Defunti sepolti nel degrado. Margherita non rispetta i suoi morti
A lavoro la nuova gestione. A breve tutti i registri regolarizzati
sabato 5 marzo 2016
10.49
La morte non è una livella. Se lo fosse davvero, non ci sarebbero tombe curate e altre che neanche si vedono a causa dell'erba alta. A Margherita di Savoia accade esattamente questo e nessuno per oltre 20 anni ha preso provvedimenti. Entrare nel cimitero è un viaggio nell'orrore e non per suggestione ma perché i morti sono stati privati di ogni dignità. La battaglia dei fondi intascati illecitamente da terzi è approdata nelle aule dei tribunali e i servizi cimiteriali sono stati affidati alla ditta Sceap di Andria che, chiaramente, ha bisogno di tempo per regolarizzare un campo santo che a nero ha avuto non solo il colore del lutto ma anche una gestione più che ventennale. Un primo passo in avanti lo stanno facendo con la regolarizzazione dei registri: a breve se qualcuno vorrà recarsi su una tomba e non sa dove sia, basterà dare nome e cognome del defunto in segreteria e gli verrà detto il punto in cui è seppellito e il numero della tomba. Però di lavoro da fare ce n'è parecchio. I morti seppelliti possono essere individuati solo attraverso la croce nera piantata nel terreno perché l'erba è tanto alta da aver coperto tutta l'area, infatti mentre si cammina su qualche mattone, lasciato a perenne memoria, c'è il pericolo di calpestare la postazione di qualche defunto.
Se seppellire dignitosamente i morti è segno di civiltà, i salinari di certo non eccellono perché in tanti vedevano, in tanti sapevano e in pochi, forse nessuno, hanno denunciato il degrado di quel posto sacro. Ma non è tutto. La strada asfaltata è in condizioni pessime e dalla cappella al centro del cimitero è caduto qualche calcinaccio dal cornicione laterale. Furori alla zona riservata alla congrega ci sono solo erbacce, scarti edili e rifiuti. E indipendentemente se un defunto abbia o meno di parenti che vadano a prendersi cura della sua lapide, il Comune in questi anni aveva l'obbligo di tutelare i cittadini defunti quanto quelli ancora in vita e non lasciare che i propri morti riposassero in una discarica. Anche la zona della congrega, che non è soggetta alla nuova gestione, non è esente dal degrado. Camminando alle spalle delle cappella ci sono dei gradini che portano alle navate gestite dalla congrega di Maria Santissima Addolorata, lì la pavimentazione sta cedendo, i muri sono in preda all'umidità e quindi in uno stato indecoroso e le vetrate sono rotte e opache non tanto per la qualità del vetro ma perché non vedono straccio e detersivo probabilmente da anni. «Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce», scriveva Giuseppe Ungaretti, "qui muore anche la dignità", potrebbe scrivere chiunque entri nel cimitero di Margherita di Savoia.
Se seppellire dignitosamente i morti è segno di civiltà, i salinari di certo non eccellono perché in tanti vedevano, in tanti sapevano e in pochi, forse nessuno, hanno denunciato il degrado di quel posto sacro. Ma non è tutto. La strada asfaltata è in condizioni pessime e dalla cappella al centro del cimitero è caduto qualche calcinaccio dal cornicione laterale. Furori alla zona riservata alla congrega ci sono solo erbacce, scarti edili e rifiuti. E indipendentemente se un defunto abbia o meno di parenti che vadano a prendersi cura della sua lapide, il Comune in questi anni aveva l'obbligo di tutelare i cittadini defunti quanto quelli ancora in vita e non lasciare che i propri morti riposassero in una discarica. Anche la zona della congrega, che non è soggetta alla nuova gestione, non è esente dal degrado. Camminando alle spalle delle cappella ci sono dei gradini che portano alle navate gestite dalla congrega di Maria Santissima Addolorata, lì la pavimentazione sta cedendo, i muri sono in preda all'umidità e quindi in uno stato indecoroso e le vetrate sono rotte e opache non tanto per la qualità del vetro ma perché non vedono straccio e detersivo probabilmente da anni. «Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce», scriveva Giuseppe Ungaretti, "qui muore anche la dignità", potrebbe scrivere chiunque entri nel cimitero di Margherita di Savoia.