Fatture false, arrestato amministratore di una società di Capurso
Nell'operazione della Finanza coinvolte altre persone residenti ad Andria e Margherita di Savoia
sabato 27 luglio 2024
9.47
I Finanzieri del Comando Provinciale di Bari, all'esito di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani per reati fiscali e per autoriciclaggio, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un incensurato andriese, amministratore pro tempore, e successivamente "di fatto", di una società della provincia barese operante nel settore del "commercio all'ingrosso" e ad un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 4,3 milioni di euro.
Il provvedimento - emesso dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura a quella sede - costituisce l'epilogo di una verifica fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bari, che vedono coinvolte complessivamente 5 persone fisiche e 7 persone giuridiche (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).
Le ipotesi investigative riguardano una complessa frode fiscale derivante dall'emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti da parte della citata società, risultata essere una mera "cartiera", e dal successivo loro utilizzo da parte di altre società, principalmente gestite dal soggetto tratto in arresto, il quale ha inoltre fatto confluire nei conti correnti di queste ultime buona parte dei flussi finanziari transitati sul conto corrente postale della società "cartiera".
Considerato l'elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dai Finanzieri, la Procura della Repubblica di Trani - in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della "confisca per equivalente" per i reati tributari - ha avanzato una richiesta di sequestro di beni e utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalle condotte fraudolente poste in essere. Il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni e rapporti finanziari nella disponibilità della società (anche in forza della normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti) e dei suoi amministratori, disponendo altresì la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell'amministratore "di fatto" della società "cartiera".
Gli esiti dell'attività investigativa costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza di Bari, coordinata per l'attività di indagine dalla Procura di Trani nel territorio di competenza, per la repressione del grave fenomeno dell'evasione fiscale, a tutela dei cittadini e dei contribuenti rispettosi delle regole, al fine di garantire il rispetto del principio costituzionale di contribuzione secondo (effettiva) capacità contributiva, quale condizione fondamentale per la tenuta dell'equità sociale e fattore di sviluppo del benessere della collettività.
Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.
Il provvedimento - emesso dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura a quella sede - costituisce l'epilogo di una verifica fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bari, che vedono coinvolte complessivamente 5 persone fisiche e 7 persone giuridiche (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).
Le ipotesi investigative riguardano una complessa frode fiscale derivante dall'emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti da parte della citata società, risultata essere una mera "cartiera", e dal successivo loro utilizzo da parte di altre società, principalmente gestite dal soggetto tratto in arresto, il quale ha inoltre fatto confluire nei conti correnti di queste ultime buona parte dei flussi finanziari transitati sul conto corrente postale della società "cartiera".
Considerato l'elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dai Finanzieri, la Procura della Repubblica di Trani - in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della "confisca per equivalente" per i reati tributari - ha avanzato una richiesta di sequestro di beni e utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalle condotte fraudolente poste in essere. Il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni e rapporti finanziari nella disponibilità della società (anche in forza della normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti) e dei suoi amministratori, disponendo altresì la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell'amministratore "di fatto" della società "cartiera".
Gli esiti dell'attività investigativa costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza di Bari, coordinata per l'attività di indagine dalla Procura di Trani nel territorio di competenza, per la repressione del grave fenomeno dell'evasione fiscale, a tutela dei cittadini e dei contribuenti rispettosi delle regole, al fine di garantire il rispetto del principio costituzionale di contribuzione secondo (effettiva) capacità contributiva, quale condizione fondamentale per la tenuta dell'equità sociale e fattore di sviluppo del benessere della collettività.
Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.