le casette in campagna, e poteva costruire non oltre quello spazio. La famiglia che aveva più case dava il nome al vico. Ad esempio via Capacchione, di fronte alla parrocchia Ausiliatrice, indica che nella strada quella famiglia possedeva più case. Questo vale per tutti i vicoli, eccetto quelli di zona Cancello, così chiamata perché c'erano le mura della città, dove c'è la parrocchia dell'Addolorata. In quel punto i vicoli verso i bacini del sale vengono chiamati Regina in onore di Carolina d'Austria regnante dei Borbone, famiglia che acquistò la Salina da privati, creando una zona salante dove oggi sorgono le abitazioni. I vicoli verso il mare, invece, vengono denominati Marina perché si affacciavano direttamente sulla spiaggia. Basti pensare che all'epoca corso Garibaldi, che divide le abitazioni sul mare, ancora non esisteva e infatti in dialetto salinaro il corso che porta alla "chiesa di don Minguccio", così definita la parrocchia Ausiliatrice dal primo parroco e fondatore don Domenico Tattoli, viene indicato con l'espressione "rat à mar" cioè dietro a mare. Storie di Margherita di Savoia e che non possono essere dimenticate da chi oggi abita nella cittadina pugliese.