Fiume Ofanto, «grave degrado ambientale nel parco naturale»
La denuncia del Nucleo di Vigilanza I.F.A.E.
mercoledì 28 giugno 2017
Il Parco Naturale del Fiume Ofanto versa in un grave stato di degrado, così il coordinatore del Nucleo di Vigilanza I.F.A.E. Giuseppe Cava interviene con questa denuncia rivolta al prefetto della provincia Bat, al presidente della Giunta regionale e al presidente della Bat.
«Dopo un iter durato parecchi anni la Regione Puglia, con Legge n. 37/2007, ha istituito il Parco Naturale Regionale del fiume Ofanto affidando (un quinquennio fa) la gestione alla Provincia di BAT. A seguito dell'entrata in vigore delle ultime normative riguardanti il riassetto istituzionale, il riordino delle funzioni amministrative degli enti locali, nonché lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato, stiamo assistendo ad un preoccupante crescendo dell'illegalità e dell'anarchia gestionale del territorio, in particolare nell'area compresa nel costituito Parco dell'Ofanto. A questo si deve aggiungere il blocco (che dura da oltre 20 mesi) dei rinnovi dei titoli di polizia alle Guardie Volontarie Venatorie ed Ittiche, le quali non possono esercitare le loro funzioni di prevenzione, controllo e repressione degli illeciti di propria competenza.
Ciò premesso ed attraverso l'operato di alcune nostre guardie eco-zoofile nominate dalla prefettura, lo scrivente ha predisposto specifici servizi di controllo ambientale del territorio anche nell'area Parco. Tali controlli hanno determinato di constatare il seguente scenario:
Il sottoscritto, anche come cittadino del territorio che già in passato ha evidenziato situazioni simili le quali non hanno trovato riscontro, è particolarmente preoccupato anche per i danni ambientali ed alla salute pubblica che tutto ciò potrà determinare.
Possibile mai che nessuno si accorga di tutto questo? Possibile mai che una piccola organizzazione di volontariato, se pur formata da sole guardie volontarie, debba essere l'unico soggetto del territorio ad effettuare le necessarie verifiche e segnalazione del proprio operato alle autorità preposte alla gestione del territorio? Possibile mai che la Regione Puglia non abbia predisposto uno specifico servizio antincendio di primo ed immediato intervento di spegnimento e segnalazione? (sono state attuate dal Servizio Protezione Civile Regionale solo convenzioni per lo spegnimento degli incendi con organizzazioni di volontariato ferme con i propri mezzi presso le proprie sedi e che vengono allertate e mobilitate con enorme ritardo. - Lo spegnimento, specie se tardivo, è già una sconfitta) -. Possibile mai che gli organi preposti continuano ad ignorare la gravità del danno all'avifauna causata dagli incendi dei canneti durante il periodo di riproduzione della fauna selvatica? (Il periodo primaverile non è coperto da alcun tipo di servizio antincendio). Purtroppo questo è lo scenario attuale».
«Dopo un iter durato parecchi anni la Regione Puglia, con Legge n. 37/2007, ha istituito il Parco Naturale Regionale del fiume Ofanto affidando (un quinquennio fa) la gestione alla Provincia di BAT. A seguito dell'entrata in vigore delle ultime normative riguardanti il riassetto istituzionale, il riordino delle funzioni amministrative degli enti locali, nonché lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato, stiamo assistendo ad un preoccupante crescendo dell'illegalità e dell'anarchia gestionale del territorio, in particolare nell'area compresa nel costituito Parco dell'Ofanto. A questo si deve aggiungere il blocco (che dura da oltre 20 mesi) dei rinnovi dei titoli di polizia alle Guardie Volontarie Venatorie ed Ittiche, le quali non possono esercitare le loro funzioni di prevenzione, controllo e repressione degli illeciti di propria competenza.
Ciò premesso ed attraverso l'operato di alcune nostre guardie eco-zoofile nominate dalla prefettura, lo scrivente ha predisposto specifici servizi di controllo ambientale del territorio anche nell'area Parco. Tali controlli hanno determinato di constatare il seguente scenario:
- Lungo il tratto fluviale di competenza regionale Puglia vengono sistematicamente piazzate innumerevoli motopompe per il prelievo di acqua dal fiume per scopi irrigui. L'aumento vertiginoso di tale illegale pratica (che andrebbe adeguatamente regolamentata) è dovuta anche alla situazione climatica, connotata da scarsa e/o dalla mancanza di precipitazioni;
- Il bracconaggio risulta frequente e continuo (sono stati uditi colpi di fucile e sono stati trovati molti resti di animali selvatici i quali vengono eviscerati e sezionati sul posto subito dopo la loro uccisione);
- La rigogliosa vegetazione ripariale (costituita da alberi, canneti ed essenze varie), essenziale per la vita del sistema fluviale e per la fitodepurazione dell'acqua del fiume già così tanto maltrattata, viene regolarmente incendiata (questo avviene spesso ad opera di anonimi personaggi per favorire lo sviluppo e l'ampiezza delle coltivazioni abusive situate all'interno degli argini del fiume);
- La totale mancanza di vigilanza dell'area parco. (Tale situazione favorisce anche la pesca abusiva e l'abbandono di rifiuti di ogni genere i quali, con le future piene del fiume, finiranno in mare).
Il sottoscritto, anche come cittadino del territorio che già in passato ha evidenziato situazioni simili le quali non hanno trovato riscontro, è particolarmente preoccupato anche per i danni ambientali ed alla salute pubblica che tutto ciò potrà determinare.
Possibile mai che nessuno si accorga di tutto questo? Possibile mai che una piccola organizzazione di volontariato, se pur formata da sole guardie volontarie, debba essere l'unico soggetto del territorio ad effettuare le necessarie verifiche e segnalazione del proprio operato alle autorità preposte alla gestione del territorio? Possibile mai che la Regione Puglia non abbia predisposto uno specifico servizio antincendio di primo ed immediato intervento di spegnimento e segnalazione? (sono state attuate dal Servizio Protezione Civile Regionale solo convenzioni per lo spegnimento degli incendi con organizzazioni di volontariato ferme con i propri mezzi presso le proprie sedi e che vengono allertate e mobilitate con enorme ritardo. - Lo spegnimento, specie se tardivo, è già una sconfitta) -. Possibile mai che gli organi preposti continuano ad ignorare la gravità del danno all'avifauna causata dagli incendi dei canneti durante il periodo di riproduzione della fauna selvatica? (Il periodo primaverile non è coperto da alcun tipo di servizio antincendio). Purtroppo questo è lo scenario attuale».