L'allarme di CasAmbulanti: «Impraticabile il ponte Margherita - Manfredonia»
Il dramma di Genova alimenta la riflessione anche nella nostra provincia
venerdì 17 agosto 2018
9.22
Il dramma che si sta continuando a vivere ancora in queste ore a Genova dopo il crollo del ponte Morandi sta alimentando un crescente senso di insicurezza che pervade evidentemente l'intero Paese.
In Puglia sono Associazioni e Comitati ad alzare la voce mettendo in evidenza le condizioni di alcuni ponti e viadotti che manifestano evidenti segnali di cedimento a causa delle scarse o addirittura assenti manutenzioni periodiche e mancata messa in sicurezza.
A protestare è anche una di quelle Categorie che sulle strade ci vive e le strade, ponti e viadotti li attraversa ogni giorno per raggiungere i propri posti di lavoro, a volte distanti anche molte centinaia di chilometri dalle città di provenienza.
A dare voce ai ventimila ambulanti pugliesi che in queste ore si stringono attorno alle famiglie delle vittime e ai tanti feriti del "Dramma Morandi" di Genova è il Presidente Unimpresa Bat e Coordinatore CasAmbulanti Italia, Savino Montaruli il quale ha dichiarato: "da anni, da decenni denunciamo periodicamente le condizioni estreme nelle quali si trovano le strade del nostro territorio, completamente impraticabili in taluni tratti quali, ad esempio, quelli del foggiano in particolare la Margherita – Manfredonia; una tratta stradale percorsa da moltissime centinaia di ambulanti, soprattutto provenienti dalle province di Bari e Bat, che si recano ad operare nelle città di quell'area. Un'incoscienza istituzionale che deve far riflettere perché le condizioni di dissesto stradale sono sovrapponibili in tantissime situazioni di pari gravità che si registrano sulle strade, anche su quelle principali, del barese, della Bat e della Puglia più in generale. A proposito dei ponti ci uniamo alla protesta dei cittadini della Basilicata che su quei ponti pericolanti stanno manifestando le loro profonda e fondata preoccupazione. Sono centinaia gli ambulanti che attraversano quelle strade e quel ponte che porta a Melfi e le condizioni di quei manufatti sono drammaticamente visibili a tutti, ad occhio nudo. Allora perché, come anche il caso del ponte ad Andria ed in altre località le cui condizioni di pericolo sono state tutte denunciate sugli organi di informazione in questi giorni, gli organismi competenti non intervengono? Quando sotto quei ponti fatiscenti e pericolosi ci passano le autorità, le forze dell'ordine, i magistrati, i politici, i burocrati non sentono il dovere istituzionale di assumere provvedimenti o comunque di avviare procedure finalizzate alla segnalazione e messa in sicurezza immediata di quei manufatti? Quanti incidenti stradali accadono a causa della scarsa o assente manutenzione e per le disastrose condizioni del manto stradale? Queste sono le nostre denunce pubbliche e sono denunce non di oggi ma di sempre, in un silenzio istituzionale pauroso con un senso di isolamento che sta continuando ad alimentare la sottocultura del menefreghismo diffuso in attesa di aprire altri fazzoletti per asciugare le tante lacrime versate dopo tragedie come quella di Genova. Pezzi di storia vissuta in un Paese allo sbando, ferito a morte." – ha concluso Montaruli
In Puglia sono Associazioni e Comitati ad alzare la voce mettendo in evidenza le condizioni di alcuni ponti e viadotti che manifestano evidenti segnali di cedimento a causa delle scarse o addirittura assenti manutenzioni periodiche e mancata messa in sicurezza.
A protestare è anche una di quelle Categorie che sulle strade ci vive e le strade, ponti e viadotti li attraversa ogni giorno per raggiungere i propri posti di lavoro, a volte distanti anche molte centinaia di chilometri dalle città di provenienza.
A dare voce ai ventimila ambulanti pugliesi che in queste ore si stringono attorno alle famiglie delle vittime e ai tanti feriti del "Dramma Morandi" di Genova è il Presidente Unimpresa Bat e Coordinatore CasAmbulanti Italia, Savino Montaruli il quale ha dichiarato: "da anni, da decenni denunciamo periodicamente le condizioni estreme nelle quali si trovano le strade del nostro territorio, completamente impraticabili in taluni tratti quali, ad esempio, quelli del foggiano in particolare la Margherita – Manfredonia; una tratta stradale percorsa da moltissime centinaia di ambulanti, soprattutto provenienti dalle province di Bari e Bat, che si recano ad operare nelle città di quell'area. Un'incoscienza istituzionale che deve far riflettere perché le condizioni di dissesto stradale sono sovrapponibili in tantissime situazioni di pari gravità che si registrano sulle strade, anche su quelle principali, del barese, della Bat e della Puglia più in generale. A proposito dei ponti ci uniamo alla protesta dei cittadini della Basilicata che su quei ponti pericolanti stanno manifestando le loro profonda e fondata preoccupazione. Sono centinaia gli ambulanti che attraversano quelle strade e quel ponte che porta a Melfi e le condizioni di quei manufatti sono drammaticamente visibili a tutti, ad occhio nudo. Allora perché, come anche il caso del ponte ad Andria ed in altre località le cui condizioni di pericolo sono state tutte denunciate sugli organi di informazione in questi giorni, gli organismi competenti non intervengono? Quando sotto quei ponti fatiscenti e pericolosi ci passano le autorità, le forze dell'ordine, i magistrati, i politici, i burocrati non sentono il dovere istituzionale di assumere provvedimenti o comunque di avviare procedure finalizzate alla segnalazione e messa in sicurezza immediata di quei manufatti? Quanti incidenti stradali accadono a causa della scarsa o assente manutenzione e per le disastrose condizioni del manto stradale? Queste sono le nostre denunce pubbliche e sono denunce non di oggi ma di sempre, in un silenzio istituzionale pauroso con un senso di isolamento che sta continuando ad alimentare la sottocultura del menefreghismo diffuso in attesa di aprire altri fazzoletti per asciugare le tante lacrime versate dopo tragedie come quella di Genova. Pezzi di storia vissuta in un Paese allo sbando, ferito a morte." – ha concluso Montaruli