Il sindaco revoca le deleghe al suo vice
«Comportamenti contrari alla lealtà verso Sindaco e Giunta»
venerdì 31 luglio 2020
16.20
Prima una richiesta formale, poi la decisione di revocarle le deleghe: Grazia Galiotta non è più vicesindaco e assessore del comune di Margherita di Savoia. L'ordinanza è stata firmata lo scorso 30 luglio dal sindaco Bernardo Lodispoto dopo, però, averle prima inviato giorni prima una lettera via posta certificata in cui le chiedeva di lasciare i suoi incarichi. Galiotta a sua volta ha risposto con un'altra pec rigettando la richiesta. Alla base di questa frattura la scelta dell'ormai ex vicesindaco di candidarsi alle prossime elezioni regionali nella lista della provincia di Barletta-Andria-Trani "La Puglia Domani" al fianco di Raffaele Fitto.
Nelle maglie dell'ordinanza si legge che l'ex assessore «ha tenuto, in più di una occasione (di natura istituzionale e non istituzionale), comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del Sindaco e della Giunta, incidendo negativamente sull'operato amministrativo e sull'immagine di tali organi, operando senza sinergia alcuna con il Sindaco, con i colleghi dell'esecutivo e della maggioranza, in totale dissonanza con la necessaria azione di gruppo, ledendo l'unitarietà di indirizzo e di azione impressa all'esecutivo con la scelta della compagine assessorile». Quindi «sono venute meno le condizioni della necessaria affinità politica che può consentire di continuare prolificamente il rapporto di fiducia nell'interesse della collettività».
Le deleghe assessorili alle attività produttive, al commercio, al turismo e all'ambiente restano in capo al sindaco fino alla nomina di un nuovo assessore.
Nelle maglie dell'ordinanza si legge che l'ex assessore «ha tenuto, in più di una occasione (di natura istituzionale e non istituzionale), comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del Sindaco e della Giunta, incidendo negativamente sull'operato amministrativo e sull'immagine di tali organi, operando senza sinergia alcuna con il Sindaco, con i colleghi dell'esecutivo e della maggioranza, in totale dissonanza con la necessaria azione di gruppo, ledendo l'unitarietà di indirizzo e di azione impressa all'esecutivo con la scelta della compagine assessorile». Quindi «sono venute meno le condizioni della necessaria affinità politica che può consentire di continuare prolificamente il rapporto di fiducia nell'interesse della collettività».
Le deleghe assessorili alle attività produttive, al commercio, al turismo e all'ambiente restano in capo al sindaco fino alla nomina di un nuovo assessore.