Cassa integrazione Salina, Mennea: «C'è accordo ma a pagare sono sempre i lavoratori»
Nota del consigliere regionale del Partito Democratico
lunedì 18 maggio 2020
18.02
Nota del consigliere regionale del Partito Democratico, Ruggiero Mennea, in merito alla vicenda della cassa integrazione per gli operai della Salina di Margherita di Savoia, la più grande d'Europa.
«Chiuso il primo accordo sulla cassa integrazione ordinaria a rotazione per 105 dipendenti di Atisale, ad oggi non si conosce il piano industriale e commerciale che il nuovo asset societario intende dare alle Saline di Margherita di Savoia. In questi giorni, abbiamo letto titoli festanti di politici locali per l'accordo sulla Cigo, ma senza un piano strategico sarà impossibile superare la crisi causata dall'emergenza sanitaria e quella legata alla perdita generalizzata di molte commesse importanti per Atisale, che sembra siano passate nel portafoglio clienti di società collegate alla stessa". Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Ruggiero Mennea, tornando sulla questione delle Saline di Margherita di Savoia gestite da Atisale spa, oggetto nei mesi scorsi di una cessione al gruppo francese "Salins du Midi". «Una relazione commissariale per il concordato – continua Mennea - delinea un tracollo economico spaventoso nell'ultimo semestre, con un calo importante del fatturato. Oltre all'assenza di piani commerciali e industriali per lo sviluppo e la tutela del tessuto produttivo della salina, a preoccuparci sono la tenuta industriale, l'assenza di programmi futuri, la messa in sicurezza del sistema produttivo salinaro e la tenuta della riserva ambientale».
«Con la nuova gestione ci aspettavamo – sottolinea il consigliere un piano che delineasse il rilancio di questa azienda, dando a dipendenti e territorio una prospettiva per il futuro oltre che nuova occupazione. Ad oggi invece non abbiamo assistito ad interventi di efficientamento, ma solo di riorganizzazione basati esclusivamente sul taglio dei costi. Più volte è stata chiesta chiarezza sia all'azienda che all'amministrazione locale e, personalmente, ho convocato diverse commissioni regionali a questo scopo, salvo poi ricevere immotivate giustificazione di assenza. L'unica certezza ad oggi, è che si farà pagare ai lavoratori la riduzione dei costi. Mancano invece idee chiare sulla mission, sui servizi, sulle politiche commerciali e su chi gestirà una azienda strategica per il sistema Italia, che pare svuotata dei suoi migliori clienti. È arrivata l'ora – rimarca Mennea – di smetterla con lo scambio stucchevole di ringraziamenti tra politici, sindacati e azienda, chiarendo cosa si intende fare per il territorio, per i creditori delusi e per salvaguardare i livelli occupazionali. Le saline più grandi d'Europa meritano – conclude - un'attenzione speciale da parte di tutti».
«Chiuso il primo accordo sulla cassa integrazione ordinaria a rotazione per 105 dipendenti di Atisale, ad oggi non si conosce il piano industriale e commerciale che il nuovo asset societario intende dare alle Saline di Margherita di Savoia. In questi giorni, abbiamo letto titoli festanti di politici locali per l'accordo sulla Cigo, ma senza un piano strategico sarà impossibile superare la crisi causata dall'emergenza sanitaria e quella legata alla perdita generalizzata di molte commesse importanti per Atisale, che sembra siano passate nel portafoglio clienti di società collegate alla stessa". Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Ruggiero Mennea, tornando sulla questione delle Saline di Margherita di Savoia gestite da Atisale spa, oggetto nei mesi scorsi di una cessione al gruppo francese "Salins du Midi". «Una relazione commissariale per il concordato – continua Mennea - delinea un tracollo economico spaventoso nell'ultimo semestre, con un calo importante del fatturato. Oltre all'assenza di piani commerciali e industriali per lo sviluppo e la tutela del tessuto produttivo della salina, a preoccuparci sono la tenuta industriale, l'assenza di programmi futuri, la messa in sicurezza del sistema produttivo salinaro e la tenuta della riserva ambientale».
«Con la nuova gestione ci aspettavamo – sottolinea il consigliere un piano che delineasse il rilancio di questa azienda, dando a dipendenti e territorio una prospettiva per il futuro oltre che nuova occupazione. Ad oggi invece non abbiamo assistito ad interventi di efficientamento, ma solo di riorganizzazione basati esclusivamente sul taglio dei costi. Più volte è stata chiesta chiarezza sia all'azienda che all'amministrazione locale e, personalmente, ho convocato diverse commissioni regionali a questo scopo, salvo poi ricevere immotivate giustificazione di assenza. L'unica certezza ad oggi, è che si farà pagare ai lavoratori la riduzione dei costi. Mancano invece idee chiare sulla mission, sui servizi, sulle politiche commerciali e su chi gestirà una azienda strategica per il sistema Italia, che pare svuotata dei suoi migliori clienti. È arrivata l'ora – rimarca Mennea – di smetterla con lo scambio stucchevole di ringraziamenti tra politici, sindacati e azienda, chiarendo cosa si intende fare per il territorio, per i creditori delusi e per salvaguardare i livelli occupazionali. Le saline più grandi d'Europa meritano – conclude - un'attenzione speciale da parte di tutti».