Don Matteo Martire nuovo parroco della Chiesa Matrice
Primo tassello per delineare la geografia pastorale di Margherita
martedì 13 ottobre 2015
13.58
«Tutti, clero e fedeli, ti riconoscano parroco». La bolla di nomina parla chiaro: «Don Matteo Martire è parroco della chiesa matrice del Santissimo Salvatore». Così inizia a delinearsi la geografia pastorale di Margherita di Savoia. Questo è un passaggio storico che vede don Matteo, cresciuto umanamente e spiritualmente come figlio della comunità salinara, raccogliere il testimone di don Emanuele Barra, suo «maestro», come ha egli stesso affermato, che ha guidato la Chiesa matrice per circa 40 anni. «Don Matteo non è più il giovane sacerdote che non mancava mai alla processione del Santissimo Salvatore, perché oggi è inviato a guidare questa comunità in comunione con le altre della città». Questo ha affermato l'arcivescovo dell'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, Giovanni Battista Pichierri, che ha invitato i fedeli a «non fare confronti fra i ministri ordinati. Loro solo sono il segno della presenza di Gesù fra la gente. Come i sacramenti indicano l'azione di Gesù, così i parroci agiscono per mani del Cristo. Per questo non è concesso loro dire cose proprie ma soltanto di annunciare la Parola di Dio, attraverso le loro capacità, il loro livello culturale, fra la gente».
Don Matteo ha alle spalle altre esperienze pastorali: 10 anni rettore del Seminario diocesano in Bisceglie, 5 anni parroco del Cuore Immacolato in Barletta e 6 anni parroco dell'Ausiliatrice in Margherita di Savoia, oltre a essere direttore della Pastorale Sociale del Lavoro e docente all'istituto di scienze religiose "Nicola il Pellegrino" in Trani, che per l'arcivescovo sono garanzia del suo operato. «Per seguire il Signore è necessario abbandonare tutto ciò che c'è di superfluo. Altrimenti si diventa come quell'uomo del Vangelo di Marco che è rimasto sulla soglia perché, pur essendo animato da buone intenzioni, non ha voluto rinunciare ai suoi beni. Il parroco - continua l'arcivescovo - deve essere un padre per la propria comunità e un esempio di semplicità, fermezza e umiltà. La sua priorità deve essere la cura del popolo. Deve saper chiamare per nome tutti i suoi parrocchiani. Deve professare la Parola di Dio che è "viva ed efficace" - come cita il capitolo 4 della lettera agli Ebrei - e agisce in ogni uomo». Poche parole da parte di don Matteo: «Il parroco non cancella la storia ma la continua. Io ho 2 grandi responsabilità: la cura del popolo e il rilancio della devozione al Santissimo Salvatore». Poche parole e concise per chi tiene molto al valore delle parole, tanto da ripetere sempre:«prima di essere un uomo della Parola, sono un uomo di parola».
Don Matteo ha alle spalle altre esperienze pastorali: 10 anni rettore del Seminario diocesano in Bisceglie, 5 anni parroco del Cuore Immacolato in Barletta e 6 anni parroco dell'Ausiliatrice in Margherita di Savoia, oltre a essere direttore della Pastorale Sociale del Lavoro e docente all'istituto di scienze religiose "Nicola il Pellegrino" in Trani, che per l'arcivescovo sono garanzia del suo operato. «Per seguire il Signore è necessario abbandonare tutto ciò che c'è di superfluo. Altrimenti si diventa come quell'uomo del Vangelo di Marco che è rimasto sulla soglia perché, pur essendo animato da buone intenzioni, non ha voluto rinunciare ai suoi beni. Il parroco - continua l'arcivescovo - deve essere un padre per la propria comunità e un esempio di semplicità, fermezza e umiltà. La sua priorità deve essere la cura del popolo. Deve saper chiamare per nome tutti i suoi parrocchiani. Deve professare la Parola di Dio che è "viva ed efficace" - come cita il capitolo 4 della lettera agli Ebrei - e agisce in ogni uomo». Poche parole da parte di don Matteo: «Il parroco non cancella la storia ma la continua. Io ho 2 grandi responsabilità: la cura del popolo e il rilancio della devozione al Santissimo Salvatore». Poche parole e concise per chi tiene molto al valore delle parole, tanto da ripetere sempre:«prima di essere un uomo della Parola, sono un uomo di parola».