​Cipolla bianca di Margherita tutelata dalla Comunità Europea

Il prodotto salinaro è ufficialmente iscritto nei registri DOP e IGP

martedì 20 ottobre 2015 14.20
A cura di Giuseppe Capacchione
La cipolla bianca di Margherita di Savoia ufficialmente tutelata dalla Comunità Europea. D'ora in poi uno dei prodotti di spicco del paniere delle tradizioni salinare sarà tutelato dai falsi d'autore che, come emerge da uno studio condotto dall'Università di Foggia, non hanno minimamente le qualità e il gusto della cipolla di Margherita di Savoia. Ufficialmente iscritta nel Registro europeo delle denominazioni d'origine (Dop) e delle Indicazioni geografiche (Igp), il prodotto coltivato sulla sabbia salinara è stato scelto fra una importante produzione di cipolle in Puglia chi estende su una superficie di 1710 ettari per una raccolta di oltre 370mila quintali. «È un riconoscimento importante al lavoro che si svolge in campagna – commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – perché la tecnica di coltivazione utilizzata fa ricorso in tutte le fasi del ciclo, dal trapianto alla raccolta, al lavoro manuale. Dopo la raccolta il prodotto non subisce alcun trattamento particolare se non quello di favorire l’asciugatura dei bulbi, lasciandoli in campo per alcune ore. Grande lo sforzo profuso dai nostri imprenditori per orientarsi su cultivar che per qualità fisiche e organolettiche riescono a soddisfare positivamente il mercato».

La cipolla di Margherita ha caratteristiche uniche: bulbi particolarmente teneri e succulenti e con basso contenuto di sostanza secca. Questa caratteristica rende però il prodotto poco conservabile e di conseguenza è disponibile sul mercato solo per alcuni mesi (marzo-luglio). La presenza di una elevata quantità di zuccheri che rendono i bulbi particolarmente dolci, peculiarità molto apprezzata in cucina dove questa cipolla viene utilizzata anche cruda in molte pietanze. E non solo. Scarsa presenza di composti solforati che ne limita la pungenza; buon contenuto in vitamina C (≈12 mg/100g di prodotto fresco); contenuto estremamente basso di nitrati; perfetta forma del prodotto in quanto il terreno sabbioso non oppone alcuna resistenza alla crescita dei bulbi; scarsa percentuale di bulbi inverditi, in quanto il trapianto manuale consente l’inserimento delle piantine ad una profondità tale da favorire il completo imbianchimento dei bulbi. «Ci auguriamo che il riconoscimento comunitario – dice Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – serva a rilanciare l’appetibilità della cipolla bianca che ha sofferto maggiormente negli ultimi anni, con una progressiva riduzione della penetrazione sui mercati, perché circa la metà del venduto riguarda la cipolla gialla e la restante parte quella rossa. Fortunatamente la distribuzione continua a preferire, almeno per la cipolla, il prodotto italiano a quello straniero».