Allarme meteo, i commercianti temono nuovi allagamenti
Titolari stanchi di subire danni ad ogni pioggia consistente
sabato 10 ottobre 2015
13.41
Il timore di una pioggia battente. Detto così sembrerebbe ridicolo, ma a Margherita di Savoia non lo è affatto. Nella cittadina pugliese un'abbondante pioggia può essere fatale. Questo lo sanno bene i commercianti salinari che ormai hanno provato tutti i sistemi per proteggere le proprie attività senza grandi successi. «Fin quando l'acqua mantiene un livello ragionevole, le barre in ferro che mettiamo davanti alle entrate per l'occasione riescono ad arginarla. Se dovesse piovere ancora, non c'è soluzione che tenga». A dirlo è un edicolante che fino a oggi ha visto perdere «tanta merce, soprattutto giornali e libri». Ma non finisce qui. Le testimonianze, con alle volte anche un pizzico di rassegnazione, continuano. «Abbiamo costruito appositamente un gradino più alto davanti all'entrata per cercare di proteggerci - spiega un barista -, anche se a volte siamo costretti a chiudere le porte in ferro e a mettere degli stracci. Questo accade soprattutto quando il corso non viene bloccato e il flusso delle auto crea delle onde nell'acqua che giungono fino dentro il bar».
I commercianti hanno provveduto, in parte, con mezzi propri a limitare i danni. Però, come afferma il proprietario di una cartolibreria: «Quando piove la città si blocca. I cittadini non posso camminare lungo le strade e quindi le attività, purtroppo, potrebbero anche chiudere, comportando un ulteriore danno economico. Ormai, dopo aver perso tanta merce, ho rialzato tutto nel negozio. Una soluzione che comunque non si rivela totale. I danni degli allagamenti persistono, perché oltre ad aver buttato quaderni e scatoloni, la struttura ne ha risentito. I muri sono in preda all'umidità, tanto da presentare dei segni notevoli. Gli scaffali arrugginiti ho dovuto sostituirli».
Insomma, un sentimento comune che molte volte spinge i titolari della attività a non istallare nessuna protezione in ferro, «tanto l'acqua entra lo stesso. Purtroppo i tombini sono intasati dai rifiuti. Se vengono accese le pompe per tirare l'acqua dalle strade è bene, altrimenti subiamo soltanto danni». Come quelli che ha ricevuto un fruttivendolo, che oltre «ad aver buttato tanta frutta e verdura, a causa dell'acqua si è rotto il frigorifero». Oppure, «i danni elettrici» subiti da un macellaio che ha visto la sua macelleria in preda al flusso dell'acqua, soprattutto «sotto il bancone, dove passano i cavi della corrente».
I commercianti hanno provveduto, in parte, con mezzi propri a limitare i danni. Però, come afferma il proprietario di una cartolibreria: «Quando piove la città si blocca. I cittadini non posso camminare lungo le strade e quindi le attività, purtroppo, potrebbero anche chiudere, comportando un ulteriore danno economico. Ormai, dopo aver perso tanta merce, ho rialzato tutto nel negozio. Una soluzione che comunque non si rivela totale. I danni degli allagamenti persistono, perché oltre ad aver buttato quaderni e scatoloni, la struttura ne ha risentito. I muri sono in preda all'umidità, tanto da presentare dei segni notevoli. Gli scaffali arrugginiti ho dovuto sostituirli».
Insomma, un sentimento comune che molte volte spinge i titolari della attività a non istallare nessuna protezione in ferro, «tanto l'acqua entra lo stesso. Purtroppo i tombini sono intasati dai rifiuti. Se vengono accese le pompe per tirare l'acqua dalle strade è bene, altrimenti subiamo soltanto danni». Come quelli che ha ricevuto un fruttivendolo, che oltre «ad aver buttato tanta frutta e verdura, a causa dell'acqua si è rotto il frigorifero». Oppure, «i danni elettrici» subiti da un macellaio che ha visto la sua macelleria in preda al flusso dell'acqua, soprattutto «sotto il bancone, dove passano i cavi della corrente».