Atisale, Sindacati: «Vogliamo un gesto concreto. Adesso basta!»
Le RSU dell'azienda sul piede di guerra. Contestata la disorganizzazione
venerdì 9 ottobre 2015
16.37
«Ora la vostra risposta deve essere un gesto concreto di cambiamento». Una richiesta precisa quella avanzata dalle R.S.U., rappresentanze sindacali unitarie, che tutelano i lavoratori dell'azienda Atisale di Margherita di Savoia. «Serve ben poco per comprendere la realtà della Salina di Margherita di Savoia. Una realtà più volte descritta nelle nostre comunicazioni ma mai presa seriamente in considerazione, visti i provvedimenti presi fin'ora».
Secondo i tre sindacati confederali, CISL, CGIL e UIL, non sono mai state ascoltate le voci che in questi anni hanno «segnalato una disorganizzazione che sta distruggendo l'azienda. Una condizione lavorativa - proseguono i sindacati - che vede gli operai svolgere mansioni non proprie senza ordini di lavoro e senza calcolare i carichi a cui sono sottoposti, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Vi abbiamo segnalato dei disagi economici frutto delle vostre evidenti incapacità. Ma ora basta. I responsabili devono espiare le proprie colpe. Se la dirigenza non è in grado di adempiere ai propri doveri, è pregata di andare via con tutto il proprio organico. È tempo di abbandonare questa mentalità da operaio da magazzino fallito, creata a causa della mancata collaborazione con le R.S.U. e con i sindacati Territoriali e Nazionali, per dar spazio a una politica della discriminazione e dell'inciucio. Non vogliamo la solita risposta che suona, ormai, come una filastrocca ma abbiamo bisogno di un immediato cambiamento».
Secondo i tre sindacati confederali, CISL, CGIL e UIL, non sono mai state ascoltate le voci che in questi anni hanno «segnalato una disorganizzazione che sta distruggendo l'azienda. Una condizione lavorativa - proseguono i sindacati - che vede gli operai svolgere mansioni non proprie senza ordini di lavoro e senza calcolare i carichi a cui sono sottoposti, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Vi abbiamo segnalato dei disagi economici frutto delle vostre evidenti incapacità. Ma ora basta. I responsabili devono espiare le proprie colpe. Se la dirigenza non è in grado di adempiere ai propri doveri, è pregata di andare via con tutto il proprio organico. È tempo di abbandonare questa mentalità da operaio da magazzino fallito, creata a causa della mancata collaborazione con le R.S.U. e con i sindacati Territoriali e Nazionali, per dar spazio a una politica della discriminazione e dell'inciucio. Non vogliamo la solita risposta che suona, ormai, come una filastrocca ma abbiamo bisogno di un immediato cambiamento».