Acque dell'Ofanto defluivano nei "controfanti". Storia tra Margherita e Trinitapoli
Argini e ponti ancora visibili, opere del Fascismo. Letti occupati della vigne
venerdì 18 marzo 2016
11.15
Due controfanti che servivano per far defluire le acque del fiume principale, oggi restano solo alcuni segni lasciati a perenne memoria. Uno alle spalle del cimitero di Margherita di Savoia e l'altro qualche chilometro più avanti, nelle campagne di Trinitapoli, segnano il confine naturale fra le cittadine pugliesi. Un sistema di canali e di argini ideato, a seguito della bonifica integrale fatta dallo Stato Fascista nel 1928, per evitare che le piene del fiume Ofanto allagassero i terreni.
Basta recarsi sul posto per vedere a occhio nudo i vecchi argini che segnano il letto dei due controfanti e la casa, famosa per la sua Fiat 127 verde sul tetto, costruita proprio per controllare lo scorrimento delle acque. Infatti, alle spalle della stazione Ofantino, che non a caso vuol dire stazione fra i due controfanti, c'è un piccolo ponte con sotto delle tubature che servivano a collegare il letto del fiumiciattolo interrotto dai binari. E non solo. I due svincoli dell'Ofanto avevano all'incirca 30 metri di larghezza per scorrere ed è ancora possibile vedere come quella grande lingua di terra ormai prosciugata sia ben riconoscibile grazie ai suoi grandi argini, spianati per fare le stradine di campagna, e che sia diventata terreno su cui piantare le vigne. Ed è proprio sugli ettari di vigneto che ci sono i ponti costruiti durante il ventennio fascista e che servivano per guadare i due fiumiciattoli. Un pezzo di storia abbandonata al proprio destino e all'incuria di che li utilizza anche come deposito per abbandonare i rifiuti.
Basta recarsi sul posto per vedere a occhio nudo i vecchi argini che segnano il letto dei due controfanti e la casa, famosa per la sua Fiat 127 verde sul tetto, costruita proprio per controllare lo scorrimento delle acque. Infatti, alle spalle della stazione Ofantino, che non a caso vuol dire stazione fra i due controfanti, c'è un piccolo ponte con sotto delle tubature che servivano a collegare il letto del fiumiciattolo interrotto dai binari. E non solo. I due svincoli dell'Ofanto avevano all'incirca 30 metri di larghezza per scorrere ed è ancora possibile vedere come quella grande lingua di terra ormai prosciugata sia ben riconoscibile grazie ai suoi grandi argini, spianati per fare le stradine di campagna, e che sia diventata terreno su cui piantare le vigne. Ed è proprio sugli ettari di vigneto che ci sono i ponti costruiti durante il ventennio fascista e che servivano per guadare i due fiumiciattoli. Un pezzo di storia abbandonata al proprio destino e all'incuria di che li utilizza anche come deposito per abbandonare i rifiuti.