«Essere infermiera è una vocazione»: l'intervista alla salinara Angela Fiotta
Da Margherita di Savoia a Milano alla ricerca di stabilità economica e professionale
domenica 12 maggio 2024
0.48
«Quella dell'infermiere non è una professione che scegli, ma una vocazione innata».
Con queste parole inizia la nostra intervista alla salinara Angela Fiotta, in occasione della Giornata mondiale dell'infermiere che ricorre oggi, 12 maggio. Angela ha lasciato Margherita di Savoia per trasferirsi a Nord Italia, precisamente nel servizio territoriale ASST Nord Milano, ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, dove ha potuto mettere in pratica ciò che ha appreso durante i suoi studi al Sud.
«La decisione di spostarmi è legata a una ricerca di stabilità economica ma soprattutto professionale – spiega Angela – sapevo che nel Settentrione avrei trovato questi valori che, purtroppo, da noi mancano».
Secondo l'infermiera, infatti, sono abissali le differenze tra il lavoro a Sud e a Nord: nel primo, con la metà delle risorse, viene impiegato il doppio del personale; nel secondo si ha la possibilità di perfezionarsi.
Quella dell'infermiere è sicuramente una professione nobile, ma non per questo priva di difficoltà e aspetti critici.
«Per tutto ciò che facciamo e per quelli che sono i nostri compiti, siamo sicuramente una categoria sottopagata – aggiunge la salinara – a questo si sommano i problemi di carattere organizzativo: i tagli che sono stati fatti al sistema sanitario ci costringono a organizzarci al meglio con le minime risorse».
Una situazione che è stata amplificata durante il periodo della pandemia.
«Tanta forza, tanta inventiva, tanta rassegnazione e tanto coraggio: queste sono state le mie, le nostre armi durante il covid, ma ormai possiamo dire di essercelo messo alle spalle – racconta Angela – sicuramente quell'esperienza mi ha reso consapevole di quanto sia importante non lasciarsi sfuggire le occasioni: rimandare qualcosa a un altro giorno potrebbe voler dire che è troppo tardi».
Quella dell'infermiere è una professione dalle mille sfaccettature, che Angela però non riuscirebbe a trovare tornando nella sua terra d'origine.
«Margherita è sempre nel cuore , è la mia casa, ma so che se dovessi tornare le mie esigenze lavorative non sarebbero appagate. Se fossi costretta a tornare nella città del sale, mi reinventerei – conclude – in fondo a Milano non si sta così male, è una città che ha tanto da offrire».
Con queste parole inizia la nostra intervista alla salinara Angela Fiotta, in occasione della Giornata mondiale dell'infermiere che ricorre oggi, 12 maggio. Angela ha lasciato Margherita di Savoia per trasferirsi a Nord Italia, precisamente nel servizio territoriale ASST Nord Milano, ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, dove ha potuto mettere in pratica ciò che ha appreso durante i suoi studi al Sud.
«La decisione di spostarmi è legata a una ricerca di stabilità economica ma soprattutto professionale – spiega Angela – sapevo che nel Settentrione avrei trovato questi valori che, purtroppo, da noi mancano».
Secondo l'infermiera, infatti, sono abissali le differenze tra il lavoro a Sud e a Nord: nel primo, con la metà delle risorse, viene impiegato il doppio del personale; nel secondo si ha la possibilità di perfezionarsi.
Quella dell'infermiere è sicuramente una professione nobile, ma non per questo priva di difficoltà e aspetti critici.
«Per tutto ciò che facciamo e per quelli che sono i nostri compiti, siamo sicuramente una categoria sottopagata – aggiunge la salinara – a questo si sommano i problemi di carattere organizzativo: i tagli che sono stati fatti al sistema sanitario ci costringono a organizzarci al meglio con le minime risorse».
Una situazione che è stata amplificata durante il periodo della pandemia.
«Tanta forza, tanta inventiva, tanta rassegnazione e tanto coraggio: queste sono state le mie, le nostre armi durante il covid, ma ormai possiamo dire di essercelo messo alle spalle – racconta Angela – sicuramente quell'esperienza mi ha reso consapevole di quanto sia importante non lasciarsi sfuggire le occasioni: rimandare qualcosa a un altro giorno potrebbe voler dire che è troppo tardi».
Quella dell'infermiere è una professione dalle mille sfaccettature, che Angela però non riuscirebbe a trovare tornando nella sua terra d'origine.
«Margherita è sempre nel cuore , è la mia casa, ma so che se dovessi tornare le mie esigenze lavorative non sarebbero appagate. Se fossi costretta a tornare nella città del sale, mi reinventerei – conclude – in fondo a Milano non si sta così male, è una città che ha tanto da offrire».