Aree urbane degradate, un bando per gli enti da 200 milioni
Proposte entro il 30 novembre prossimo con progetti preliminari
martedì 27 ottobre 2015
12.58
E' partito il "Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate" un bando, voluto dal Governo Renzi, che mette in palio quasi 200 milioni per gli enti. Per ogni progetto si potrà ricevere da un minimo di 100mila euro a un massimo di 2 milioni. Se il progetto ha un valore maggiore e la richiesta riguarda un cofinanziamento devono essere indicate le somme di cui già si dispone. La principale novità riguarda la possibilità di concorrere al bando anche con progetti di riqualificazione (edilizia o urbana) di livello preliminare. Se poi l'amministrazione ha un livello di progettazione più avanzato - definitivo o esecutivo - ci sarà un riconoscimento in termini di punteggio. I progetti vanno presentati entro il prossimo 30 novembre.
Per concorrere al bando i progetti dovranno ricadere all'interno di aree urbane degradate. La definizione di "area urbana degradata" deriva da un punteggio sintetico che tiene conto di quattro indicatori: tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di concentrazione giovanile, tasso di scolarizzazione. L'indice deve essere superiore alla media nazionale. I riferimenti sono quelli dell'ultimo censimento Istat. C'è poi anche un indice di "disagio edilizio". Anche in questo caso la situazione di disagio edilizio - riferita a edifici residenziali in stato di conservazione "pessimo" e "mediocre" - dovrà essere peggiore della media nazionale.
Nel progetto, naturalmente dovranno essere indicati nel dettaglio gli obiettivi di miglioramento che si vogliono raggiungere: culturale, sociale e di riqualificazione urbana. L'ambito di intervento spazia tra i servizi di accoglienza ai giovani, al miglioramento di beni pubblici ma anche alla cura di bambini e anziani, sino ad arrivare all'imprenditoria giovanile ed al decoro urbano. I progetti di riqualificazione non devono prevedere consumo aggiuntivo di suolo. Il bando cerca anche di favorire l'aggregazione tra gli enti. A parità di punteggio, infatti, saranno premiati i progetti promossi da comuni in forma aggregata. Il singolo comune, inoltre, non può presentare lo stesso progetto per conto proprio e anche in forma aggregata con altri enti locali.
Per concorrere al bando i progetti dovranno ricadere all'interno di aree urbane degradate. La definizione di "area urbana degradata" deriva da un punteggio sintetico che tiene conto di quattro indicatori: tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di concentrazione giovanile, tasso di scolarizzazione. L'indice deve essere superiore alla media nazionale. I riferimenti sono quelli dell'ultimo censimento Istat. C'è poi anche un indice di "disagio edilizio". Anche in questo caso la situazione di disagio edilizio - riferita a edifici residenziali in stato di conservazione "pessimo" e "mediocre" - dovrà essere peggiore della media nazionale.
Nel progetto, naturalmente dovranno essere indicati nel dettaglio gli obiettivi di miglioramento che si vogliono raggiungere: culturale, sociale e di riqualificazione urbana. L'ambito di intervento spazia tra i servizi di accoglienza ai giovani, al miglioramento di beni pubblici ma anche alla cura di bambini e anziani, sino ad arrivare all'imprenditoria giovanile ed al decoro urbano. I progetti di riqualificazione non devono prevedere consumo aggiuntivo di suolo. Il bando cerca anche di favorire l'aggregazione tra gli enti. A parità di punteggio, infatti, saranno premiati i progetti promossi da comuni in forma aggregata. Il singolo comune, inoltre, non può presentare lo stesso progetto per conto proprio e anche in forma aggregata con altri enti locali.