Lavori pubblici in Puglia: nel primo quadrimestre dell’anno banditi 361 milioni di euro
Ance Bari-Bat: "Ancora lontani dai livelli del 2015"
mercoledì 6 giugno 2018
È stato pari a 361 milioni di euro il valore dei bandi per lavori pubblici messi a gara in Puglia nel primo quadrimestre dell'anno, con una crescita del 141% rispetto allo stesso periodo del 2017, migliore performance tra le regioni di Mezzogiorno che, in media, ha visto crescere del 23% il valore dei bandi di gara. Aumentato del 23% anche il numero dei bandi pubblicati in Puglia nel periodo, dai 311 del primo quadrimestre 2017 ai 384 di quest'anno (fonte: elaborazione Ance su dati Infoplus).
«Dopo il crollo degli appalti negli ultimi due anni - commenta il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba – questi primi segnali positivi fanno sperare che le stazioni appaltanti abbiano finalmente metabolizzato il nuovo Codice degli Appalti e che si possa iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel. Tuttavia, nonostante sia stata avviata la nuova programmazione di fondi comunitari e nazionali, siamo ancora lontani dai numeri di qualche anno fa, quando si superava stabilmente il miliardo e mezzo di gare per lavori pubblici a livello regionale nell'arco dei 12 mesi. Per dare slancio ai primi confortanti risultati, chiediamo alle stazioni appaltanti maggiore celerità nel mettere a bando i progetti per cui sono previsti finanziamenti e nell'aggiudicazione definitiva, in modo da consentire alle imprese la cantierizzazione delle opere».
Nessun bando oltre i 50 milioni di euro in Puglia nel primo quadrimestre dell'anno, tuttavia l'importo medio posto in gara è di 940.000 euro, quasi il doppio rispetto ai 482.000 euro registrati nel primo quadrimestre del 2017 e secondo, nel Mezzogiorno, solo alla Campania (985.000 euro).
«La preponderanza di bandi di gara con valore inferiore al milione di euro, per i quali è possibile attivare procedure negoziate e non gare formali, rende necessario portare a termine la riforma del nuovo Codice degli Appalti: per garantire massima trasparenza alle procedure chiediamo al Governo che si sta insediando e all'Anac di emanare quanto prima i decreti attuativi volti alla riduzione del numero delle stazioni appaltanti e alla loro qualificazione. Non è ammissibile che in Puglia ve ne siano ben 2.058, molte delle quali estremamente piccole, con carenza di personale, scarsa formazione dello stesso e commissioni di gara non all'altezza della situazione che pregiudicano la leale concorrenza tra le imprese».
«Dopo il crollo degli appalti negli ultimi due anni - commenta il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba – questi primi segnali positivi fanno sperare che le stazioni appaltanti abbiano finalmente metabolizzato il nuovo Codice degli Appalti e che si possa iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel. Tuttavia, nonostante sia stata avviata la nuova programmazione di fondi comunitari e nazionali, siamo ancora lontani dai numeri di qualche anno fa, quando si superava stabilmente il miliardo e mezzo di gare per lavori pubblici a livello regionale nell'arco dei 12 mesi. Per dare slancio ai primi confortanti risultati, chiediamo alle stazioni appaltanti maggiore celerità nel mettere a bando i progetti per cui sono previsti finanziamenti e nell'aggiudicazione definitiva, in modo da consentire alle imprese la cantierizzazione delle opere».
Nessun bando oltre i 50 milioni di euro in Puglia nel primo quadrimestre dell'anno, tuttavia l'importo medio posto in gara è di 940.000 euro, quasi il doppio rispetto ai 482.000 euro registrati nel primo quadrimestre del 2017 e secondo, nel Mezzogiorno, solo alla Campania (985.000 euro).
«La preponderanza di bandi di gara con valore inferiore al milione di euro, per i quali è possibile attivare procedure negoziate e non gare formali, rende necessario portare a termine la riforma del nuovo Codice degli Appalti: per garantire massima trasparenza alle procedure chiediamo al Governo che si sta insediando e all'Anac di emanare quanto prima i decreti attuativi volti alla riduzione del numero delle stazioni appaltanti e alla loro qualificazione. Non è ammissibile che in Puglia ve ne siano ben 2.058, molte delle quali estremamente piccole, con carenza di personale, scarsa formazione dello stesso e commissioni di gara non all'altezza della situazione che pregiudicano la leale concorrenza tra le imprese».