Antica festa di san Michele a Margherita di Savoia

Una tradizione millenaria immutata nel tempo

lunedì 30 settembre 2019 18.41
A cura di Giuseppe Capacchione
Una tradizione millenaria che si tramanda di generazione in generazione. L'ultima domenica di settembre a Margherita di Savoia i fedeli si incontrano davanti a una chiesetta bianca, fatta di mattoni e tufo, a nord del centro abitato per celebrare la festa di San Michele, l'arcangelo che, secondo le agiografie, sconfisse il diavolo con la sua spada. Non è una semplice ricorrenza. Anticamente a zona Torre Petra, così chiamata dalla torre costiera in pietra che sorge sulla spiaggia, sorgeva il villaggio dei salinieri dove vivevano gli operai che lavoravano in salina. Furono loro (nel '700 circa) a costruire la chiesetta e a tenere vivo il culto del santo proprio all'ultima tappa prima di salire sul Gargano della via micaelica percorsa a piedi dai pellegrini. Con il tempo i salinieri il paesino di Margherita si è espanso e i salinieri hanno lasciato il villaggio (adesso meta turistica gestita dal Gal Daunofantino) e sul posto sono rimasti solo gli arenaiuoli (come vengono chiamati i contadini da queste parti perché producono colture nella sabbia) che ancora oggi affidano all'arcangelo i loro raccolti.

Secondo gli anziani si tratta di una tradizione rimasta immutata nel tempo. La particolarità è l'asta che viene battuta dopo la messa per stabilire la famiglia di contadini che avrà il compito di portare a spalla in processione la piccola statua del santo. Solo per la cronaca quest'anno l'asta è stata vinta della famiglia Daloiso per 650 euro, soldi che verranno utilizzati per la festa il prossimo anno. Al termine la processione per benedire i campi.